Un netto cambio di rotta per evitare il nefasto "inchino" alla Signora

Milan news

Giulia Polloli inizia a seguire il Milan per Varesenotizie.it, voce del commento tecnico su Radio RVL, collabora con Vco Azzurra Tv, Tribuna Novarese e Il Biancorosso.

04.02.2012 01:51 di Giulia Polloli   articolo letto 207 volte

Giulia Polloli

Giulia Polloli

Ci si aggrappa a lui nei momenti di difficoltà. E allo stesso modo, da totem diventa target delle critiche più severe quando i conti non tornano, quando i risultati latitano,ma soprattutto quando il Milan scende in campo e non offre quel gioco frizzantino che tanto piace agli estimatori del Diavolo. Zlatan Ibrahimovic, dunque, nel bene e nel male, ultimamente accusato di essere poco incisivo negli scontri con le big del campionato. Come se in campo scendesse solo lui e non una squadra più o meno agguerrita alla ricerca di punti importanti per ritornare in vetta alla classifica ed infastidire la capolista Juventus. I numeri sono ormai stati palesati in questi giorni, le occasioni perse dal Milan per imporsi sono state numerose, tra tutte l’ultima gara contro la Lazio e soprattutto lo scontro con la Juve, prossima avversaria di Coppa e poco più in là anche vera boa, spartitraffico, nel percorso in campionato della squadra di Allegri.
Inutile negare però che questa squadra è reduce da un periodo disastroso sul lato infortuni. L’infermeria rossonera è zeppa di pedine fondamentali. Gli infortunati della mediana sono proprio quelli che più mancano al gioco di Allegri. Boateng è, almeno per il momento, insostituibile. Nessuno dei compagni schierati dietro la coppia d’attacco è stato in grado di rendersi determinante nello sviluppo delle azioni da gol. E dopo il Boa si fermano ai box anche Aquilani e Merkel, ultimo rincalzo del mercato invernale per ridare equilibrio e qualità al reparto. Non c’è da stare Allegri, giusto per sfruttare una frase fatta da altri, ma che ben interpreta il delicato momento dei rossoneri. Perché anche Allegri ora deve sorbirsi qualche mugugno. La critica mossa al tecnico rossonero è quella di far giocare il Milan in modo troppo macchinoso, ma soprattutto prevedibile. Ibrahimovic è spesso marcato a vista da più di un difensore, nel tentativo di imbrigliarne non solo i movimenti, ma anche l’acume tattico. La sua fisicità a volte gli consente di svincolarsi dalla morsa avversaria, come ad esempio l’imponente stacco e il conseguente stop di petto che ha consentito il passaggio limpido all’indirizzo di El Shaarawy, bloccato poi dall’arbitro che ha commesso l’errore di valutazione nel fallo di mano commesso da Dias.
Nonostante la prevedibilità, il gioco del Milan sembra comunque ruotare solo attorno alle velleità dello svedese che, quando poi i risultati non sorridono ai rossoneri, diventa un bersaglio fin troppo facile per le acuminate critiche mediatiche.
Il Milan però non è solo Ibra e Allegri dovrebbe aver pronto per ogni occasione il famoso piano B, da attuare in tutta fretta quando i meccanismi no rispondono alle direttive. Dal mercato invernale Galliani non ha estratto il famoso asso dalla manica, Tevez è rimasto agli ordini del Manchester, ma al suo posto il Milan ha acquisito Maxi Lopez. Troppo breve la sua prima apparizione per poter giudicare la potenzialità reale del giocatore, forse con un po’ di minuti in più nelle gambe, almeno a Milanello nel corso della settimana, l’argentino potrà emergere agli onori delle cronache. Inoltre Allegri ha gettato in mischia anche il Faraone, che di certo non ha deluso le attese, ma che è stato anch’egli lontano dall’essere determinante. Eppure i guizzi più imprevedibili sono arrivati proprio da alcune sue invenzioni in area, anche quella che gli è costata la palma del fair play dopo l’intervento scoordinato del portiere laziale, che avrebbe potuto trasformarsi in un penalty netto se solo il giovanissimo attaccante rossonero si fosse lasciato cadere sul manto erboso. Ma preferisco applaudire il suo tentativo di continuare il gioco in modo limpido, che non l’ennesimo gol dal dischetto causato dalla furbizia agonistica di cui normalmente sono dotati gli attaccanti navigati. Ora il pensiero rossonero è focalizzato sulla prossima avversaria. In una domenica d’altri tempi, con le partite in contemporanea a causa dei disagi provocati anche al nostro calcio dal maltempo, in una domenica polare, a sentire le previsioni meteo, il Milan ospita il Napoli. Mazzarri sul piede di guerra dopo le sviste arbitrali del turno infrasettimanale, cercherà di certo di imporsi nella Scala del calcio, contro la seconda pretendente al titolo che in caso di ulteriore ritardo sulla vecchia signora potrebbe davvero cominciare a preoccuparsi per i punti persi anche in precedenza. Un Napoli che cerca punti per riagguantare in classifica un posto per l’Europa, un Napoli dal potenziale offensivo altissimo, una squadra che si presenta con un tridente da vera meraviglia, quando ovviamente le squadre avversarie lo lasciano libero di potersi esprimere. Di fronte il Milan reduce da uno scivolone fragoroso, che quindi di fronte al suo pubblico cercherà di mettere a tacere le illazioni sullo stato precario di forma. Un Milan che dovrà essere padrone del campo, in ogni azione, che non deve concedere spazi alla fame di gloria dei partenopei. Per intenderci: un Milan che deve ritrovare la sana calma calcistica e la voglia, soprattutto, di divertirsi e divertire, consapevole delle sue infinite potenzialità. Insomma, un Milan che oltre a fare un buon risultato torni a giocare come il suo Presidente ha sempre chiesto. Quindi è ora di cambiare rotta, per evitare  il tanto famoso “inchino” che di questi tempi è solo metafora di naufragi.

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