Se il buon giorno si vede dal mattino

Milan Night

acerbi Se il buon giorno si vede dal mattinoHo tanta voglia di parlare di calcio, chi mi conosce lo sa, io preferisco parlare di calcio giocato, di cose di campo. Si certo  chi mi conosce sa anche che per me le amichevoli contano o poco o nulla, anzi per una questione scaramantica io spero sempre di perderle tutte perché spesso capita che questo porti bene per la stagione che va ad iniziare. Fosse per me le amichevoli non si dovrebbero neanche giocare, soprattutto quando si tratta di lunghe turnée dall’altra parte del pianeta, per esempio la consueta comparsata negli States. Fosse per me terrei la rosa in ritiro a Milanello fino a pochi giorni prima dell’inizio del campionato, se proprio vogliono giocare delle partite, lo possono fare tra loro sul campo esterno. Ma mi rendo conto che per gli sponsors e per “assaporare” una parvenza di partita vera, ormai le amichevoli siano necessarie, e allora mi tocca accettarle. E poi il mio bisogno di parlare solo di calcio giocato è troppo per aspettare l’inizio della stagione.

A parte il trofeo Tim, dove tra Milan, Juve e Inter ha vinto quella che ha fatto un pochino meno schifo delle altre due, dove abbiamo assistito a tre partitine talmente scadenti, che neanche il torneo all’oratorio tra gli amci di Don Mario e i fratelli di Suor Carlina,  fa così schifo. A parte il Tim dicevo, finora ci ha detto bene, abbiamo visto progressivamente un bel Milan, volenteroso, dinamico. Abbiamo visto tanto gioco in verticale e tanto movimento senza palla, i due mattoni principali per porre le basi per il bel gioco, praticamente quel che spero sempre di vedere quando seguo la mia squadra del cuore. Verticalizzazioni e movimento senza palla. A questi aggiungiamo anche il pressing ragionato a tutto campo, a partire dai tre lì davanti che vanno subito a disturbare i centrali avversari, adibiti a far partire l’azione, Shalke, Chelsea o la modesta Olimpia, non importa.

Di buono abbiamo visto anche la tanto richiesta garra, soprattutto dal nostro amico Raoul Duke. Si tratta pur sempre di amichevoli, ma abbiamo visto giocatori, nuovi o vecchi, giovani o anziani, darsi tutti da fare, metterci impegno e la giusta dose di ferocia, muoversi da squadra, guardarsi negli occhi e capirsi al volo. Certo per alcuni di loro, i soliti noti, non c’è speranza che capiscano o che migliorino, purtroppo ci tocca sopportarli tenendo viva la speranza che qualcuno se li porti via. Se il Botafogo ha avuto il fegato di accollarsi Capitan Stramaledetto Fancazzo, ci sarà qualcuno disposto ad immolarsi nel fisico e nell’orgoglio, e prendersi Mesbah, o Antonini, o tutti e due magari, ancora meglio!

Insomma in attesa che cominci il calcio vero, che si cominci a fare sul serio, queste amichevoli ci stanno mostrando un gruppo sereno, un bel gioco, la garra, e poi non è ancora morto nessuno sul campo, almeno per ora, si ci sono degli acciaccati ma niente di estremamente grave. Ovviamente essendo ancora un cantiere aperto, e non essendo certo il Barcellona, questo Milan fa nascere dei dubbi, prima di tutto per la fascia sinistra, dove purtroppo agiscono una modesta riserva e una pippa clamorosa, per Traoré che pare indietro di condizione rispetto agli altri, visto che si muove in campo come se avesse legato alle caviglie l’aratro, o come amo dire io, gioca in differita rispetto agli altri 21 in campo, per la scarsa vena realizzativa di quel giocatore che, a detta di moltissimi, dovrebbe essere il più grande talento italiano e che il nostro (non)presidente chiama “quello con il cognome egiziano” che in queste amichevoli è stato poco incisivo ma comunque tanto volenteroso, per Pato visto quanto fatto l’anno scorso (poco, pochissimo), che per ora non si è ancora frantumato al suolo mentre rincorre l’oro olimpico ed almeno questa è una buona notizia, e per finire i dubbi più importanti, i più delicati, sono tutti per la dirigenza che dovrebbe, anzi deve, sistemare questa rosa ancora troppo lacunosa, sempre se lo scopo è quella di renderla competitiva almeno per lo scudetto. Se invece lo scopo è vivacchiare, tirare a campare, sperare che la buona sorte ci sorrida lasciando tutto al caso, allora la rosa è già… A posto così.

Cristian

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