Sogno o son sesti?

Continua la pulizia etnica di Micione Arkan verso le bottigliette in pet...

Continua la pulizia etnica di Micione Arkan verso le bottigliette in pet…

A memoria, non si ricordano parole così dure rivolte pubblicamente ai propri compagni di squadra. Lo ha fatto oggi Christian Abbiati, 18 anni di Milan, dopo lo 0-0 di Verona col Chievo che segue di una settimana lo 0-2 subìto dal Sassuolo. “Abate a caldo ha contestato l’atteggiamento della squadra? Si, è stato sbagliato sia oggi che contro il Sassuolo”, ha detto il portiere a Mediaset Premium. “In questi due mesi abbiamo giocato da Milan e abbiamo ottenuto risultati, abbiamo fatto 9 partite senza perdere ma non avevamo risolto tutto. Non ho parole per la partenza di oggi, per i primi 30 minuti. Non è che non ci impegniamo, è proprio l’atteggiamento che è stato sbagliato. Dovevamo entrare in campo con molta più fame come abbiamo fatto nella ripresa dove abbiamo disputato una discreta partita.

Non parlo dei singoli ma mi infastidisce quando un compagno viene richiamato e questo risponde perché vede il richiamo come una rottura, quando invece è costruttivo. Dobbiamo giocare tutti per vincere, perché se anche uno su undici non ha lo stesso atteggiamento vincente non si ottengono risultati. Questo è mancato nelle ultime due partite, non voglio fare un dramma perché veniamo da due mesi dove abbiamo fatto molto bene. Episodi sfortunati che non ci hanno permesso di conquistare i tre punti? Fanno parte del gioco, la fortuna devi anche portarla dalla tua parte. Se Bertolacci avesse segnato quando ha colpito la traversa sicuramente avremmo vinto ma l’atteggiamento sbagliato dei primi 30 minuti e della gara contro il Sassuolo sarebbe rimasto”.

Ancora Abbiati: “L’obiettivo di questo finale di stagione? Abbiamo raggiunto la finale di Coppa Italia ma il campionato non è finito. Noi siamo il Milan, non dobbiamo accontentarci del sesto posto, dobbiamo avere l’obiettivo di raggiungere le squadre davanti. Mancano nove partite in campionato, la finale di Coppa Italia è dopo. Non dobbiamo staccare la spina, dobbiamo rimanere costanti in tutti i match anche perché indossiamo una maglia pesantissima e molto importante”.

Fonte Gazzetta dello Sport

Questo è stato lo sfogo di Galeazzo Abbiati dopo la fine dello strazio di Verona, sponda Chievo. Da un tipo silenzioso, praticamente muto, come l’ex numero uno rossonero, non mi aspettavo una simile intemerata, prima di tutto proprio per il suo carattere poco ciarliero e poi perché, da uno esperto come lui, pensavo che certe cose le dicesse tra le mura degli spogliatoi e basta. Non era il caso di farlo, ma io prendo un altro significato: la fine degli alibi. Sulla base di questo discorso decadono miseramente tutte le difese di questi cazzoni, sulla base di un buonismo che non può trovare attenuanti di alcun tipo. Finiscono le scuse secondo le quali questi giocatori non possono fare di più, che in campo danno sempre l’anima, che sputano sangue, che con Micione Arkan si è vista una squadra compatta e bla bla bla.

Non si può chiedere di più a questi presunti giocatori? Cioè noi non possiamo chiedere a questi qui di impegnarsi e battere un rione di Verona? Ma dove è finito l’orgoglio dei tifosi rossoneri? Oltre un lustro di schifo e di relativismo ha ottenebrato le menti? Ve lo ha detto Abbiati, questi qui non si sono impegnati, questi qui sono dei presuntuosi che si impegnano solo con le grandi, dove possono fare catenaccio e far vedere che hanno i coglioni. Dove invece si deve sputare sangue, quello vero…, spariscono. Io l’unico che vedo sputare è Bacca, ma nel vero senso della parola; sputa a getto continuo, nemmeno fosse un lama. Qualche partita fa l’ho visto sputare mentre entrava in campo con il bambino di turno nella mano, non vorrei che gli abbia sputato in testa…

Sono un branco di montati, di mezzi giocatori che non hanno dignità e coraggio, sono veramente un’offesa per la maglia che portano. Se voi credete che io mi esalti per una finale di Coppa Italia, conquistata (eufemismo) dopo aver raso al suolo squadroni del calibro di Crotone e Alessandria, allora non avete proprio capito come ragiono, a me non frega un cazzo. Io vedo solo che il Giannino è entrato nelle menti di questi giocatori, Giannino che li fa vivere nella bambagia e nella sicurezza, senza critiche e senza pressioni. Imparassero da chi sta davanti. Dispiace dirlo, ma nemmeno il tecnico è immune da critiche, se entrano in campo molli avrà pure qualche responsabilità, o no? Eh no perché se vince è merito suo che fa miracoli, se perde è colpa dei due vegliardi. Da qualche anno il tecnico del Giannino è una vittima a prescindere, non si può criticare, pena sei uno che la pensa come Berlusconi.

