SuperPippo, lettera di addio: “Grazie a tutti”

ilveroMilanista.it | Notizie A.C.Milan, Analisi, Interviste, Partite

ilveroMilanista.it | Notizie A.C.Milan, Analisi, Interviste, PartiteHo una canzone triste nel mio cuorAnche Gattuso dice addio; Yepes rinnova, mentre Berlusconi è a caccia di investitoriInzaghi saluta il Milan: “Atene, Verona, Manchester…c’è molto da ricordare, l’importante che noi li abbiamo vissuti”SuperPippo, lettera di addio: “Grazie a tutti”Paolo Maldini e un futuro da dirigente del Milan: “Sono abituato a conquistarmi le cose, non mi aspetto nulla”Van Bommel, ok al PSV, ma il Milan non molla: atteso un incontro in sede

http://www.ilveromilanista.it Fri, 11 May 2012 17:38:08 +0000 en hourly 1 http://wordpress.org/?v=3.3.1 http://www.ilveromilanista.it/2012/05/11/ho-una-canzone-triste-nel-mio-cuor/ http://www.ilveromilanista.it/2012/05/11/ho-una-canzone-triste-nel-mio-cuor/#comments Fri, 11 May 2012 17:38:08 +0000 Beppe Rasolo

http://www.ilveromilanista.it/?p=6491

MILANO

Un addio era già sufficiente tre / quattro diventano insostenibili senza versare una lacrimuccia per quello che è stato per la gioia determinata dal loro gioco, per i successi ritmati e per le delusioni smaltite.  La seconda era del Milan di Berlusconi è stata appannaggio dei Nesta dei Seedorf e anche di Pippo e di Gattuso tutti questi personaggi che a vario titolo non calcheranno più la soffice terra della Scala del Calcio. Ti chiedi come sia possibile ma poi ti volti indietro e capisci che sono passati anni, e in alcuni casi due lustri, e allora quelli che avevi conosciuto come ragazzi sono oramai personaggi al termine della loro brillante carriera. Pensare a Pippo Inzaghi l’uomo che “ciulava” la palla a Del Piero e non concedeva un pallone agli avversari e anche ai compagni di squadra seduto tristemente in panchina e in tribuna non era bello, ma ricordare quando era un tarantolato in campo e seminava letteralmente il panico è un bel ricordo. Ho avuto la fortuna di assistere a decine di suoi goal a san  Siro, quella contro l’Aiax del 2003 la più intensa, quella più incompiuta contro il Dortmund l’anno prima. Ma il vero magone la doppietta contro il Real Madrid dello scorso anno, brividi a San Siro. Gattuso ha rappresentato un mondo quello della classe operaia in paradiso capace con la sua grinta di indirizzare la partita, le semifinali contro l’Inter del 2003 ne sono state un fulgido esempio. Clarence è forse quello meno reclamizzato ora, ma ha sempre avuto un visione di gioco notevole e dei gesti di classe immensi. Valga per tutti la partita perfetta contro il Manchester il 2 maggio 2007 preludio della settima coppa. Cari ragazzi con voi ho vissuto dei momenti intensi e irripetibili, dirvi grazie è solo il minimo, con voi saremo per sempre immortali sia per le vittorie che per lo stile. Peccato invece a proposito di stile  quanto dichiarato da Pirlo oggi che ha sputato sentenze e veleni sul Milan; un po’ più di rispetto per quei colori che lo hanno sostenuto non guasterebbe. Non ci resta che consolarci con la 3 M (Muntari – Montolivo – Mudingay) e sperare in una nuova classe di campioni, il Milan e i suoi tifosi sono abituati ai cambiamenti ma oggi c’è un canzone triste nel mio cuor come cantava Zucchero.

RIPRODUZIONE RISERVATA

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http://www.ilveromilanista.it/?p=6482

MILANO.

