Primo salutare disastro del Milan targato Inzaghi

CON CRISTANTE E SAPONARA, LA MEDIANA È A POSTO COSÌ?

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VISTA DALLA CURVA

I rossoneri perdono nettamente contro l’Olympiacos, che mette in risalto in modo impietoso tutti gli attuali limiti di una squadra sulla quale c’è molto da lavorare in campo e non solo…

26.07.2014 01:22 di Davide Bin  articolo letto 822 volte

© foto di Jacopo Duranti/TuttoLegaPro.com

Se vincere aiuta a vincere, perdere, anche in modo sonoro come avvenuto al Milan a Toronto contro l’Olympiacos, aiuta a capire e a intervenire laddove c’è bisogno e a giudicare dalla prestazione dei rossoneri c’è davvero bisogno di molti interventi. Ovviamente se due vittorie contro squadre di categoria inferiore non dovevano alimentare illusioni, una sconfitta, seppur disastrosa, non deve allarmare più di tanto, perchè dopo soli quindici giorni di preparazione ci sta che le gambe siano appesantite e le menti non siano perfettamente lucide, soprattutto se si viene da molte ore di volo per raggiungere la sede della partita. Inoltre basta scorrere la formazione schierata inizialmente da Inzaghi per rendersi conto che si trattava di una sorta di Milan 2, senza molti titolari assenti per svariati motivi. Ovviamente questi non vogliono essere facili alibi, perchè anche l’Olympiacos è più o meno allo stesso punto di preparazione e anche la sua formazione non era certo infarcita di campioni, quindi non bisogna nascondersi dietro banali scuse e bisogna riflettere molto e per questo una sconfitta così sonora può essere addirittura più salutare di una vittoria, se serve a cambiare immediatamente rotta, sul campo e sul mercato.

Il campo ha detto che una squadra sperimentale ha fallito gli esperimenti e ha sofferto in ogni reparto: difesa colabrodo, centrocampo sterile nonostante la buona prova di Cristante, attacco poco incisivo, con poche occasioni a disposizione e tutte sprecate banalmente. Adesso si dirà che mancava questo e quell’altro, che con la rosa al completo tutto cambierà, ma per ora la squadra affidata a Inzaghi (quella ipotetica titolare, non certo questa), non si discosta molto da quella della scorsa stagione e non penso che basti il cambio della guida tecnica a trasformare un gruppo da ottavo posto in una formazione vincente, nonostante la buona volontà, la straordinaria professionalità e il carisma di Inzaghi. Non vorrei che l’entusiasmo derivante dalla presenza di Pippo in panchina fosse la foglia di fico che nasconde tutti i problemi che c’erano e continuano a esserci; rendiamoci conto che squadre già più competive del Milan nella passata stagione si stanno rinforzando, mentre la società rossonera trova le solite difficoltà già incontrate nelle scorse stagioni per fare mercato e rinforzare davvero la squadra; siamo sicuri che Menez, Alex, Albertazzi e Agazzi bastino a trasformare la squadra? Direi di no, serve ben altro e la politica dei “costo zero”, dei prestiti e della continua ricerca di sconti e riduzioni di prezzo non porta molto lontano. Serve qualche buon giocatore, serve qualche campione vero, perchè nemmeno Inzaghi, come Seedorf e prima di loro Allegri ha la bacchetta magica per fare miracoli.

La prima esibizione internazionale del Milan di Inzaghi è stata sconfortante sotto molti punti di vista; resta misterioso il motivo per cui una squadra debba sobbarcarsi ore di volo e subire disagi proprio nel periodo della preparazione, quello in cui bisognerebbe lavorare con calma e tranquillità e debba affrontare partite di questo genere con due sole settimane di allenamento nelle gambe, ma si sa che le esigenze del calcio moderno sono queste e per qualche milione di euro si fa questo e pure altro. Tante squadre europee sono impegnate nella Guinness International Champion Cup e poi la loro stagione va molto bene, quindi anche questo non deve essere un facile alibi, anche perchè in questa stagione si tratta dell’unica ribalta internazionale per i rossoneri, fuori dall’Europa, ma la brutta figura resta e viene da chiedersi cosa succederà quando il Milan si troverà di fronte Manchester City e Liverpool, ovvero le due prime classificate della scorsa Premier League. Inzaghi ha un enorme credito da spendere, sotto forma di rispetto da parte dei suoi adoranti tifosi e di pazienza da parte di una società che lo ha scelto e lo difenderà a lungo, mentre in passato amichevoli come questa con risultati disastrosi hanno reso la vita difficile a tanti allenatori rossoneri, ma se il tecnico capirà dove deve intervenire per migliorare il rendimento della squadra e se la società capirà che una rosa del genere non è da Milan e non può consentire di andare lontano nemmeno in campionato (unico vero obiettivo stagionale), la scoppola subita dai greci sarà davvero salutare e potrà essere una delle tante importanti svolte per costruire un Milan degno del suo passato e del suo blasone, quello che a Toronto non si è visto.  

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