di Ezio Azzollini

Vero, l’avversario peggiore, nel momento peggiore, nelle condizioni peggiori. Scontato, e anche facile, per passare per dritti domani, sarebbe elencare i motivi, non pochi, per cui questa storia fra Milan e Barça rischia, eccome, di finir male.
A costo del forte rischio di passare per pirla, o quantomeno per inguaribili ottimisti, a poche ore dalla sfida più importante della stagione, troviamo anche sette, ottimi motivi, per cui essere convinti che questa sera il Milan batterà i campioni del Mondo. Sette motivi per crederci.

1) Perché, se quello tra autunno e inverno tra Camp Nou e San Siro fosse stato un doppio confronto da tabellone come quello di stasera, il Milan, potendo contare solo in una delle due partite sul suo uomo migliore, Zlatan Ibrahimovic, avrebbe perso la qualificazione a beneficio del Barcellona per un gol, uno solo, non per quattordici. E da allora, è un Milan migliore, cresciuto più di quel che ha fatto il Barcellona. E perché i margini di miglioramento più grossi, per una sera o per due mesi, ce li ha proprio il Milan.

2) Perché il Milan ha già avuto il “buco nero da Champions”, quella partita di blackout che non mancava mai neanche nell’era Ancelotti. E stavolta è passata senza lasciare danni, a Londra.

3) Perché nessuno ha mai vinto due Champions League di seguito. L’ultima squadra a riuscirci, quando si chiamava Coppa dei Campioni, sarà in campo a San Siro, stasera. Ma non in maglia blaugrana.

4) Perché il Barcellona è tornato a -6 dal Real Madrid, e non si disinteresserà della Liga come si poteva temere fino a qualche settimana fa. Motivo per cui il Milan è realmente nella testa dei blaugrana solo da 4 giorni. Molto meglio che esserlo dalla data del sorteggio.

5) Perché mancherà Thiago Silva, ma nel 1994, ad Atene, mancava Franco Baresi, uno che di chiavi della difesa qualcosina ne sapeva. Van Basten era a bordo campo, con la tuta di rappresentanza, vestito come Nando De Napoli. Il Milan che, due spanne sotto il Barcça, decise di vincere, non se ne accorse neanche.

6) Perché l’AC di Milano è l’ AC di Milano.

7) Perché gli uomini quasi perfetti, fuoriclasse indipendentemente da quanto bravi siano stati da giocatori, esistono. Pep Guardiola è uno di questi, e in quel quasi trova origine la battuta di ieri, in conferenza stampa: “che modulo adotteremo con il Milan? Difesa a sette, tutti sotto la traversa, sulla linea di porta”. Sono battute che il calcio può anche decidere di punire: ne sa qualcosa un suo omologo olandese che diciotto anni fa si faceva fotografare con la coppa, prima di scendere in campo. Un motivo in più per vincere stasera è questo umorismo che non rende giustizia allo stile di Pep Guardiola, che farebbe l’impresa ancora più bella. Un umorismo che sarebbe bellissimo far rimpiangere.

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