Altra giornata di lavoro intenso in via Turati sul fronte contratti in scadenza: la notizia che fa più clamore, ma che onestamente ci si attendeva, è stato l’addio di Gattuso: Ringhio si era recato in via Turati speranzoso di trovare conferme sul suo impiego continuo l’anno prossimo, sicurezze che il Milan non può dare nè a lui nè a nessun altro; oltretutto, alcune indiscrezioni dicono che Massimiliano Allegri abbia avallato l’addio del mediano calabrese e abbia chiesto alla società di provare a trattenere Flamini, facendo intendere dunque che preferisce il francese allo storico numero 8 rossonero. Queste le parole di Gattuso appena uscito dalla sede di via Turati:

“E’ andata che Galliani m’ha lasciato con il CD di Fausto Leali, con la canzone mi manchi. Domani faremo una conferenza stampa a Milanello. Farò un anno fuori, è stato un arrivederci e l’anno prossimo vediamo. Non ho nulla in ballo al momento. E’ arrivato il momento di dare spazio agli altri. Il Milan ha fatto molto di più di quello che ho fatto io ed è arrivato il momento di mettersi da parte. Dove vado? Non lo so, non ho in ballo niente”

Nel frattempo Galliani ha anche piazzato la prima mossa per sistemare la fisionomia della difesa rossonera del dopo-Nesta: con un gesto, questo sì, inaspettato, l’A.D. rossonero ha prolungato il contratto a Mario Yepes, nonostante l’elevata età del difensore, che sembrava ormai destinato a chiudere la carriera altrove. Il rinnovo è su base annuale e non ci è dato, per il momento, sapere le cifre legate al Colombiano.

Altra notizia fresca di giornata, riportata dalle pagine de La gazzetta dello Sport è quella che vedrebbe la famiglia Berlusconi decisa a cedere una quota considerevole della società; si parla di una quota attorno al 40%. Per la verità, già in passato si erano sentite voci simili in questo senso, ma le trattative si sono arenate vuoi perchè gli investitori non convincevano la famiglia Berlusconi, ma anche e sopratutto perchè Berlusconi non era troppo convinto della necessità di vendere. Ora lo scenario pare essere cambiato, anche di fronte a tutti questi addii illustri [ricordiamo che, oltre a Nesta e Gattuso, bisogna fare i conti con la partenza ormai annunciata di Inzaghi e Seedorf ndr], che imporranno al Milan dei sacrifici economici in sede di mercato, se si vorrà mantenere la squadra competitiva a certi livelli ed evitare quindi la fuga dei giocatori più rappresentativi e forti, come Thiago Silva, Boateng e Ibrahimovic. Le piste al vaglio del cavaliere sono tre: Investitori Arabi, Russi, oppure la quotazione della società alla borsa di Hong Kong; mosse che potrebbero fruttare un’entrata di circa 200 milioni di euro a compenso del passaggio della proprietà di una considerevole fetta del club, valutato da Berlusconi sugli 800 milioni di euro. Parte del ricavato verrebbe reinvestito sul mercato, per sostituire al meglio le partenze e provare a riaprire un nuovo ciclo vincente con nuovi volti e nomi. A fronte della situazione, se questa indiscrezione fosse vera, Berlusconi farebbe meglio a sbrigarsi: con un budget per il mercato vicino allo zero, l’anno prossimo potrebbe essere una stagione di vacche magre per i rossoneri.

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http://www.ilveromilanista.it/?p=6487

MILANO.

Si chiude oggi l’avventura rossonera di SuperPippo Inzaghi. L’eroe di Atene saluta così i tifosi ai microfoni di Milan Channel, ripercorrendo le tappe più emozionanti della sua carriera al Milan: “Arrivare a giocare partite importanti, facendo pensare a me e ai tifosi del Milan che quella era la mia gara. Questo è qualcosa di magico e speciale: tutto questo mi mancherà. Così come i miei compagni, lo spogliatoio e Milanello. Ci sono poche parole. Questa storia va rivissuta e rivista domenica. A Verona nel 2002 fu la partita più importante: da lì andammo al Manchester. Ricordo i due preliminari delle due Champions: con lo Slovan Liberec e la Stella Rossa. C’è molto da ricordare, l’importante che noi li abbiamo vissuti. Mi vengono i brividi a pensare alla serata contro la Stella Rossa. Loro avevano capito che quello poteva essere il mio miglior compleanno. Dovevo essere in Sardegna a festeggiare, ma per chi conosce Inzaghi era più importante giocare. Mi son sempre nutrito della forza dei dirigente, dei miei compagni o del mio allenatore. Non mi scoraggio davanti agli avversari. Ricordo che Van Bommel mi marcò nel 2007 a Monaco. Da lì iniziò la cavalcata di Atene: quella è la partita della mia vita. Non giocai Istanbul: nelle due Champions, però, ho avuto un ruolo da protagonista”.

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MILANO.

