Sono stanco, niente editoriale: vado al mare con i giocatori stressati

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Giornalista sportivo a Mediaset, è stato caporedattore di Tele+ (oggi Sky). Opinionista per Telenova e Milan Channel. I suoi libri: “Soianito”, “La vita è una” con Martina Colombari, “Sembra facile” con Ugo Conti.

© foto di Pietro Mazzara

        Che stress. Non ce la faccio più: da 33 anni questa insopportabile routine. Casa, redazione, auto a nolo, stazioni, aeroporti, grandi alberghi, tutto pagato, grandi città, stadi meravigliosi, sole neve pioggia, in Europa e nel mondo al seguito di una squadra di calcio. Trasferte con i telecronisti, le seconde voci, Nela, Cabrini, Castagner, Serena, Cravero, la preoccupazione di dove andare a cena che dopo la partita viene tardi. Che palle. Qualche volta all’estero viene davvero, il mal di pancia, non ci sono più le ostriche le aragoste i filetti voronoff di una volta, soprattutto quelli in nota spese. E parlare di pallone con Sacchi, Capello, Ancelotti, Mancini, Wenger, Mondonico, Sonetti, Gullit, Van Basten, Zenga, Riccardo Ferri, Costacurta, Maldini, Tacconi…

        Da 33 anni interviste a grandi campioni, servizi su reti televisive nazionali come Canale 5, Rete 4, Italia 1, Italia Unoooo. E poi curare programmi per Mediaset con Paolo Liguori, la Parietti, Maurizio Mosca, Raimondo Vianello, Aldo Serena, Alberto Brandi, Mino Taveri… E programmi in radio (emittenti come “101” e “RadioRai2”), con attori, artisti, comici, sportivi, Abatantuono, la Marcuzzi, ancora Mosca, Ugo Conti, la Colombari. E i libri con questi ultimi due, le loro vite, le loro esperienze. E un libro con Diego Abatantuono, “Calcinculo”, 20 mila copie vendute in edicola. E ancora, un libro autobiografico, “Soianito”, quasi 5000 copie in due diverse edizioni. Presentazioni per 9 mesi in tutte le piazze d’Italia. Che vita d’inferno.

        E poi l’opinionista in studi tv con tipi come Mazzola, Suarez, Pierino Prati, Marocchino, gente che da ragazzino vedevo solo nelle figurine o dal secondo anello. Che palle. E poi prendere soldi per andare allo stadio a vedere le partite, andare in radio e in tv per parlare di calcio, sempre e solo calcio, meno male che le vallette sono carine in quasi tutti i canali. C’è persino qualcuno che ogni tanto mi chiede l’autografo, Dio che stress. L’edicolante il tassista il barista che pretendono di sapere da me chi vince lo scudetto, chi prenderà il Milan, chi gioca domenica, cosa c’è dietro. Maledetti ficcanaso. E i “capi” che ti chiedono: cosa scrivi? E’ pronto il servizio? Ti andrebbe di…? Da 33 anni. Basta. Uno stipendio da dirigente, gettoni come le puttane. Per 5 anni persino la condirezione del settimanale cartaceo “Controcampo”, adesso la firma con Giorgio Terruzzi su un programma di successo il sabato sera su Italia 1, “Studio Sport XXL”, no no no, che sfinimento.

        Basta, non è vita questa, non ce la faccio più. ‘Sto venerdì niente editoriale, vado al mare, con gente come me che non ce la fa più, chiedo a Ibra e Cassano se hanno voglia e ce ne andiamo a pescare tutti e tre. Sì, mai poi quei pesci… Ne abbocca uno ogni 3 ore, poi si dibattono, non riesci a togliere l’amo. No, no, che palle, che stress. Rimaniamo a bordo del loro yacht, palle al sole e al venticello, in attesa che ci portino un fluttino di champagne con arachidi e patatine, che barba hanno finito i salatini, sperando che quel pinguino del cameriere non cominci a rompere chiedendo chi vince lo scudetto… Con le mance che prende, si compri un giornale. Che palle. Che barba, che noia.

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