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Bad boy? Forse. Eterno ragazzo, di sicuro. Le balotellate continuano imperterrite e nell’improbabile mondo del giovane Mario, restano solo due amici, seppur interessati: Cesare Prandelli e Adriano Galliani. Il c.t. lo ha riconvocato per l’amichevole con la Spagna, nella speranza che prima o poi l’enorme talento abbia il sopravvento sulla follia, di dimensione almeno pari. E l’ a.d. del Milan sembra voler stare alla finestra fino alla fine del mercato, per vedere se riesce ad accaparrarsi Mad Mario, come lo chiamano a Manchester, in prestito. Pensa che coppia con Cassano. Per il momento sono insieme in azzurro, e Prandelli prova a difenderli: «Il tacco di Balotelli che ha fatto arrabbiare Mancini? Credo sia stato istintivo, a mio avviso non era mancanza di rispetto verso alcuno». Il c.t. è rimasto indietro, si riferisce all’amichevole contro i Galaxy a Los Angeles. D’altronde non è facile restare aggiornati con la Balotelliade.
Psicologo Un altro piccolo capitolo s’è aggiunto nella finale del Community Shield con lo United: Mario non mostra un briciolo del suo talento, in compenso si fa notare quando, subendo un fallo da Vidic, prova prima a scalciarlo e poi a fare a testate. Mancini, esasperato, lo sostituisce. Poi, a differenza di un sarcastico Rooney («Balotelli? Un infante di due anni e mezzo»), il tecnico del ManCity è morbido: «Mario può fare meglio, l’importante è che giochi con la squadra come gli altri». Ma ieri Metro gli attribuiva questa frase: «In certi momenti con Mario devo fare lo psicologo».
Tutto il resto è noia Mancini smentisce, ma è chiaro che la corda si sta per spezzare e Balotelli sta perdendo l’amico. Manchester scotta sempre di più e il Milan sta a guardare. La storia dello psicologo la tirò già fuori Mourinho. Per tutti, è un’ovvia questione di testa. Per Mario, «di noia». Deve essere il figliolo più annoiato del mondo per costellare la sua vita di colpi di karate in campo e di testa fuori: auto (da film) sfasciate e magliette sbagliate; collezioni di multe (pare che in Inghilterra abbia subito 27 rimozioni) e di risse; visite a carceri femminili senza permesso e al regno di Gomorra con camorristi, con la solita scusa («Non sapevo»); freccette tirate (ma poi era una sola) ai ragazzi del Manchester e spari in aria per Milano – con pistola giocattolo, bonta suà – prima della maturità, con ammissione ai poliziotti: «Sono un pirla». Beh, è vero. Come è vero che in Inghilterra qualunque cosa faccia è ingigantita se non inventata e che nell’improbabile mondo del giovane Mario ci sono gesti di istintiva e assoluta bontà non pubblicizzati: visite a bambini malati, regali e tanta beneficienza ai poveri, difesa dei più deboli, come quella volta in Svezia, all’Euro Under 21, quando strizzò due bestioni nordici che avevano molestato un clochard. Anche questo è Balotelli, ma al calcio non basta.
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RASSEGNA STAMPA/ Milan: City stanco di Mario? C’è sempre il Milan…