Premesso che se Fantomas critica il suo allenatore allora è completamente fuori di testa, visto che lo ha assunto lui, possibile che non sbagli mai? Io sostengo che il tecnico sia l’ultimo problema di questa squadra, una squadra da sesto posto e infatti è sesta! Non mi sembra che rispetto allo scorso anno abbia così tanti punti in più. Però il cretino dello scorso anno si poteva mettere in croce, questo no, questo è un martire. Lo ripeto ancora, a beneficio delle vedove di Micione, per me non è un problema, non è il male di questa squadra, ma non è nemmeno un fenomeno, è un allenatore normale, niente di che. Micione con Galliani a cui fa le fusa, Arkan in conferenza e in panchina quando fa la pulizia etnica di bottigliette e contenitori in pet. Punto. Chi si appella alle assenze di Niang e Capitan Ricotta…dimentica una cosa, che prima di sparire dal campo eravamo? Sesti. Se alla fine siamo ridotti (io assolutamente no!) a rimpiangere uno pseudo centrocampista scarso in tutto e senza visione di gioco, ma con i servi di giornalisti che gli leccano le palle e il culo, e un cazzone di pilota sfascia macchine completamente decerebrato…, allora abbiamo fatto una brutta fine. Io caccerei tutti, non me ne frega nulla, fuori tutti dai coglioni, a pedate!

Concludo con una dichiarazione inconfutabile, ineluttabile e incontrovertibile di responsabilità. La colpa di questo schifo è tutta da ascriversi al proprietario, un bugiardo vegliardo che racconta solo fregnacce e che gestisce una squadra sperando di ammollarla al primo cretino che si presenta: Mister Bee. Il Milan è un peso per lui e per la sua famiglia, ma ha messo le cose in un modo che è invendibile. Fantomas è il cancro, sta distruggendo la pazienza e la fede dei più, a parte il solito branco di deficienti mentecatti adoranti, ma che proprio per questo motivo restano tali. Non fanno testo, figli di un dio minore. Dopo il cancro abbiamo la metastasi, cioè un altro vegliardo completamente bollito quanto arrogante e ignorante in tema di calciatori: fa mercato abbuffandosi al ristorante, raccontando fregnacce e cercando solo ed esclusivamente giocatori morti, falliti, beoti, cazzoni, mesciati, crestati, sciancati e puttanieri, bonghisti, pantagonnati e piloti da strapazzo. Non conosce la dignità, se è vero che anche lui è una vittima si dimettesse, si togliesse di mezzo per accertata incapacità totale. Ventimilionacci, ora Cinquemilionacci, Adriano e una vasta pletora di mediocri portatori di aratro lo testimoniano. Nemmeno con i soldi è capace di costruire una squadra decente con un fatturato che a Napoli si sognano: e non aggiungo altro. Fatturato, soldi e buchi di bilancio per non riuscire a battere un Chievo qualsiasi, dopo averle buscate con il Sassuolo.

Ecco, nell’ultimo passaggio ho accusato i due vegliardi, così quelli che pensano che è sempre e solo colpa loro saranno contenti. Solo che io lo dico sempre, ma quando si tratta di parlare della partita si può scrivere anche altro? Oppure, facciamo così: ste cazzo di partite non le guardiamo più, il live lo facciamo al ristorante dove ci scofaniamo dal vivo le migliori prelibatezze (non certo da Giannino, lì ci mandiamo i parassiti), le pagelle le facciamo con due sole voci: Berlusconi zero e Galliani pure. Il sermone me lo semplifico e scrivo una sola frase: “E’ tutta colpa dei due vegliardi”. Allenatore e giocatori sono anche loro delle vittime. Dimenticavo, nel frattempo il Milan è morto, sempre se a qualcuno interessa saperlo; la colpa? Ma dei due vegliardi, naturalmente! Tutti gli altri lautamente stipendiati? Vittime. Amen.

Gianclint

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