RASSEGAN STAMPA/ El Shaarawy il rpedestinato

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Volete sapere come Stephan El Shaarawy ha atteso l’esito dell’incontro decisivo tra Milan e Genoa? Studiando per preparare l’esame di maturità che inizierà mercoledì. Lui è fatto così, ama vivere ogni momento come un ragazzo qualsiasi, come tutti gli amici che ha conosciuto, da piccolo, giocando nel Legino, la sua prima squadra, e non ha mai abbandonato. Come prima, anche se meno frequentemente, corre ad incontrarli ogni volta che può ai bagni Barbadoro, a Savona, lì gioca con loro, soprattutto a beach volley (ha pure vinto dei trofei), oppure a tennistavolo, d’estate li sfida spesso a nuoto.

Ronaldinho Stephan viaggia quasi sempre in treno: jeans, maglietta, zainetto sulle spalle, un ragazzo come tanti, con quei capelli tagliati con la cresta. Ha compiuto 18 anni da mesi ma non ha ancora preso la patente. Non ha avuto tempo. Su Facebook è già nato il suo fan club. Su Internet circola un filmato che lo ritrae intento a fare prodezze con il pallone. Lui è un cultore delle giocate spettacolari, la preferita è il passaggio no look, colpo reso celebre da Ronaldinho.

Lauree Al suo fianco c’è spesso papà Sabri, laureato in psicologia al Cairo, adesso lo seguirà anche mamma Lucia, dipendente dell’Asl di Savona e a sua volta laureata in infermieristica. Il fratello maggiore Manuel, 23 anni, invece, vive a Torino, dove sta per laurearsi in economia. Lo studio, insomma, è un vero vizio di famiglia.

Destino Un altro vizio è colorato di rossoblù, come la maglia del Genoa. Papà Sabri è in Italia da 40 anni. La prima cosa che fece appena arrivato nel nostro Paese fu andare a vedere una partita del Genoa. «Al Cairo — racconta — studiavo all’università e lì in mensa ho conosciuto degli ingegneri italiani che mi parlavano sempre del Genoa. Parlo del ’66 o del ’67. Ho portato Stephan e Manuel allo stadio fin da piccoli, il primo era ancora sul passeggino». Stephan presto si è fatto conquistare dal Milan ma una parte del suo cuore sarà sempre legata al Genoa, grazie a Michele Sbravati, il responsabile del settore giovanile, che lo ha scoperto nel Legino, e a Mario Donatelli, attuale d.s. delle giovanili, che ne intuì subito il talento. «Un giorno — spiega papà Sabri— Donatelli mi disse “Scommetto un caffè: entro 5 anni suo figlio giocherà in Serie A”. Stephan aveva 11 anni ed esattamente cinque anni dopo ha fatto il suo esordio con il Genoa».

La Gazzetta dello Sport

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