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I rossoneri vincono anche a Roma con tre gol tutti di testa (doppietta di Ibra e gol di Nesta), ottengono la quarta vittoria consecutiva e continuano a tallonare la Juve.
© foto di Alberto Fornasari
Nell’anno di grazia 2011, l’Olimpico di Roma è davvero un luogo magico per il Milan: in questo stadio, meno di sei mesi fa, è arrivata l’aritmetica certezza dello scudetto e ora i rossoneri hanno ottenuto un successo importante in una partita che Allegri aveva addirittura definito “sfida-scudetto” magari esagerando un po’, anche se sicuramente era l’impegno più difficile dei cinque che il mister vuole vincere in sequenza per tornare in vetta (o quasi); per ora il percorso netto è riuscito e manca solo la partita contro il Catania “ammazzagrandi” (oggi ha battuto il Napoli) per completare l’opera e valutare quale sarà la classifica quando il campionato si fermerà ancora per lasciare spazio alle nazionali, ma sta di fatto che il Milan è già lì a due punti dalla testa della classifica, tallona la Juve e ha superato il Napoli, due squadre che lo avevano surclassato nel periodo di maggiore difficoltà, quello delle tante assenze e della condizione fisica deficitaria. Il Milan attuale sta molto meglio, corre di più, è più compatto, solido e ordinato e i risultati arrivano, magari sofferti e lottati ma arrivano, come è successo a Roma: contro i giallorossi il Milan ha gestito bene la gara dall’alto della sua esperienza, ha lasciato sfogare la Roma all’inizio, l’ha colpita alla prima occasione, non ha fatto una piega quando i giallorossi hanno pareggiato e si è riportato subito in vantaggio, poi ha triplicato nella ripresa e ha sofferto un po’ nel finale solo perchè Nocerino si è divorato il gol del trionfo. Certo, se dopo l’erroraccio del n°22 la Roma avesse, non solo ridotto le distanze con Bojan, ma addirittura pareggiato nell’arrembaggio finale, ora staremmo parlando di due punti gettati al vento in modo clamoroso e di Milan pazzo, se non addirittura sconsiderato, ma i tre punti sono arrivati, perchè il Milan sa usare la testa in tutti i sensi, ovvero ha dimostrato di saper segnare anche con i palloni alti e di saper gestire il risultato su un campo difficile, ma dal quale per la seconda volta in pochi mesi i rossoneri escono con il sorriso stampato sulle labbra.
Allegri sceglie Zambrotta e Robinho per risolvere gli unici due dubbi di formazione; in panchina vanno Taiwo e, per la prima volta in questo campionato, il grande ex Cassano; per il resto tutto confermato, perchè il centrocampo composto da Aquilani (anche lui un ex), Nocerino e Van Bommel è quello che in questo momento dà più garanzie, in difesa Abate, Nesta e Thiago Silva sono intoccabili, così come Ibrahimovic in attacco e Boateng come trequartista, soprattutto quando le partite sono importanti, l’avversario difficile e lo stadio prestigioso. L’Olimpico non è pieno come quella sera del 7 maggio e anche i tifosi rossoneri sono molto meno numerosi, perchè questa volta non c’è in palio uno scudetto, ma c’è una discreta presenza e, soprattutto, i ragazzi della Sud si fanno sentire e sfidano con i loro cori l’altra curva sud, quella giallorossa. Prima del fischio d’inizio la vera notizia è la stretta di mano fra Luis Enrique e Tassotti, che ai Mondiali di USA ’94 furono protagonisti di un brutto episodio (tremenda gomitata del Tasso allo spagnolo); diciassette anni hanno fatto sbollire la rabbia di Luis Enrique e…pace è fatta.
C’è più Roma che Milan nel primo quarto d’ora, ma senza occasioni colossali; i giallorossi pressano e mantengono il possesso palla come da dettami di Luis Enrique, i rossoneri lasciano fare con la serenità e la tranquillità di chi è consapevole della propria forza e alla prima occasione in cui entrano nell’area avversaria fanno subito male: cross telecomandato di Aquilani, capocciata di Ibra e gol del vantaggio. E’ un Milan che fra le tanti doti della scorsa stagione ha ritrovato anche il cinismo e lo dimostra punendo la Roma con un solo tiro in porta e rendendo innocuo l’assalto giallorosso; i rossoneri concedono pochissimo spazio davanti ad Abbiati e la difesa sembra tornata ermetica, ma la piacevole sensazione dura poco, perchè basta la solita palla inattiva a mandare in confusione la retroguardia dei campioni d’Italia: in occasione di uno dei tanti calci d’angolo battuti dalla Roma, Zambrotta si perde Burdisso, lo lascia saltare indisturbato e l’argentino realizza il pareggio. Tutto da rifare, ma la Roma è squadra generosa e restituisce il favore dopo soli due minuti; sempre su calcio d’angolo, ma nell’altra area, questa volta è la difesa giallorossa a dimenticarsi di marcare Nesta, che può colpire indisturbato e segnare un gol importante ma sicuramente dal sapore molto particolare per un tifoso laziale che sta giocando un personalissimo derby. Un Milan sicuramente molto opportunista, capace di avere una percentuale di realizzazione vicina al 100%, ma anche un Milan che soffre un po’ a centrocampo, perchè il troppo falloso Van Bommel non è certo in una delle sue giornate migliori. Per questo la Roma riesce a premere molto, ma la difesa rossonera regge bene e non concede altre colossali occasioni, ma solo innocui tiri dalla distanza, giungendo al riposo senza ulteriori distrazioni.
