Ultima trasferta

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Il Milan gioca per l’ultima volta lontano da San Siro in questa stagione e vuole chiudere nel migliore dei modi il suo “giro d’Italia” anche per tenere accesa la flebile fiammella della speranza.

28.04.2012 15:07 di Davide Bin   articolo letto 392 volte

© foto di Daniele Mascolo/PhotoViews

Alla quart’ultima giornata il Milan affronta l’ultima trasferta stagionale ed è una cosa abbastanza curiosa, causata dal fatto che la prossima (e teoricamente ultima) trasferta si gioca…a San Siro, visto che si tratta del derby in casa dell’Inter; a Siena i rossoneri cercano una vittoria che permetta di mantenere vive le ormai scarse speranze di rivincere uno scudetto che sembra aver preso irrimediabilmente la strada di Torino; il turno infrasettimanale di recupero della giornata saltata per la morte di Morosini ha fatto capire ancora una volta (qualora ce ne fosse ancora bisogno…) che le energie dei giocatori del Milan sono al lumicino, ma un orgoglio smisurato consente di ottenere ancora risultati altrimenti impossibili guardando alla qualità del gioco; ciò dovrebbe spegnere ogni speranza, ma mercoledì si è capito che anche la Juve ha faticato, addirittura contro l’ultima in classifica ormai spacciata e potrebbe accusare un po’ di “braccino” proprio ora che la vittoria è ormai ad un passo, quindi conviene davvero dire che la speranza è l’ultima a morire e affidarsi all’aritmetica, materia magari antipatica a molti studenti, ma ora molto simpatica ai tifosi rossoneri, perchè consente di trovare sprazzi di ottimismo laddove non ce ne sono, visto che sembra impossibile che una squadra imbattuta come la Juve possa perdere una partita e pareggiarne un’altra o anche solo pareggiarne due, soprattutto con il calendario che l’attende. Comunque, tanto per non avere rimorsi, il Milan deve cercare di vincere queste quattro partite che mancano e poi eventualmente arrendersi all’evidenza; farlo prima non sarebbe giusto e la squadra ha dimostrato di non voler mollare anche se è in evidente difficoltà: contro il Bologna ha pareggiato al 90° e poi ha rischiato addirittura di vincere; contro il Genoa ha sbloccato il risultato a quattro minuti dalla fine, ma in entrambe le partite ha sofferto tantissimo e, forse, in un’altra situazione di classifica non avrebbe cercato con tanta insistenza il risultato. I rossoneri hanno gettato via le residue speranze scudetto dopo l’eliminazione dalla Champions League; la sconfitta contro la Fiorentina, il pareggio contro il Bologna, unite al pareggio di Catania ottenuto fra le due sfide contro il Barcellona hanno consentito alla Juventus di sorpassare e scappare via; ci sarà tempo fra un paio di settimane di analizzare con calma e serenità il motivo di tutto ciò e di distribuire responsabilità e colpe: scarsa tenuta atletica (preparazione estiva inadeguata e sappiamo tutti perchè…), troppi infortuni (forse anche questi legati a quanto detto prima, a parte quelli traumatici o quelli davvero “sfortunati” di Cassano e Gattuso), errori arbitrali che hanno pesato in alcuni momenti decisivi, gioco che si è improvvisamente involuto, attaccanti che (Ibra a parte) hanno segnato poco, difesa meno ermetica rispetto alla scorsa stagione. Purtroppo si è evidenziato ancora una volta che lo scudetto va alla squadra con la migliore difesa (il Milan la scorsa stagione, la Juve in questa) e non a quella con il migliore attacco (i rossoneri hanno segnato più dei bianconeri) e, quindi, è diventata decisiva la prolungata assenza di Thiago Silva che, non a caso, si è infortunato contro la Roma e da quel momento il rendimento del Milan è precipitato. Ecco perchè anche in prospettiva futura bisogna cercare di costruire una difesa solida attorno al fuoriclasse brasiliano, visto che ormai è stabilito che una grande squadra comincia da una grande difesa, più che da un attacco prolifico.

