Milan Night
Undici -11- gare disputate in più: a spanne sono due mesi e mezzo di calcio giocato in più che il Milan ha nelle gambe rispetto alla capolista. Poco o tanto, fate voi… misurare “quanto pesa una gara” è materia per gli scienziati che possono indicarci coi loro kilojoule la quantità di energie consumate nei 90’; più significativo per noi, per farci un’idea di quanto sia stata dispari fin qui la corsa al titolo nazionale, risulterà il numero di allenamenti svolti in meno.
Una “settimana tipo” consterà di 5 sedute -rifinitura compresa- ripartite in fasi: riscaldamento muscolare, esercizi a tema con e senza palla etc.; un micro-ciclo settimanale che prevede 3 partite in 7 giorni consterà per prima cosa della divisione della rosa in due gruppi -chi ha giocato e chi no-, di 2 defaticanti e 2 sedute sui generis per un 1/3 dell’organico -salta comunque “il riposo”-, 2 rifiniture ed un unico allenamento completo con un solo gruppo di lavoro.
In un contesto stabile di infortuni, la differenza è di già lampante: in una stagione contraddistinta dalla necessità di svolgere una preparazione estiva già anomala per la gara di Pechino, che in una seconda fase doveva assorbire i rientranti dalla Copa America, il fattore della disomogeneità di condizione, determinato pure dai tempi di recupero quasi mai rispettati, ha alla lunga naturalmente segnato l’aspetto della qualità atletica e di conseguenza del gioco.
Il tristissimo accadimento che ha portato allo slittamento del campionato sposta un passo più in là il focus dalla questione tecnica e tattica atipica delle ultime giornate, mettendo al centro ancor di più l’aspetto nervoso e mentale delle due contendenti: la compressione delle ultime 6 partite solleciterà ancor di più la capacità di concentrarsi dei singoli calciatori, la gestione del gruppo come collettivo da parte dei tecnici, la tempestività dei dirigenti nel determinare l’aria che si respira… per e nella squadra.
Materialmente impossibilitato a sviluppare continuatamente quei temi calcistici che hanno caratterizzato la prima parte di stagione, che poggiavano sulle qualità dei nuovi Cassano/Aquilani/Nocerino, e privo dello scheletro titolare a causa di infortuni “anomali”, il Milan troverà in questo ultimo mese di calcio il punto di contatto con un avversario che, pur imbattuto e pur godendo -suo malgrado- del beneficio di non disputare competizioni internazionali, è riuscito a creare un distacco di un solo punto nella tenuta mentale.
Meriti e demeriti sono sempre relativi nel calcio, universo troppo concreto e materiale per lasciare spazio ad univoci miracoli: leggendo le statistiche, sappiamo che i giocatori della Juventus hanno accumulato infortuni per una quarantina di gare saltate, i nostri per un numero di poco inferiore alle 250; per motivi differenti, i bianconeri per una scarsa abitudine a vivere al vertice della maggior parte dei suoi elementi, il Milan per evidenti ragioni di natura per lo più atletica, squadre e tifosi vivono in attesa dello… scivolone.
Aspetto del tutto indifferente, anche il giocare prima o dopo all’avversaria pare celare significati leggibili solo da aruspici, addirittura trame complottistiche: in realtà è il teatrino del calcio, la guerra dei nervi che si consuma da 100 anni nei Paesi di Calcio come il nostro e null’altro perché, alla base, starà sempre lo stesso obbiettivo per entrambe le squadre, vincere… per mantenere il primato o per non lasciarsi sfuggire l’occasione di raggiungerlo.
Fra le pieghe dell’orgoglio delle quasi retrocesse Cesena e Novara o di una Atalanta salva il tifoso milanista tenta di scovare l’appiglio che porti la Juventus a mollare la presa; nell’imprevedibilità di una Roma incapace di far gare normali, ma solo deludenti o super, o sul neutro di Trieste col Cagliari, la possibilità di sperare in una battuta a vuoto; nella furia affamata di un Lecce bravo in trasferta e attaccato con le unghie e coi denti alla Serie A, quella sorpresa -carica pure di precedenti storici-, che faccia inciampare l’avversario.
Le gare con Genoa, Bologna, Siena, Atalanta ed Inter assumeranno un significato differente via-via che il conto alla rovescia proseguirà: siamo quasi ai titoli di coda e gli indiziati ad ammazzare il campionato son rimasti solo due da tempo; entrambi protagonisti di una stagione stimolante e ricca di difficoltà e spunti, la differenza che porterà a definire buono o deludente il loro campionato passerà, come al solito, per il risultato finale.
Ad offrire la nostra prospettiva per il dibattito ci penseremo nei prossimi mesi: prima attendiamo il gran finale, gli ultimi colpi di pennello e poi parleremo delle sfumature riconducibili al campo di gioco: del resto sono queste che fan la differenza tra un quadro bello ed uno straordinario.
Anfry
Post Originale:
Sul filo del rasoio