“Scusi, che cos’ha contro il Milan?”

CON CRISTANTE E SAPONARA, LA MEDIANA È A POSTO COSÌ?

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L’EDITORIALE

Giornalista sportivo e scrittore. I suoi libri: “La vita è rotonda”, “Soianito”, “L’oro di Sheva”, “Calcinculo”, “La vita è una”, “Sembra facile”. Attualmente online l’ebook “La rivoluzione di Giuseppe” Gruppo Viator

© foto di Federico De Luca

Taormina nel vero senso della parola è da tempo una seconda casa, grazie a Saro Laganà ci accoglie da anni per presentare i libri che non sempre parlano di calcio, come quest’ultimo “La rivoluzione di Giuseppe” (CLICCA QUI) pubblicato dal “Gruppo editoriale Viator”. Eppure tutti, prima e dopo gli incontri, ci avvicinano per parlare di calcio. Mercoledì sera eravamo sulla magnifica terrazza dell’hotel Isabella con l’Etna sullo sfondo in piena eruzione. C’era con noi il collega e amico Maurizio Nicita della “Gazzetta dello sport” che presentava il suo “Papaveri e papere”, insieme con il moderatore Umberto Teghini. Quasi 200 persone. Subito dopo aver parlato di Dio, della famiglia, dell’amore, del sesso, di genitori e figli, finita la conferenza ci circondano: “Che squadra farà Thohir?”, “Come mai Conte ha mollato?”, “Chi sarà il nuovo C.T. azzurro?”, ma soprattutto Milan, molto Milan: “Ma il Milan chi prende?”, “Possibile che non ci siano più soldi per fare il mercato?”, “Perché gli altri spendono tutti e Berlusconi no?”, “Pippo ce la farà?”.

Di persona, guardandosi negli occhi, è più facile spiegare come non ci sia nessun disamoramento da parte nostra, anzi il vecchio cuore resta sanguinante a strisce rossonere. Piuttosto una malinconica rabbia per quello che è stato e non è più, non solo e non tanto per gli squadroni allestiti in 25 anni, ma per come questa società si è sempre posta nei confronti dei suoi tifosi, degli avversari, delle regole, pagando duramente scivoloni etici come quello di Marsiglia e facendo coraggiosamente ammenda, cambiando improvvisamente pelle qualche anno fa. Qualcosa è cambiato e quella cosa non siamo noi: è cambiato lo stile, la comunicazione, il modo di trattare (male) stelle e icone che hanno di certo ricevuto molto, ma dato tutto per scrivere pagine indimenticabili. Da qualche tempo il Milan è una telenovela di faide intestine, di amori non corrisposti, di brucianti tradimenti estivi e non solo, di bugie sotto traccia, di figure sconcertanti sul mercato dove la questua di prestiti e parametri zero è diventata patetica, altro che lungimiranza e parsimonia. La linea verde è in realtà una desolante “linea al verde”.

C’è una giovane volenterosa donna che si dibatte con forza per dare una svolta a questa storia incrostata, per cambiare uomini e metodi, ma è sola e schiacciata da incudini feudali inamovibili. Il resto sono miraggi che si dissolvono di oasi in oasi, tra farneticanti ipotesi e bugie inverosimili: Mandzukic, Lavezzi, Iturbe, Criscito, Cerci… un elenco lunghissimo di cui si fa fatica a tenere il passo poiché ogni giorno compare un nome nuovo da cancellare in fretta domani. Senza aiuti, nemmeno al debordante entusiasta SuperPippo riusciranno miracoli.  

Così, all’incalzante tifoso di mezza età di Ragusa che chiede scettico le ragioni per cui ce ne siamo andati da Milan Channel, ce ne andiamo da Mediaset, siamo amici di Ambrosini e Seedorf ma non di Allegri, critichiamo tutto da 2 anni per poi concludere sferzante: “Insomma Serafini, mi dica sinceramente che cos’ha contro il Milan”, guardandolo negli occhi abbiamo risposto disarmati: “Mi ha abituato troppo bene”.

P.S.: nel caso fosse vero, qualcuno avverta con sollecitudine Silvio Berlusconi e sua figlia Barbara che nessuna buonuscita o liquidazione è dovuta ad Adriano Galliani, perché loro sono convintissimi di dovergliene sborsare una molto onerosa.

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