Salamon: “Non ho fretta, il Milan ha investito tanto su di me e presto arriverà la mia chance e la prossima stagione…”

Parla il giovane difensore rossonero

Salamon Milan

Non ha fretta di giocare il giovane difensore polacco Bartosz Salamon, ultimo arrivato in casa rossonera durante il calciomercato di gennaio.
Lo dichiara proprio il giovane difensore in un’intervista rilasciata ad Orange Sport: Cosa serve per arrivare al Milan? Giocare bene a calcio e avere un buon agente (ride ndr.). Mino Raiola, ad esempio. Devo ammettere che la nostra collaborazione è cominciata in maniera inusuale. Circa tre anni fa, quando ero al Foggia, ho risposto al telefono e ho sentito: “Sono Mino Raiola, vorrei essere il tuo agente”. Rifiutai, perché avevo già un procuratore ed ero felice con lui. Volevo anche essere leale. Mi sono detto, non importa chi rappresenta i tuoi interessi, per arrivare in un grande club bisogna solo giocare bene. Giocavo in Lega Pro e non pensavo mi servisse un grande agente. Però quando ho cominciato a giocare bene in Serie B, ho capito che le prestazioni sul campo non sono tutto. Devi avere qualcuno che rappresenti i tuoi interessi e non sprechi il lavoro che fai in campo. Mino mi disse queste parole: “Dai il massimo in allenamento e in partita, ti porterò dove meriti”. E dopo sei mesi mi ha portato al Milan. Il calciatore è fondamentale, ma allo stesso modo sono importanti le persone che gestiscono i tuoi interessi. Se vuoi arrivare nelle grandi squadre, devi essere rappresentato da un uomo che sia il migliore nel suo lavoro. Mio arrivo grazie a Balotelli? No, non c’è stata alcuna connessione. Il Milan era già interessato a me in precedenza, ma non ho potuto firmare finché non hanno ceduto al Chievo la metà di Paloschi. Era dovuto dalle restrizioni finanziarie all’interno del mercato italiano. Per quanto riguarda Balotelli, è un ragazzo fantastico. E’ completamente diverso da com’è dipinto dai media. E oltretutto, è un calciatore straordinario. Discoteca? No, ho deciso di passare i primi mesi in ascetismo e duro lavoro. Anche l’appartamento è vicino a Milanello. Ho un piccolo rimpianto, perchè quando la mia ragazza viene a trovarmi, sarebbe stato bello vivere vicino a Piazza Duomo (ride ndr.). Mario? Ha uno stile di vita differente, si diverte di più. Ma devo precisare. Sono stato sei anni in Italia, e il concetto di professionalità è un po’ diverso che in Polonia. Galliani stesso ha dichiarato che i locali dovrebbero chiudere se i giocatori smettessero di andarci. Non c’è niente di male. Bisogna lavorare ma ci si può anche divertire. Nuovi amici? Ancora no, ma ho parlato molto con Nocerino, che ama la Polonia. Nello spogliatoio ho sentito tante belle parole sui polacchi, sull’organizzazione ad Euro 2012 per l’ospitalità degli italiani in Cracovia. Nocerino mi ha chiesto la maglia della Nazionale. Mi ha impressionato Kevin-Prince Boateng, è uno straordinario professionista. E’ il primo ad iniziare a lavorare e l’ultimo a lasciare l’allenamento. Parlato con Berlusconi? Ancora no, ma gli ho stretto la mano. L’incontro con Berlusconi è stato divertente, abbiamo finito l’allenamento, è atterrato col suo elicottero a Milanello, ha scherzato e ci ha motivato per il derby contro l’Inter. Voglio essere chiaro: mi trovo molto meglio al centro della difesa. Preferisco giocare in questa posizione e penso che sia stato questo a portarmi al Milan. Non sono veloce come Abate, è difficile migliorare la velocità, è congenita. Ma qualcosa si può fare. Dall’altro lato devo dire che non ho mai avuto problemi contro avversari veloci. Il Milan ha investito una cifra importante su di me, facendomi firmare un contratto di cinque anni, sono convinto che non si tratta di un un caso. Sono nei loro piani per il futuro. Cominciare a giocare tra una settimana, un mese o due non cambierà la mia posizione. Ho imparato nei sei anni in Italia, che la pazienza e i piccoli passi sono le chiavi per il successo. Non sono stupido e conosco la situazione della squadra. So che avrò maggiori possibilità di giocare nella prossima stagione. Attesa nel vedermi giocare? Lo capisco, ma nel calcio bisogna avere pazienza. Se sei una testa calda non andrai lontano. Sarai frustrato e non lavorerai serenamente. La mia chance arriverà e sarò pronto a sfruttarla. Quando sono arrivato a San Siro ho avuto una lunga chiaccherata con Adriano Galliani, che mi ha parlato del Milan, della filosofia del club, della pressione. Non tutti riescono a gestirla. Ci sono tanti difensori che sono arrivati al Milan in questi anni e non hanno sfondato. Mi ricordo le parole di Galliani: “Se vuoi restare con noi per anni devi avere una grande forza mentale” E poi: “Noi non compriamo grand giocatori, li creiamo”.

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