Un Milan cinico e spietato conquista anche l’inespugnabile Bergamo

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© foto di ALBERTO LINGRIA

Il Milan aveva chiuso il 2011 vincendo 2-0 a Cagliari e inizia il 2012 vincendo 2-0 a Bergamo; l’ultimo gol dell’anno vecchio era stato realizzato da Ibrahimovic e il primo del nuovo anno porta la stessa firma; in pratica i rossoneri ricominciano da dove avevano terminato e non solo per quanto riguarda il punteggio o i marcatori di una vittoria in trasferta, ma anche per la prestazione, perchè la squadra di Allegri non è stata brillante e spettacolare, così come era successo nelle ultime partite prima della sosta, ma ha mostrato solidità, forza, determinazione, cinismo, concretezza e consapevolezza delle proprie forze e qualità e, soprattutto, ha conquistato i tre punti in modo tutto sommato meritato su un campo difficile che, non a caso, era rimasto imbattuto fino a questa partita. Era importante vincere alla ripresa del campionato e proseguire la tradizione favorevole dei rossoneri nella prima partita dell’anno solare e la vittoria è arrivata in una partita molto fisica, intensa, giocata a ritmo alto e a volte confusionaria e caotica; primo tempo brutto e con poche occasioni, ripresa più divertente ed emozionante, risultato giusto perchè il Milan ha creato di più con il solito Ibrahimovic a fare la differenza e ha concesso poco con il solito Thiago Silva a fare da muro difensivo invalicabile e a rendere quasi inoffensivo il capocannoniere del campionato Denis, a conferma che le armi del Milan versione 2012 sono le stesse del Milan 2011, ovvero le straordinarie qualità dei suoi fuoriclasse; a proposito di fuoriclasse, ricordiamo anche il gol di Boateng, che questa volta ha giocato da centrocampista a causa dell’emergenza nel reparto, ma non ha rinunciato agli inserimenti offensivi e, infatti, si è fatto trovare pronto a pochi passi dalla porta sull’assist di Ibra, chiudendo definitivamente la partita.

Allegri sceglie Mexes al posto di Nesta (oltretutto diffidato e a rischio squalifica per il derby) in difesa e, per il resto, conferma la formazione ipotizzata alla vigilia, con Emanuelson trequartista e Boateng arretrato in una linea mediana falcidiata dalle assenze (infatti non ci sono centrocampisti di ruolo in panchina); Milan in emergenza a centrocampo in avvio di anno solare, esattamente come avvenuto nel 2011, ma Allegri ora come allora non si dispera, fa di necessità virtù e vuole comunque una squadra da battaglia su un campo ostico e contro una squadra forte che ha conquistato molti punti, ha perso solo due volte e mai in casa. C’è battaglia anche fuori dallo stadio con qualche tafferuglio nella zona del settore ospiti, dove i tifosi atalantini riescono a venire a contatto con quelli rossoneri, perchè si sa che c’è grande rivalità fra le tifoserie e si tratta di un mini-derby, non solo per i colori delle maglie dell’Atalanta (nerazzurre come quelle dell’Inter), ma anche per la vicinanza fra le città; in pratica un assaggio di derby in campo e fuori in attesa del derby vero e proprio in programma domenica prossima; ovviamente lo stadio di Bergamo è pieno e ribollente d’entusiasmo, perchè si sfidano una squadra in salute e che sta disputando un ottimo torneo e la squadra campione d’Italia, in quella che può essere considerata la partita più interessante e incerta della prima giornata di campionato del nuovo anno.

Inizialmente la partita è bloccata e con poche occasioni; le due squadre si fronteggiano a ritmi alti, ma ciò va a discapito della precisione e della qualità del gioco; come da copione, il Milan mantiene il possesso palla e il controllo del gioco e l’Atalanta prova a pungere con le ripartenze, ma i due portieri non corrono pericoli e le uniche note di cronaca vengono da due tiri alti dei bergamaschi. L’equilibrio si spezza improvvisamente a metà tempo, quando Pato piomba insieme a Manfredini su un pallone vagante in area dopo un rimpallo; il Papero ha la prontezza e la furbizia di frapporsi fra pallone e avversario, tagliando la strada a Manfredini, il contatto è inevitabile così come il rigore (visto a velocità naturale, l’unico punto di vista dell’arbitro e non con mille inutili moviole) e sul dischetto va Ibra che realizza facendo correre qualche brivido lungo la schiena dei tifosi rossoneri, perchè Consigli intuisce la direzione del tiro e per poco non compie il miracolo. Partita sbloccata e Milan in vantaggio, ma la seconda metà del tempo non è diversa dalla prima: nessuna occasione clamorosa, Milan che controlla la situazione e Atalanta che riesce a fare solo il solletico alla difesa rossonera, protetta dal frangiflutti Van Bommel e in cui gioca l’insuperabile Thiago Silva che respinge come un muro di gomma qualunque pallone potenzialmente pericoloso che giunge dalle parti di Abbiati. Il primo tempo si chiude con il Milan in vantaggio ma che, rigore a parte, non ha mai tirato in porta e ciò la dice lunga sul cinismo di una squadra che sa soffrire, sa giocare in modo operaio nonostante i tanti giocatori di classe e sa adattarsi a qualunque tipo di partita e di avversario puntando sempre e comunque alla vittoria indipendentemente dalla prestazione, cosa che farà storcere il naso agli amanti del bel gioco ma che è una grandissima virtù in competizioni come il campionato in cui ci vuole continuità di risultati.

