Speciale Natale – Da promessa a campione: il faraonico 2012 di El Shaarawy

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26.12.2012 14:00 di Matteo Calcagni  articolo letto 1024 volte

© foto di Alberto Lingria/Photoviews

Il 2012 del Milan si sarà concluso senza trofei, ma ha comunque regalato una gemma di assoluto splendore. Stephan El Shaarawy, dopo aver trascorso tra panchina e tribuna la prima parte della scorsa stagione, ha iniziato a scalare posizioni a partire dallo scorso gennaio. La dirigenza decise di dargli fiducia e trattenerlo, senza lasciarlo partire in prestito verso altri lidi: una decisione che si è poi rivelata azzeccatissima, a differenza della scelta di trattenere Alexandre Pato. Massimiliano Allegri, che fino a quel momento aveva utilizzato il Faraone solo nella prima parte di campionato (gol all’esordio a San Siro contro Udinese), cominciò a schierarlo con più continuità, cogliendone immediatamente i benefici: reti in Coppa Italia contro Novara e Juventus. La vera svolta, tuttavia, è arrivata l’11 febbraio al Friuli, con il Milan in assoluta emergenza e difficoltà. El Shaarawy, con un assist e uno splendido sigillo nel finale, regalò tre punti insperati all’undici rossonero, riaprendo i giochi in ottica campionato. Col rientro di Ibrahimovic, tuttavia, si chiusero nuovamente gli spazi per il Faraone, il cui minutaggio calò progressivamente nel corso delle settimane. Sarebbero stati gli ultimi mesi di attesa, prima della rivoluzione estiva messa in atto dalla dirigenza rossonera: prima fu ceduto il campione svedese in coppia con Thiago Silva, poi fu il turno dello scontento Cassano, trasferitosi all’Inter in uno scambio con Pazzini. L’attacco milanista subì una piena rivoluzione, ritrovandosi nuovo per metà e decisamente più giovane. Da tutto questo ne ha tratto estremo giovamento Stephan El Shaarawy, vero dominatore di questa prima parte di stagione 2012/13: 14 gol in campionato (capocannoniere) e 2 in Champions League, a dimostrare che, con la giusta fiducia, anche i campioncini italiani possono esplodere. Eppure, ad inizio campionato, le prime prestazioni dell’attaccante savonese avevano lasciato qualche perplessità. La svolta, anche in questo caso, avvenne a Udine, con una mirabolante rete che ha sbloccato psicologicamente il numero 92. Da lì in poi è stata una sinfonia senza interruzioni: dalla doppietta di Parma alla fantastica gemma di San Pietroburgo, dal gol scaccia-crisi contro il Genoa al doppio centro del San Paolo, dal bis di Catania alle reti contro Torino e Pescara. Un 2012 da sogno per il talento classe ’92, tramutatosi da promessa a campione nel giro di pochi mesi, conquistando il Milan e la Nazionale, con il primo gol in azzurro segnato contro la Francia, in coppia con Balotelli…

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