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La notte del 9 marzo
1908 i dissidenti
del Milan, che si ritrovarono
al ristorante
milanese
l’Orologio per fondare
una nuova
squadra, decisero:
«Si chiamerà Internazionale
perché noi siamo fratelli del
mondo». L’Inter non ha mai tradito
questa sua vocazione cosmopolita,
ha conquistato il
mondo e riempito la sua storia
di fuoriclasse stranieri. Ma nel
suo ultimo tratto di strada ha
concentrato le occasioni di
gloria soprattutto in Italia,
tanto che la Supercoppa italiana
in palio a Pechino offre all’Inter
di Massimo Moratti l’occasione
per raggiungere il Milan
di Silvio Berlusconi a quota 14
trofei nazionali. Un aggancio
che non stravolgerebbe la storia
del calcio, ma che aggiunge
alla sfida un granello di sale in
più.
Mondi diversi A Pechino si confrontano
due ideologie calcistiche
profondamente diverse.
Il Milan di Berlusconi è nato
senza confini fin dal primo
proclama del presidente,
che riunì i suoi giocatori
in un castello e chiese loro
di conquistare il mondo.
Qualcuno si
picchiettò la tempia,
molti si diedero
di gomito, perché
il Diavolo
non molti anni
prima era passato
dall’inferno
della B. Ma il
Milan di Sacchi,
in poco
tempo, realizzò
gloriosamente
la «mission»
del Berlusca.
Tra l’unico scudetto
di Arrigo
(’88) e il primo di
Capello (’92) piovono
2 coppe Campioni,
2 Intercontinentali e 2
Supercoppe Europee. La
squadra di un impero mediatico
e di un futuro politico,
per essere vendibile in tv e
creare consensi, doveva essere
necessariamente spettacolare
ed esposta su più ampi e nobili
scenari. Il campionato, che bazzica
anche stadi di provincia, è
sempre stato sopportato come
un noioso passaggio burocratico
per accedere alle coppe
maggiori. Non è un caso
che tra uno scudetto e
l’altro passino anche
7 anni (2004-11). Il
Milan berlusconiano
non ama i tanti
pomeriggi di Serie
A, ma le poche
notti di coppa.
Quando va a dormire, sogna
la Superlega europea.
Glamour Milan Il vanto di
Berlusconi è di aver reso il
Milan il club più titolato
del mondo: 18 trofei internazionali,
come il Boca
Juniors. Silvio nondimentica
mai di avere
fatto 13: 5 coppe Campioni,
5 Supercoppe
europee, 3 Mondiali
per club. Probabilmente
invece non sa neppure
quanti trofei italiani ha
conquistato e forse di
quell’unica coppa Italia
(2003) avrebbe fatto anche
a meno… Non è un caso
che il Milan abbia preso molto
più sul serio la Supercoppa
italiana, che per i suoi connotati
di finale secca, è, tra i trofei
italiani, quello che più ricorda
una coppa europea.
Orgoglio Inter L’Inter di Moratti,
invece, di coppe Italia ne ha vinte
4. E non se ne vergogna, anzi,
riserva alla coppa Italia
2005 l’affetto che si deve a un
patriarca di famiglia, perché
quel trofeo sollevato da
Mancini avviò l’abitudine a
vincere, innescò la striscia
dei cinque scudetti (uno a
tavolino) e gettò il seme
del Triplete. Proprio per
la faida divampata con
la Juve dopo Calciopoli,
la supremazia in Italia,
storica riserva di caccia
della Signora degli scudetti,
ha dato all’Inter
una soddisfazione che il
Milan di Berlusconi non
conosce. Anche per questo,
l’eventuale aggancio
ai 14 trofei nazionali
del Milan berlusconiano,
per l’Inter morattiana,
che ha una decina di anni
di attività in meno
(1986-1995), è un traguardo
meno banale di
quanto sembra.
Fonte: Gazzetta dello sport
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Post Originale:
RASSEGNA STAMPA/ Milan: Moratti sogna l’aggancio a Silvio