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MILAN-ATALANTA, IL MIGLIORE IN CAMPO
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Il Milan batte l’Atalanta con un gol per tempo, ma la rete più importante è quella di Bertolacci a Torino; la Juve pareggia, il distacco dalla vetta scende a un solo punto e ora può succedere di tutto…
© foto di ALBERTO LINGRIA
Mai come questa volta bisogna partire dalla fine e da quell’incredibile epilogo della 36^ giornata di campionato che potrebbe cambiare un destino che sembrava già segnato e deciso; la notizia (questa volta vera!) del gol di Bertolacci a Torino ha infiammato San Siro molto più del gol di Muntari ad inizio partita e ha ridato speranza al popolo rossonero che ormai seguiva quasi distrattamente la partita, magari ripensando con rammarico alle occasioni sprecate in questo campionato che non hanno permesso al Milan di trovarsi in vetta. Ovviamente la Juventus ha ancora un piccolo grande vantaggio ed è padrona del proprio destino, ma ora i sottili equilibri psicologici potrebbero essere cambiati: nei bianconeri potrebbe subentrare un po’ di paura e quel “braccino” tremebondo che molti chiamano paura di vincere, mentre i rossoneri hanno ritrovato entusiasmo e convinzione proprio alla vigilia dell’insidioso derby, che ora verrà giocato con grande determinazione, strardinarie motivazioni e con quello smisurato orgoglio che ha portato la squadra a non mollare mai, nemmeno quando ormai sembrava finita, perchè il calcio è strano, pazzo e contrario ad ogni logica e può sempre succedere di tutto. Ovviamente non è ancora successo alcunchè di fondamentale e la Juve è ancora davanti, ma a volte il destino lancia dei segnali e chi ci credeva prima della partita contro l’Atalanta a maggior ragione ci crede ora, perchè la speranza che sembrava morta e sepolta è tornata improvvisamente in vita. Anche contro i bergamaschi non si è certamente visto il miglior Milan, feroce e scatenato nei primi dieci minuti ma poi improvvisamente e troppo repentinamente involuto e tranquillo, quasi che il gol di Muntari avesse avuto un effetto soporifero su una squadra convinta di aver già conquistato agevolmente i tre punti. Una buona Atalanta ha messo in difficoltà i rossoneri e ha fatto soffrire lo scarso pubblico di San Siro, poi nel finale è arrivata la scarica di adrenalina del gol di Bertolacci, che ha esaltato il pubblico e ha trasmesso nuova carica alla squadra, che si è rigettata all’attacco per chiudere la partita, perchè a quel punto la vittoria era diventata improvvisamente importantissima per riaprire il discorso scudetto e, infatti, è arrivato il gol di Robinho in pieno recupero che ha concluso nel migliore dei modi la serata.
Con la rosa quasi al completo (meglio tardi che mai!), Allegri si permette il lusso di fare un po’ di turn-over, visto che siamo a fine campionato, le energie sono al lumicino e l’ultimo turno infrasettimanale della stagione costringe ad un surplus di fatica proprio nella settimana che si chiude con l’atteso derby contro l’Inter; ecco perchè Abate non è stato nemmeno convocato e al suo posto viene rilanciato De Sciglio dopo la buona prova di Verona; riposo in panchina anche per Bonera, con Mexes centrale al fianco di Nesta; a centrocampo si rivede capitan Ambrosini con Muntari e Nocerino ai lati; tutto confermato, invece, in attacco, con Boateng trequartista e Cassano titolare per la seconda volta consecutiva come partner di Ibrahimovic, diffidato, a rischio squalifica per il derby ma comunque in campo perchè chi ha segnato 26 gol non si può lasciare fuori a cuor leggero quando c’è ancora in gioco uno scudetto, anche se le speranze sono minime. In casa Milan c’è voglia di guardare al futuro e, infatti, i giocatori scendono in campo con la maglia della prossima stagione, con le righe che tornano ad essere più larghe, un vistoso colletto bianco e ancora in bella mostra sul petto lo scudetto che in verità potrebbe non esserci più all’inizio della prossima stagione. La speranza è l’ultima a morire, bisogna provare a crederci fino alla fine, ma i primi a non crederci sono proprio i tifosi; San Siro è semideserto come non mai in campionato e ci sono larghi vuoti in ogni settore, curva compresa, anche se nel cuore pulsante del tifo rossonero si prova ad incitare la squadra a gran voce, per dimostrare di crederci con i fatti e non solo a parole.
Il Milan inizia alla grande e mette subito sotto l’Atalanta: il più scatenato è Boateng, che sfida a duello Consigli e si vede sempre respingere le sue staffilate dal bravo portiere nerazzurro; sono tre i tentativi del Boa, più uno di Ibra proprio su una respinta di Consigli su tiro del ghanese, poi finalmente il Milan trova il varco giusto, grazie ad un’accelerazione di Ibrahimovic, all’assist di Boateng e al piattone di Muntari, che sul filo del fuorigioco batte imparabilmente l’incolpevole Consigli. Dieci minuti di grande Milan e partita sbloccata, per la gioia del pubblico che si sta godendo una prestazione tonica e determinata di una squadra che mostra di continuare a crederci e di voler vincere almeno per rendere la vita difficile fino all’ultimo alla Juventus, che ha segnato contro il Lecce ancor prima dei rossoneri e ha subito bloccato sul nascere le residue speranze di rimonta. Dopo il veemente avvio, però, la squadra di Allegri si spegne improvvisamente appena segnato il gol, forse per eccessivo rilassamento, forse per la convinzione che il più sia fatto contro un’Atalanta tranquilla in quanto già aritmeticamente salva da domenica scorsa. La gestione della partita diventa complicata e il Milan va in affanno: Abbiati è bravo a deviare un insidioso colpo di testa di Denis, poi un rasoterra dello stesso attaccante finisce fuori di poco; in mezzo a queste occasioni atalantine ce n’è anche una per Cassano, ma il gioco del Milan è ora più frammentato e infarcito di errori ed è l’Atalanta a fare la partita. Un tiro di Cazzola da lontano finisce fuori di poco chiude un primo tempo con tante luci solo nei primi dieci minuti e molte ombre in seguito, quasi che l’entusiasmo iniziale si sia troppo presto trasformato in rassegnazione.
