Tra Rivera, Maldini e Barbara Berlusconi: cambi in società?

Rossonerosémper

Rivera riceve il premio UEFA

La cerimonia sembra una delle solite occasioni insignificanti per un solito premio a una vecchia gloria – eppure mai come stavolta ha un significato importante. Per il premio del presidente UEFA consegnato a Gianni Rivera si è mosso tutta la macchina mediatica del Milan: sito ufficiale, testate giornalistiche collegate e persino dichiarazioni quasi “d’amore” da parte di Adriano Galliani nell’occasione della premiazione svoltasi nella giornata di ieri nella sala Executive di San Siro.

 Rivera è il Milan, ha vinto tantissimo con la nostra maglia, chiunque ama i colori rossoneri ama anche Gianni Rivera. E poi voglio ricordare un’altra cosa: Rivera è stato uno dei pochi grandi capitani del Milan, ci sono stati Cesare Maldini, poi Gianni, Franco Baresi e Paolo Maldini

Eppure, come ogni tifoso Rossonero sa e ha vissuto in questi anni, i rapporti tra Rivera e la società Milan non erano mai stati teneri da quando Berlusconi nel 1986 rilevò la società in tribunale. Lo storico capitano rossonero non ha infatti mai nascosto le sue simpatie politiche – diametralmente opposte a quelle del presidente – attaccando più e più volte la società in questi anni. Un esempio a caso – dopo la sconfitta ininfluente con il Lille del dicembre 2006

Viene da piangere altro che da ridere… Avevo detto qualche settimana fa che il Milan mi sembrava da rifondare, poi venni duramente attaccato dalla stessa società rossonera.  Non passarono tre giorni che Berlusconi disse le stesse cose. Rifondare il Milan? A ragionare coi muli non si può: recalcitrano

Rivera è stato quindi messo al margine dai media “amici” e relegato molto spesso in trasmissioni calcistiche di secondo piano subendo “calcisticamente” quella emarginazione mediatica capitata, ad esempio, a Biagi, Santoro, Luttazzi e tutti coloro che la pensavano diversamente dai principali canali di informazione italiani ai tempi dell’editto Bulgaro: non so se sia per il trovarsi nella stessa coalizione politica a causa del governo Monti ma la mia idea rimane quella di un possibile disgelo che possa preludere a un futuro ingresso del pallone d’oro 1969 in società. Difficile ma, in fondo, non impossibile.

Continuando a parlare di bandiere non mi sono invece piaciute le dichiarazioni di pochi mesi fa di Maldini. La cronaca racconta di un Milan che offrì al numero 3 il posto che fu di Leonardo come dirigente di fondazione Milan gentilmente rifiutato: la pretesa pare essere quella di un posto a pieni poteri come lo è – ad esempio – quello di Ariedo Braida. Tale ipotesi francamente mi provoca fastidio: non capisco perché Maldini dovrebbe infatti ottenere quasi come fosse un “diritto” un posto che è occupato da chi ha più di 25 anni di esperienza in quel campo. Non penso comunque che i contatti si siano interrotti e non penso che Maldini verrà lasciato “a piedi” – ma finché ci sono Galliani e Braida per lui non ci sono possibilità. Appunto, finché ci sono…

La sensazione che comunque qualcosa cambierà è data da quanto stiamo vedendo in questi giorni: Berlusconi allo stadio anche per il Lecce – cosa mai accaduta negli anni precedenti più l’inserimento della figlia Barbara nel CDA del Milan sono un segno sempre più tangibile di una volontà di limitare il potere di Adriano Galliani – con il quale non a caso la figlia dell’ex-presidente del consiglio ha litigato in più occasioni, non ultima quella nell’intervallo di Londra. Difficile ipotizzare un cambio già a Giugno, ma la sensazione è che qualcosa si muova e l’ipotesi Barbara presidente con Rivera o Maldini in dirigenza potrebbe non essere così remota.

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