Tutte le cose che state per leggere saranno sempre seconde, rispetto ad una. La prima e unica cosa che voglio che voi sappiate per sempre è questa: ho giocato e vinto per Noi. Giocare e vincere senza condividere le emozioni è nulla, invece io e voi, noi, abbiamo fatto tutto insieme. Abbiamo sperato, abbiamo sofferto, abbiamo esultato, abbiamo gioito. E abbiamo alzato le coppe e gli scudetti insieme ai nostri cuori. Siamo sempre stati sulla stessa lunghezza d’onda. E questo non ce lo toglierà mai nessuno.

Sapete, cari Milanisti, quando sono arrivato a Milano voi non lo sapevate. Ero in una stanza d’albergo e dovevo uscire il meno possibile, per non dare nell’occhio e per non compromettere quella trattativa di mercato fra la Juventus e il Milan. Le prime settimane, i primi mesi, mi avete studiato, ci siamo guardati.

Poi, ci siamo innamorati. Quella sera contro il Torino. Eravate arrabbiati, le cose in campo non andavano bene, eravate in silenzio. Mi sono tolto le stampelle, ho iniziato il riscaldamento e il vostro ruggito dedicato a me ci ha fatto vincere la partita, ci ha proiettati al preliminare di Champions League e poi alla nostra Finale di Manchester. Questi ricordi, insieme a tutte le persone che mi consolavano ad Anversa nei mesi difficili del 2004 e del 2005 e ai brividi che abbiamo provato insieme il 9 Agosto 2006, il giorno del mio compleanno, contro la Stella Rossa, saranno sempre sul comodino del mio cuore, accanto agli affetti più cari.

Atene. Il calcio ce l’ha regalata per un solo motivo: io e voi, noi, l’abbiamo voluta così fortemente, così intensamente, che non poteva concedersi. Certo, la realtà è andata oltre i nostri sogni più belli. Due gol, contro il Liverpool, due anni dopo Istanbul, la Settima Champions League. Il destino ci ha riservato quello che non osavamo sperare.

Io oggi voglio ringraziare con affetto e commozione il presidente Berlusconi e Adriano Galliani: la loro elettricità e la loro capacità di emozionarsi per me mi ha reso più forte, mi ha spinto oltre qualsiasi limite. Ma voglio rivolgere un pensiero anche a chi, dalle giovanili a tutte le splendide squadre dove ho giocato nella mia carriera, mi ha aiutato a diventare l’uomo e il calciatore che sono oggi.

Grazie Milan, grazie calcio. Concedetemi di chiamarlo mio il Milan, le persone di via Turati, di Milanello, gli uffici, i centralini, i magazzinieri, i fisioterapisti, i medici, le cucine, lo Stadio, gli addetti, lo spogliatoio. Tutte le persone che mi vedevano arrivare con il maglioncino alla domenica e vibravano già sperando nel mio gol. Ciao Mister Ancelotti, con te ho vinto tutto, ciao ai miei meravigliosi tifosi che mi seguono da tutto il mondo, sempre con affetto e con grande passione, ciao ai miei fantastici compagni di squadra, di oggi e di ieri.

E infine, concedetemelo, grazie, grazie, grazie alla mia famiglia: mamma Marina, papà Giancarlo, Simone e Tommaso. Non sarei arrivato fino a qui senza di voi. Siete la mia forza. Caro il mio Milan, Ti lascio solo perché è la vita, perché è il momento. Lo sai anche Tu.

Ciao a tutti e grazie,

Pippo Inzaghi

FONTE: ACMilan.com

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MILANO.

Lunga intervista di SkySport24 all’ex capitano rossonero Paolo Maldini . Di seguito le principali dichiarazioni:

Sull’amico Alessandro Nesta: “Ognuno sa quando è venuto il momento di smettere per problemi fisici o provare un’esperienza diversa”.

Sul suo futuro: “Il calcio mi piace osservarlo anche da fuori, si riesce a essere più obiettivi e a osservare determinate cose. Quello che sarà il mio futuro non lo so, in questo momento vivo un presente di assoluto privilegio. Un ruolo nel Milan? Non me l’hanno mai proposto. Se ci sarà un giorno la possibilità di rendermi utile sarei felice, altrimenti vedremo cosa mi riserverà il futuro. Sono abituato a conquistarmi le cose, non mi aspetto nulla”.

Sullo scudetto della Juve: “Il Milan l’ha un po’ buttato visti i tanti punti di vantaggio regalati alla Juventus, senza nulla togliere ai meriti dei bianconeri”.