Anche ad inizio ripresa l’Atalanta sembra più convincente del Milan, ma i rossoneri provano ad invertire la tendenza con qualche fiammata: bella la combinazione fra Cassano e Ibra, ma lo svedese mette fuori di pochissimo dall’area piccola e il risultato rimane pericolosamente in bilico. Fra i migliori in campo c’è sicuramente De Sciglio, che gioca con personalità, corre e spinge molto e mostra buone doti tecniche; sicuramente un elemento da tenere presente per il futuro e un giovane che merita fiducia. Quando Allegri si accorge che il Milan sta calando anche fisicamente, inizia ad inserire forze fresche: il primo ad entrare è Robinho al posto dello stanco Cassano (più di una partita e mezza in tre giorni possono bastare per Fantantonio), poi è la volta di Flamini (all’esordio in questa stagione dopo il grave infortunio nel Trofeo Berlusconi) al posto di Boateng (anche lui rientrato da poco e non nelle migliori condizioni) e, infine, entra anche Gattuso al posto di Ambrosini (altro giocatore non al meglio in quanto reduce da vari acciacchi). Il Milan trae un po’ di giovamento da questi cambi e riprende ad attaccare nel tentativo di chiudere la partita per evitare beffe. E’ Ibra a cercare la via della rete, ma una prima conclusione viene deviata da Consigli e un’altra finisce fuori, poi è la volta di Robinho, ma una deviazione manda il suo tiro a stamparsi sulla traversa con una strana traiettoria e il risultato rimane invariato. Il Milan si trascina stancamente verso una vittoria di misura ben poco esaltante, il pubblico assiste quasi distrattamente alla sfida, anche l’intensità dell’incitamento della curva comincia a diminuire, ma a cambiare tutto arriva la notizia del gol del Lecce a Torino e l’effetto sull’ambiente è migliore di quello di un altro gol dei rossoneri. San Siro ruggisce rabbiosamente, la squadra percepisce che è avvenuto qualcosa di importante e torna ad attaccare con più convinzione, perchè una vittoria che fino a quel momento serviva solo per le statistiche, per l’orgoglio e per far soffrire ancora un po’ la Juve, diventa un’occasione imperdibile per continuare a crederci fino in fondo e rialimentare il sogno. Forse il boato distrae Ibra, che proprio in concomitanza con la notizia del gol di Bertolacci si divora una rete facile per un campione come lui, allargando troppo il tiro da buona posizione. Poco male, perchè lo svedese si fa perdonare in pieno recupero, tirando un calcio di punizione con un’autentica sassata da lunga distanza, che Consigli può solo respingere e non trattenere; sul pallone si avventa Robinho che di testa mette il pallone sul palo lontano e beffa il portiere. Partita finalmente chiusa ad un minuto dalla fine del recupero e a sfida di Torino già finita; adesso si può finalmente star tranquilli e ricominciare a sperare nell’impossibile e c’è grande entusiasmo al triplice fischio di Guida.
Serata emozionante oltre ogni più rosea aspettativa: la vittoria dei rossoneri era in preventivo ed è forse stata più sofferta del previsto contro un buon avversario; un passo indietro rispetto alla prestazione di Siena, ma ciò che è successo nel finale mette in secondo piano ogni altra considerazione. Un Milan che sembrava ormai spacciato, perchè un’altra vittoria della Juve avrebbe davvero ridotto al lumicino le già scarse speranze, ritrova improvvisamente entusiasmo e capovolge il quadro psicologico, perchè chi si considerava già sconfitto non ha comunque nulla da perdere e può vivere queste ultime due giornate in serenità e quasi divertendosi (come dirà Allegri nel dopo-partita), mentre la pressione ora è tutta sulla Juve che non può più sbagliare. La storia del calcio e del campionato italiano è piena di finali thrilling ed emozionanti in cui verdetti già apparentemente emessi sono stati clamorosamente ribaltati e, quindi, non resta che crederci fino alla fine, ora più di prima. Il derby di domenica prossima, già di per sè partita molto sentita, diventa ora ancor più emozionante e bisogna assolutamente giocarla con straordinarie motivazioni in campo e sugli spalti e vincerla, prima di tutto per tenere aperto il discorso scudetto fino all’ultima giornata e, perchè no, sperare in qualche clamorosa sorpresa come quella inaspettata di questa sera. Muntari e Robinho ma, soprattutto, Bertolacci, hanno fatto tornare la speranza nei cuori rossoneri e ora può davvero succedere di tutto, perchè la Juve ha dentro di sè il tarlo del dubbio e il timore di vedersi sfuggire ciò che sembrava a portata di mano e questo può cambiare un esito che molti davano già per scontato; poi magari non succederà nulla, ma se succede…
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