MILAN-PALERMO, IL MIGLIORE IN CAMPO

© foto di Alberto Lingria/PhotoViews

Le parole sanno avere suoni diversi, pesi differenti, ed echi importanti. Se le parole sono “origliate” da milioni di “spioni”, captate da decine di microfoni e congelate dalle telecamere, possono lasciare spazio a troppe interpretazioni differenti.
Se le parole sono lasciate andare da uno dei protagonisti più in vista del calcio mondiale, poi, sono capaci di minare l’umore di migliaia di appassionati, alimentando le fantasie ed allo stesso le ansie di chi “vive” di calcio per pura passione.
Thiago Silva è l’oggetto dei desideri di tutte le migliori squadre al mondo, questo non è un mistero, ma la fantasia del brasiliano, per sua stessa ammissione, potrebbe essere stimolata da una sola maglia, quella della squadra attualmente migliore al mondo. Se proprio quella squadra è la pretendente numero uno al più grande centrale difensivo sul pianeta, ecco che i calcoli vengono semplici, che le illazioni sfuggono spontaneamente alle penne degli addetti ai lavori, e che la terra sotto i piedi degli appassionati rossoneri inizia a tremare.
Thiago Silva è il vero perno del nuovo Milan, più di Ibrahimovic, campione troppo sfuggente per diventare bandiera, più di Pato, troppo spesso in infermeria per dare delle certezze, più di Cassano, troppo occupato a grattarsi la testa per pensare ad un futuro da colonna rossonera.
Il numero 33 è stato accostato a uomini che hanno fatto la storia di questo club. Gente del calibro di Paolo Maldini, più di un ventennio in rossonero, o di Franco Baresi, capitano indimenticato da tifosi e malinconici di un calcio che non c’è più. Lo stesso Thiago ha ammesso di sentirsi in imbarazzo nel vedere il suo nome scritto o pronunciato di fianco a quello di campioni di quel calibro. Lo stesso brasiliano, qualche tempo fa, ammetteva che gli piacerebbe giocare nel Milan sino a 40 anni, come ha fatto proprio Paolo Maldini, di cui, seppur raddoppiato, porta il numero sulle spalle.
Il Milan crede in lui, sembra voler fondare nuovamente la squadra partendo da una colonna arretrata, come fatto già in precedenza, perché se gli attaccanti dal Milan sono partiti, i difensori non hanno mai ottenuto il “passaporto”, perché è da loro che parte una rifondazione. Il Milan si appresta ad una piccola rivoluzione, i senatori si avviano all’addio, da Gattuso ad Ambrosini, Nesta e Seedorf, piuttosto che Inzaghi. La compagine rossonera ha necessità di trovare continuità in uomini che hanno saputo crescere al fianco di questi campioni, e la dirigenza di via Turati l’ha mostrato mediante il prolungamento del contratto di Thiago Silva sino al 2016, periodo più lungo possibile per la contrattualizzazione di un giocatore professionista.
Il giocatore ha ribadito ieri, in conferenza stampa, che “spera” di onorare quel contratto, che “spera” di indossare la fascia di capitano un giorno. Allo stesso tempo, non ha escluso con decisione la possibilità di un addio alla maglia rossonera prima del tempo. Alla domanda sulla possibilità di un suo passaggio al Barcellona, ha risposto in maniera ambigua, rimandando a Galliani ed al suo procuratore la decisione.
Il Milan ha fatto abbastanza, Galliani si è sempre affrettato a smentire le voci sui contatti con i catalani, ha messo nero su bianco la sua volontà di non lasciarsi scappare quel talento così puro, non ha mai fissato un prezzo per la sua cessione e non sembra avere alcuna intenzione di farlo. Il suo procuratore non si è mai espresso in merito, se non per confermare quanto il giocatore si trovi bene nella Milano rossonera, e per ribadire l’importanza di un contratto così lungo. Jorge Mendes, agente di Thiago Silva come di Mourinho, per di più non sembra avere un grandissimo rapporto con il Barcellona, squadra con la quale non ha mai chiuso alcun affare nella sua brillante carriera da procuratore.
Seppur bollente, quindi, la palla passa sempre e comunque nelle mani di Thiago Silva, che “spera” di restare a lungo, che “spera” di diventare capitano, e che a questo punto “deve urlarlo” con forza, alzando il volume di quelle parole che avrebbero così un tono inconfondibile, un suono immutabile, che terrebbero ben salda la terra sotto i piedi dei tifosi del diavolo, che perforerebbero microfoni, penne e telecamere. Da Thiago Silva ci si aspetta una dichiarazione d’amore, senza se e senza ma, ci si aspetta che sappia legarsi a quella maglia come hanno fatto gli illustri predecessori cui viene accostato, gente che non è mai stata al centro delle cronache di mercato, che ha mostrato con parole e gesti il proprio amore verso quei colori: che è saputa diventare vera ed indimenticabile bandiera del club più titolato al mondo.

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