Robinho, la storia infinita. Milan, senza investimenti non si vince più: un mese per correre ai ripari

31 Ago 2014 18:00
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Direttore di MilanNews.it e redattore di Tuttomercatoweb.com. Collabora attualmente con INFRONT, Odeon TV, Radio Radio e il Magazine Calcio2000. Ha collaborato con la TV Sportitalia. Ospite a Milan Channel. Twitter: @AntoVitiello

© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

La storia infinita, Robinho e il Milan non riescono a separasi. Lo scoglio è sempre economico, l’attaccante ha rinunciato a diverse offerte mentre il Milan vorrebbe ricavare qualcosa dalla sua cessione. Infatti il prestito all’Olympiakos è un’ipotesi complessa, così come il passaggio ai club brasiliani, tutti in difficoltà nel pagare i tre milioni netti al giocatore. Solo una maxi offerta dagli Emirati Arabi potrebbe sbloccare la situazione, ma lo stesso Robinho potrebbe non accettare per il poco appeal del campionato, di un livello non certo primario. Insomma sono due anni e mezzo che il Milan sta provando a vendere Robinho senza riuscirci. Una situazione snervante per i tifosi che ogni giorni sperano nella lieta notizia, invece sono costretti ancora a rimandare l’esultanza. Ripetiamo però un concetto basilare, con l’addio di Binho il mercato rossonero non sarà ribaltato, cambierà ben poco per gli acquisti. La sostanza è che i fondi mancheranno anche dopo la partenza dell’ex City.

Per il terzo anno consecutivo il Milan vive un mercato piatto, senza sussulti. Tanti nomi accostati, come ogni estate, ma di trattative reali ce ne sono ben poche, cosi come i soldi nelle casse rossonere. Difficile mettere a segno un grande acquisto se non ci sono risorse a disposizione. Il presidente Berlusconi da tempo ripete che bisogna tornare a vincere ma senza investimenti è impossibile.

Abbiamo aspettato le prime due amichevoli stagionali per fare il primo bilancio. La squadra è ancora troppo debole, gli otto gol subiti contro Olympiakos e Manchester City devono far riflettere parecchio. Cosi come la decisione, ogni anno, di partecipare a queste amichevoli internazionali. È vero che il Milan incassa ben 3,5 milioni dalla tournèe americana, ma le figuracce rimediate in giro per il mondo influiscono sia sull’affetto dei tifosi, sempre più delusi e lontani dalla squadra, sia sul marchio del club, meno forte di un tempo quando la squadra era competitiva.

Il Milan non può continuare su questi binari. Doveva essere l’estate della rinascita, grazie agli acquisti, ma non è arrivato ancora nessuno in grado di poter fare la differenza. Anche con l’ipotetico ingaggio di Cerci a fine mercato, la rosa può migliorare di poco ma le lacune restano. Servirebbe un vero restyling, da cima a fondo. Solo con l’intervento della proprietà si può invertire la rotta. Il Milan deve tornare a spendere altrimenti le figuracce saranno all’ordine del giorno. Alessio Cerci, nel caso dovesse arrivare a fine agosto, alzerebbe il tasso di pericolosità in attacco, ma un grande centrocampista e un grande difensore servirebbero ancora di più. Gente in grado di cambiare il volto della squadra. Ma è il discorso del cane che si morde la coda, senza investimenti non ci saranno rinforzi e il Milan non tornerà competitivo.

Resta ancora un mese abbondante per la chiusura del mercato, può succedere ancora di tutto, ma già tanti obiettivi sono sfumati. Da Romolo a Iturbe, giocatori indicati da Inzaghi per rinforzare il gruppo. Troppo costosi, e concorrenza troppo agguerrita. Così i rossoneri dovranno ripiegare su altri obiettivi, sempre se la società ha la forza, e voglia, di spendere.

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