Sui punti di partenza in casa Milan: “I due perni della squadra credo siano Thiago Silva e Ibrahimovic, sono i due simboli di questa squadra. In Italia con questa squadra si può lottare per il campionato, in Europa è più difficile”.

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MILANO.

Il Milan perde i pezzi, uno alla volta. Nesta, forse Gattuso, probabilmente anche il generale Van Bommel. Mark ha preparato le valigie oramai da un mese, in procinto di accettare la proposta del suo vecchio club, il PSV Eindhoven. Atteso nelle prossime ore un incontro tra il centrocampista rossonero e i vertici di Via Turati.

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MILANO

Un addio era già sufficiente tre / quattro diventano insostenibili senza versare una lacrimuccia per quello che è stato per la gioia determinata dal loro gioco, per i successi ritmati e per le delusioni smaltite.  La seconda era del Milan di Berlusconi è stata appannaggio dei Nesta dei Seedorf e anche di Pippo e di Gattuso tutti questi personaggi che a vario titolo non calcheranno più la soffice terra della Scala del Calcio. Ti chiedi come sia possibile ma poi ti volti indietro e capisci che sono passati anni, e in alcuni casi due lustri, e allora quelli che avevi conosciuto come ragazzi sono oramai personaggi al termine della loro brillante carriera. Pensare a Pippo Inzaghi l’uomo che “ciulava” la palla a Del Piero e non concedeva un pallone agli avversari e anche ai compagni di squadra seduto tristemente in panchina e in tribuna non era bello, ma ricordare quando era un tarantolato in campo e seminava letteralmente il panico è un bel ricordo. Ho avuto la fortuna di assistere a decine di suoi goal a san  Siro, quella contro l’Aiax del 2003 la più intensa, quella più incompiuta contro il Dortmund l’anno prima. Ma il vero magone la doppietta contro il Real Madrid dello scorso anno, brividi a San Siro. Gattuso ha rappresentato un mondo quello della classe operaia in paradiso capace con la sua grinta di indirizzare la partita, le semifinali contro l’Inter del 2003 ne sono state un fulgido esempio. Clarence è forse quello meno reclamizzato ora, ma ha sempre avuto un visione di gioco notevole e dei gesti di classe immensi. Valga per tutti la partita perfetta contro il Manchester il 2 maggio 2007 preludio della settima coppa. Cari ragazzi con voi ho vissuto dei momenti intensi e irripetibili, dirvi grazie è solo il minimo, con voi saremo per sempre immortali sia per le vittorie che per lo stile. Peccato invece a proposito di stile  quanto dichiarato da Pirlo oggi che ha sputato sentenze e veleni sul Milan; un po’ più di rispetto per quei colori che lo hanno sostenuto non guasterebbe. Non ci resta che consolarci con la 3 M (Muntari – Montolivo – Mudingay) e sperare in una nuova classe di campioni, il Milan e i suoi tifosi sono abituati ai cambiamenti ma oggi c’è un canzone triste nel mio cuor come cantava Zucchero.

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Altra giornata di lavoro intenso in via Turati sul fronte contratti in scadenza: la notizia che fa più clamore, ma che onestamente ci si attendeva, è stato l’addio di Gattuso: Ringhio si era recato in via Turati speranzoso di trovare conferme sul suo impiego continuo l’anno prossimo, sicurezze che il Milan non può dare nè a lui nè a nessun altro; oltretutto, alcune indiscrezioni dicono che Massimiliano Allegri abbia avallato l’addio del mediano calabrese e abbia chiesto alla società di provare a trattenere Flamini, facendo intendere dunque che preferisce il francese allo storico numero 8 rossonero. Queste le parole di Gattuso appena uscito dalla sede di via Turati:

“E’ andata che Galliani m’ha lasciato con il CD di Fausto Leali, con la canzone mi manchi. Domani faremo una conferenza stampa a Milanello. Farò un anno fuori, è stato un arrivederci e l’anno prossimo vediamo. Non ho nulla in ballo al momento. E’ arrivato il momento di dare spazio agli altri. Il Milan ha fatto molto di più di quello che ho fatto io ed è arrivato il momento di mettersi da parte. Dove vado? Non lo so, non ho in ballo niente”

Nel frattempo Galliani ha anche piazzato la prima mossa per sistemare la fisionomia della difesa rossonera del dopo-Nesta: con un gesto, questo sì, inaspettato, l’A.D. rossonero ha prolungato il contratto a Mario Yepes, nonostante l’elevata età del difensore, che sembrava ormai destinato a chiudere la carriera altrove. Il rinnovo è su base annuale e non ci è dato, per il momento, sapere le cifre legate al Colombiano.