Copione scontato nella ripresa: la Roma preme e cerca il pareggio, il Milan si difende con ordina, chiude il fortino con Nesta e Thiago Silva e prova a tenere lontani i pericoli facendo maggior filtro a centrocampo, ma c’è da soffrire e tutti devono sacrificarsi per proteggere un risultato prezioso, anche se l’unico vero pericolo lo crea Bojan, ben frenato dall’uscita di Abbiati, coadiuvato da Nesta che mette in angolo. L’infortunio di Boateng toglie ad Allegri un elemento importante nelle due fasi (quella difensiva e quella di ripartenza), ma la cosa peggiore è l’espulsione che il Boa si prende per proteste quando è già uscito dal campo; fortunatamente il Milan rimane in undici (Emanuelson è già entrato), ma il ghanese sarà squalificato è questa è la vera brutta notizia. Il nuovo entrato Lamela e Osvaldo sfiorano il gol, ma trovano sulla loro strada uno strepitoso e reattivo Abbiati, che in precedenza era stato bravo anche sulla punzione di Pjanic, entrando di diritto nella lista dei migliori in campo. Il Milan risponde con un gran tiro dalla distanza di Aquilani e, per allentare la pressione, Allegri prova a mandare in campo Cassano, nel tentativo di tenere il possesso palla lontano dalla propria area e provare qualche contropiede; la mossa funziona e Fantantonio ha un buon impatto sulla partita: prima sfiora il gol personale con una magia delle sue (dribbling a due avversari e tiro a giro fuori di poco), poi inizia l’azione del terzo gol, aprendo per Aquilani che serve il secondo cross per la testa di Ibra che realizza la doppietta personale. Ma non è finita qui, perchè il barese prova a fare in modo che anche Ibra, dopo Boateng a Lecce e Nocerino mercoledì scorso, si porti a casa il pallone della partita, ma lo svedese non è preciso nella girata al volo; allora Cassano esagera e porge a Nocerino un pallone solo da sospingere in rete, ma l’altro Antonio forse è ancora sazio dopo l’abbuffata di gol di mercoledì e sbaglia un gol incredibile. Poco male, pensano tutti i cuori rossoneri, perchè la partita sembra chiusa e, invece, la legge del “gol sbagliato, gol subito” funziona anche in quest’occasione, perchè il miracolo questa volta riesce a metà ad Abbiati, nel senso che riesce solo a smanacciare l’insidioso tiro di Lamela sui piedi di Bojan, che segna e rende incandescente il finale di partita. Allegri si fa espellere, ma il Milan non perde la testa, rischia poco nel disordinato assalto finale della Roma e riesce a portare a casa un successo importante e preziosissimo.
Ancora una volta restano solo i tifosi rossoneri a cantare di gioia nell’Olimpico giallorosso: non c’è uno scudetto da festeggiare, ma una vittoria nella Roma giallorossa che mancava da sei anni (altro tabù sfatato) e la marcia imperiosa del Milan continua con la quarta vittoria consecutiva. I rossoneri hanno gli stessi punti dell’anno scorso, passano un paio di ore in vetta alla classifica e chiudono la serata con la consapevolezza di essere ora una delle più accreditate rivali della capolista Juventus e non solo per il limitato distacco (due punti). Il Milan è tornato competitivo perchè ora tutti si sacrificano come avveniva nella scorsa stagione e la squadra è più compatta; solo la difesa non è ermetica come qualche mese fa, ma per il momento la squadra di Allegri riesce a compensare con un attacco “atomico” (14 reti nelle ultime 4 partite) e per fortuna c’è un Abbiati in forma, che all’Olimpico ha sfoderato parate decisive ed uscite tempestive. E’ particolarmente positivo che il Milan sia riuscito a segnare ben tre gol di testa, perchè non capita spesso, anzi è raro, vedere i rossoneri sfruttare a dovere i palloni alti, soprattutto in occasione dei calci d’angolo, che da anni sono un vero tallone d’Achille. Ovviamente c’è ancora da lavorare e migliorare, ma il rendimento delle ultime settimane è sicuramente ottimo ed essere riusciti a superare indenni l’ostacolo più duro di questo ciclo di partite che doveva rilanciare il Milan è importante, anche perchè i rossoneri vincono il primo scontro diretto stagionale (Allegri lo considera tale, anche se la classifica della Roma non è così esaltante). Ora bisogna fare un ultimo sforzo, conquistando la qualificazione agli ottavi di finale di Champions League già martedì prossimo e battendo anche il Catania, per arrivare alla sosta come Allegri aveva predetto durante la sosta precedente, ovvero a ridosso della vetta della classifica, il posto che compete a questo Milan pieno di grandi campioni che sanno usare la testa, in tutti i sensi.
Post Originale:
Poker di vittorie consecutive per un Milan che usa la testa