La ripresa si apre sulla falsariga del primo tempo, ma poi la partita si accende improvvisamente: Pato colpisce il palo di testa da favorevole posizione su invitante cross di Emanuelson (finalmente positiva la sua prova nonostante qualche pallone di troppo perso in modo banale), poi il Milan, che poteva chiudere la partita, incomprensibilmente si blocca e comincia a soffrire; l’Atalanta produce il massimo sforzo alla ricerca del pareggio e chiude i rossoneri nella propria area per qualche minuto: Cigarini impegna Abbiati con un tiro insidioso, anche se ciò che dà più fastidio al portiere rossonero nell’occasione è il sole basso negli occhi che lo abbaglia al momento della parata, per questo motivo un po’ goffa ma efficace; Abbiati è bravo e reattivo anche sulla punizione di Carmona destinata sotto la traversa, ma sul calcio d’angolo seguente viene salvato dal palo, colpito da zero metri da Denis, che pareggia solo il conto dei legni e non, per fortuna, quello dei gol. Passato indenne il momento di sofferenza e sfruttando un calo fisico dell’Atalanta, il Milan cresce nel finale e gestisce bene la partita, anche grazie all’ingresso di Robinho al posto di Pato (discreta ma non eccezionale la sua prestazione); Binho comincia a correre e pressare come un pazzo, dà il solito prezioso contributo con la sua vivacità e il suo dinamismo, aprendo spazi nella difesa avversaria, sfruttati da Ibra che prima ci prova su calcio di punizione, poi ha l’occasione buona in piena area, ma un prodigioso recupero di Manfredini gli nega la gioia della doppietta. Ibra è scatenato e lo conferma nell’azione del raddoppio: stop di petto a seguire che diventa un vero e proprio dribbling ai danni del difensore avversario, scatto verso la linea di fondo, assist preciso per Boateng che ringrazia e sigla il raddoppio, con un colpo dal basso verso l’alto che sbatte sulla traversa, creando qualche apprensione ai tifosi rossoneri che poi, però possono esultare. Il raddoppio chiude di fatto la partita, ma il Milan, finalmente rilassato, potrebbe dilagare, anche se sarebbe una punizione troppo severa per un’Atalanta ormai rassegnata; Ibra ci prova con un numero che è un’autentica magia, ma non trova la doppietta e deve “accontentarsi” di un gol e un assist.

Ci sono partite che valgono più di tre punti e questa di Bergamo è una di quelle: bisognava iniziare l’anno nel migliore dei modi, bisognava ripartire di slancio dopo la sosta, bisognava tenere il passo della Juve in vetta alla classifica e bisognava avvicinarsi al derby con la serenità e la tranquillità che solo una vittoria nella partita precedente possono dare; tutti obiettivi raggiunti con una partita caratterizzata da sostanza e concretezza da parte di una squadra che con le sue qualità fa diventare facili le sfide, anche quelle apparentemente più complicate e in cui c’è da combattere oltre che puntare sulla classe dei propri solisti. Il Milan ha davvero sofferto solo nella prima metà della ripresa, per il resto ha controllato bene la partita e ha ottenuto senza penare troppo il dodicesimo risultato utile consecutivo e la decima vittoria di questa serie positiva. Certo con questo Ibra che fa la differenza è tutto più facile, perchè lo svedese segna, fa gli assist, gioca per la squadra, è altruista e compie magie che ipnotizzano gli avversari, ma il Milan non è solo Ibra, perchè ci sono molti altri straordinari giocatori capaci di dare un contributo importante in ogni reparto. I rossoneri iniziano il 2012 nel migliore dei modi, espugnando un campo non facile e ora possono cominciare a pensare al derby, consapevoli della propria forza e delle proprie qualità, fra le quali ci sono anche il cinismo e la spietatezza che trasformano una grande squadra in inarrestabile e, infatti, questo Milan sembra non volersi fermare più!

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