Altra notizia fresca di giornata, riportata dalle pagine de La gazzetta dello Sport è quella che vedrebbe la famiglia Berlusconi decisa a cedere una quota considerevole della società; si parla di una quota attorno al 40%. Per la verità, già in passato si erano sentite voci simili in questo senso, ma le trattative si sono arenate vuoi perchè gli investitori non convincevano la famiglia Berlusconi, ma anche e sopratutto perchè Berlusconi non era troppo convinto della necessità di vendere. Ora lo scenario pare essere cambiato, anche di fronte a tutti questi addii illustri [ricordiamo che, oltre a Nesta e Gattuso, bisogna fare i conti con la partenza ormai annunciata di Inzaghi e Seedorf ndr], che imporranno al Milan dei sacrifici economici in sede di mercato, se si vorrà mantenere la squadra competitiva a certi livelli ed evitare quindi la fuga dei giocatori più rappresentativi e forti, come Thiago Silva, Boateng e Ibrahimovic. Le piste al vaglio del cavaliere sono tre: Investitori Arabi, Russi, oppure la quotazione della società alla borsa di Hong Kong; mosse che potrebbero fruttare un’entrata di circa 200 milioni di euro a compenso del passaggio della proprietà di una considerevole fetta del club, valutato da Berlusconi sugli 800 milioni di euro. Parte del ricavato verrebbe reinvestito sul mercato, per sostituire al meglio le partenze e provare a riaprire un nuovo ciclo vincente con nuovi volti e nomi. A fronte della situazione, se questa indiscrezione fosse vera, Berlusconi farebbe meglio a sbrigarsi: con un budget per il mercato vicino allo zero, l’anno prossimo potrebbe essere una stagione di vacche magre per i rossoneri.

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MILANO.

Si chiude oggi l’avventura rossonera di SuperPippo Inzaghi. L’eroe di Atene saluta così i tifosi ai microfoni di Milan Channel, ripercorrendo le tappe più emozionanti della sua carriera al Milan: “Arrivare a giocare partite importanti, facendo pensare a me e ai tifosi del Milan che quella era la mia gara. Questo è qualcosa di magico e speciale: tutto questo mi mancherà. Così come i miei compagni, lo spogliatoio e Milanello. Ci sono poche parole. Questa storia va rivissuta e rivista domenica. A Verona nel 2002 fu la partita più importante: da lì andammo al Manchester. Ricordo i due preliminari delle due Champions: con lo Slovan Liberec e la Stella Rossa. C’è molto da ricordare, l’importante che noi li abbiamo vissuti. Mi vengono i brividi a pensare alla serata contro la Stella Rossa. Loro avevano capito che quello poteva essere il mio miglior compleanno. Dovevo essere in Sardegna a festeggiare, ma per chi conosce Inzaghi era più importante giocare. Mi son sempre nutrito della forza dei dirigente, dei miei compagni o del mio allenatore. Non mi scoraggio davanti agli avversari. Ricordo che Van Bommel mi marcò nel 2007 a Monaco. Da lì iniziò la cavalcata di Atene: quella è la partita della mia vita. Non giocai Istanbul: nelle due Champions, però, ho avuto un ruolo da protagonista”.

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MILANO.

Tutte le cose che state per leggere saranno sempre seconde, rispetto ad una. La prima e unica cosa che voglio che voi sappiate per sempre è questa: ho giocato e vinto per Noi. Giocare e vincere senza condividere le emozioni è nulla, invece io e voi, noi, abbiamo fatto tutto insieme. Abbiamo sperato, abbiamo sofferto, abbiamo esultato, abbiamo gioito. E abbiamo alzato le coppe e gli scudetti insieme ai nostri cuori. Siamo sempre stati sulla stessa lunghezza d’onda. E questo non ce lo toglierà mai nessuno.

Sapete, cari Milanisti, quando sono arrivato a Milano voi non lo sapevate. Ero in una stanza d’albergo e dovevo uscire il meno possibile, per non dare nell’occhio e per non compromettere quella trattativa di mercato fra la Juventus e il Milan. Le prime settimane, i primi mesi, mi avete studiato, ci siamo guardati.

