Thiago Silva “non son un mercenario, sarei rimasto”

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Thiago Silva

Thiago Silva con la maglia del Brasile – Foto

Avevo detto chiaro a tutti che io volevo restare fino alla fine del mio contratto. C’è stato un gran parlare tra il Paris Saint Germain e il Milan, tra Leonardo e Galliani. Ma i tifosi hanno fatto quell’iniziativa e Berlusconi non ha voluto vendermi, e così ho avuto il rinnovo e io ero felice. Poi le cose sono cambiate di nuovo”.
Thiago Silva si esprime così in una lunga intervista concessa oggi alla ‘Gazzetta dello Sport’, svelando tutti i retroscena del suo passaggio clamoroso al Paris Saint Germain assieme a Zlatan Ibrahimovic. Il passaggio è avvenuto proprio alla vigilia della preparazione per le Olimpiadi:

Mi ha chiamato Leonardo – racconta il brasiliano – dicendomi che si era riaperta la trattativa, che mi voleva, che erano disposti a fare sacrifici. Io ero un po’ confuso, quando mi ha chiamato l’amico Ambrosini gli ho detto che ancora non sapevo. Ma avevo capito che il Milan aveva difficoltà economiche e sarebbe stato molto difficile restare: se non fosse stato per questo sarei ancora lì. Io non sono un mercenario, Milano era la mia casa. D’altronde hanno fatto un grande affare: mi hanno pagato 10 milioni e venduto a 42.

Il Milan gli mancherà, non può negarlo:


Tutti, lo dico senza ruffianeria. Andavo d’accordo con tutti. Sono sicuro che sentirò molta nostalgia. Messaggi? Difficile esprimere i sentimenti, proprio perché là ho lasciato tanti amici, dentro e fuori dal campo, come avere un’altra famiglia. Posso augurare loro buona fortuna ma è difficile parlare con serenità ora. Ho avuto tanti momenti importanti lì.

Per Thiago Silva la strada del Milan è in salita, ma può contare su un Pato rigenerato:

Il Milan è un po’ più povero, questo sì. Mancheranno anche i senatori Gattuso, Inzaghi e Seedorf. Il club ha perso molto, è un Milan che dovrà riformarsi. Sarà dura, ma Allegri è un tecnico intelligente e capace, saprà rimediare a tante situazioni. Credo molto in Pato, può essere il trascinatore del nuovo Milan. Lo vedo qui: ha grande fiducia, gran voglia di dimostrare quanto vale davvero. Con noi in ritiro ha lavorato molto bene, fisicamente ora è in forma.

Infine una battuta sul Brasile e le Olimpiadi:

Siamo concentrati e fiduciosi: abbiamo come unico obiettivo vincere e entrare nella storia. È l’unico trofeo che ci manca, è anche una manifestazione storicamente difficile per noi. Nemmeno con Ronaldo e Romario siamo riusciti a trionfare. Quattro anni fa, con me, c’era Ronaldinho. Non so se questo Brasile sia più forte, di sicuro è simile. La differenza che trovo è che stavolta la preparazione è stata molto buona: ci siamo allenati per un periodo a Rio e l’altro qui in Inghilterra. Prima di Pechino invece, siamo stati troppo in giro per le amichevoli. E poi, ripeto, vedo il gruppo molto concentrato. E siamo sulla buona strada, con la qualificazione da primi con una giornata d’anticipo.

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