Questi, però, sono già discorsi legati al futuro e, invece, bisogna sforzarsi di pensare ancora al presente per chiudere nel migliore dei modi la stagione e continuare a credere nell’impossibile ancora per pochi giorni (se la Juventus continuerà a vincere conquisterà lo scudetto domenica prossima indipendentemente dai risultati del Milan e, ovviamente, ancora prima se i rossoneri dovessero lasciare per strada altri punti). Vincere a Siena non sarà facile, perchè i toscani sono in forma, sono reduci da ottimi risultati e vorranno ottenere un risultato di prestigio per impreziosire questo finale di stagione e una salvezza conquistata in anticipo e con relativa tranquillità. Incredibilmente Allegri, dopo aver dovuto affrontare per molti mesi l’emergenza infortuni, vede svuotarsi l’infermeria a quattro giornate dalla fine, forse troppo tardi per averne dei benefici sul piano pratico. A parte Pato e Inzaghi stanno tutti bene e, quindi, il mister ha l’imbarazzo della scelta e deve scontentare qualcuno; diventa difficile ipotizzare la formazione e le uniche certezze sono le assenze di Emanuelson, Thiago Silva, Robinho e Seedorf, cioè i non convocati. La scelta di lasciare ancora a casa Robinho e Seedorf continua ad essere clamorosa ed è, ovviamente, una scelta tecnica; forse Allegri si è sentito tradito dai due giocatori, forse vedendoli tutti i giorni in allenamento ha capito che il loro stato di forma è pessimo e li esporrebbe solo a brutte figure, forse i due appartengono alla lista di chi non ci crede più e, quindi, può anche restarsene a casa. Allegri sa di essere anche lui sul banco degli imputati, accusato da chi considererà negativa questa stagione senza titoli e, quindi, vuole giocarsi le residue e scarse speranze di vittoria con giocatori che possono dare il massimo e sono magari più freschi e brillanti di altri. Doveva esserci il rientro di Thiago Silva, anche per dare un po’ di riposo a Nesta e, invece, ancora una volta il brasiliano è rimasto a casa, anche per evitare brutte ricadute; inutile rischiare con tanta abbondanza, visto che Yepes, Bonera e lo stesso Nesta danno ampie garanzie; possibilità di scelta anche a centrocampo, dove potrebbe trovare spazio Gattuso al posto di uno dei titolari delle ultime sfide, perchè sia Van Bommel che Nocerino e Muntari sono apparsi poco brillanti per diversi motivi, ma è poco probabile che Allegri sconvolga il reparto con troppi cambi, così come è quasi certo il rilancio di Boateng come trequartista (vista la contemporanea assenza di Seedorf, Emanuelson e Robinho); in attacco il Milan non può prescindere da Ibra, che ha segnato 24 reti ed è capocannoniere, anche se il suo rendimento è bruscamente calato dal momento dell’ennesima eliminazione dalla Champions della sua carriera; sembra che lo svedese si sia immalinconito e che spesso giochi senza mordente e grinta, sbagliando cose elementari; al suo fianco potrebbe esserci posto dal primo minuto per Cassano, visto che El Shaarawy non ha convinto nella partita contro il Genoa e Maxi Lopez, invocato da più parti, viene considerato più un’alternativa a Ibra che un eventuale partner. Facile ipotizzare che la vera formazione la conosceremo solo al momento dell’entrata in campo e qualunque sorpresa è possibile; a fine stagione non serve tanto schierare la migliore formazione possibile, quanto piuttosto i giocatori più freschi e brillanti, soprattutto quando si hanno a diposizione elementi che sono stati fuori a lungo per infortunio e, quindi, ora hanno meno “tossine” nelle gambe e più motivazioni nella testa. Bisogna assolutamente chiudere alla grande questo campionato giocando al meglio le ultime quattro partite (fra le quali, ricordo, c’è anche il derby) e, se non ci saranno incredibili sorprese e ribaltoni, dovremo accontentarci di un secondo posto comunque onorevole, soprattutto considerato che ci sono stati tantissimi infortuni e molti torti arbitrali probabilmente decisivi. Ora pensiamo solo alla sfida contro il Siena e proviamo a vincerla; non sarà facile per una squadra ormai “cotta”, ma che ha molto orgoglio e nessuna voglia di mollare e di arrendersi e che cerca con grande determinazione di gettare il cuore oltre ogni ostacolo e già questo merita un applauso da parte del popolo rossonero, deluso dai risultati ma che dovrebbe assolutamente apprezzare e lodare l’impegno che non è mai mancato e, statene certi, non mancherà nemmeno in queste ultime settimane di campionato.   

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