Poi, ci siamo innamorati. Quella sera contro il Torino. Eravate arrabbiati, le cose in campo non andavano bene, eravate in silenzio. Mi sono tolto le stampelle, ho iniziato il riscaldamento e il vostro ruggito dedicato a me ci ha fatto vincere la partita, ci ha proiettati al preliminare di Champions League e poi alla nostra Finale di Manchester. Questi ricordi, insieme a tutte le persone che mi consolavano ad Anversa nei mesi difficili del 2004 e del 2005 e ai brividi che abbiamo provato insieme il 9 Agosto 2006, il giorno del mio compleanno, contro la Stella Rossa, saranno sempre sul comodino del mio cuore, accanto agli affetti più cari.

Atene. Il calcio ce l’ha regalata per un solo motivo: io e voi, noi, l’abbiamo voluta così fortemente, così intensamente, che non poteva concedersi. Certo, la realtà è andata oltre i nostri sogni più belli. Due gol, contro il Liverpool, due anni dopo Istanbul, la Settima Champions League. Il destino ci ha riservato quello che non osavamo sperare.

Io oggi voglio ringraziare con affetto e commozione il presidente Berlusconi e Adriano Galliani: la loro elettricità e la loro capacità di emozionarsi per me mi ha reso più forte, mi ha spinto oltre qualsiasi limite. Ma voglio rivolgere un pensiero anche a chi, dalle giovanili a tutte le splendide squadre dove ho giocato nella mia carriera, mi ha aiutato a diventare l’uomo e il calciatore che sono oggi.

Grazie Milan, grazie calcio. Concedetemi di chiamarlo mio il Milan, le persone di via Turati, di Milanello, gli uffici, i centralini, i magazzinieri, i fisioterapisti, i medici, le cucine, lo Stadio, gli addetti, lo spogliatoio. Tutte le persone che mi vedevano arrivare con il maglioncino alla domenica e vibravano già sperando nel mio gol. Ciao Mister Ancelotti, con te ho vinto tutto, ciao ai miei meravigliosi tifosi che mi seguono da tutto il mondo, sempre con affetto e con grande passione, ciao ai miei fantastici compagni di squadra, di oggi e di ieri.

E infine, concedetemelo, grazie, grazie, grazie alla mia famiglia: mamma Marina, papà Giancarlo, Simone e Tommaso. Non sarei arrivato fino a qui senza di voi. Siete la mia forza. Caro il mio Milan, Ti lascio solo perché è la vita, perché è il momento. Lo sai anche Tu.

Ciao a tutti e grazie,

Pippo Inzaghi

FONTE: ACMilan.com

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MILANO.

Lunga intervista di SkySport24 all’ex capitano rossonero Paolo Maldini . Di seguito le principali dichiarazioni:

Sull’amico Alessandro Nesta: “Ognuno sa quando è venuto il momento di smettere per problemi fisici o provare un’esperienza diversa”.

Sul suo futuro: “Il calcio mi piace osservarlo anche da fuori, si riesce a essere più obiettivi e a osservare determinate cose. Quello che sarà il mio futuro non lo so, in questo momento vivo un presente di assoluto privilegio. Un ruolo nel Milan? Non me l’hanno mai proposto. Se ci sarà un giorno la possibilità di rendermi utile sarei felice, altrimenti vedremo cosa mi riserverà il futuro. Sono abituato a conquistarmi le cose, non mi aspetto nulla”.

Sullo scudetto della Juve: “Il Milan l’ha un po’ buttato visti i tanti punti di vantaggio regalati alla Juventus, senza nulla togliere ai meriti dei bianconeri”.

Sui punti di partenza in casa Milan: “I due perni della squadra credo siano Thiago Silva e Ibrahimovic, sono i due simboli di questa squadra. In Italia con questa squadra si può lottare per il campionato, in Europa è più difficile”.

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MILANO.

Il Milan perde i pezzi, uno alla volta. Nesta, forse Gattuso, probabilmente anche il generale Van Bommel. Mark ha preparato le valigie oramai da un mese, in procinto di accettare la proposta del suo vecchio club, il PSV Eindhoven. Atteso nelle prossime ore un incontro tra il centrocampista rossonero e i vertici di Via Turati.

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SuperPippo, lettera di addio: “Grazie a tutti”

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