Rossonerosémper
Una settimana sicuramente piena di tante emozioni quella appena trascorsa o meglio ancora, per dirla dalla parte di noi tifosi, piena di paura e apprensione. Una gara così in Champions nessuno se la sarebbe aspettata, pur avendo dalla nostra le tragiche esperienze di Istambul e La Coruna. Evidentemente non si finisce mai di imparare, non si riesce ancora a capire che le partite non te le regala nessuno (a meno che non ci sia qualcuno di influente in tribuna, ma non è il caso nostro!) e che le vittorie e le qualificazioni bisogna sudarsele sul campo.
Uno degli aspetti positivi di questa brutta sconfitta sta nella reazione; già, proprio quella reazione di orgoglio che nel secondo tempo di Londra non ci ha fatto affondare, ma ci ha tenuto a galla anche se non siamo mai riusciti a navigare con il vento a favore. Fosse arrivato un gol, staremmo qui a parlar d’altro forse, e ci saremmo risparmiati 45 minuti di sofferenza pura. Così non è stato, un po’ perché lì davanti erano uno peggio dell’altro, un po’ perché Nocerino si era dimenticato quella sera come si fa a segnare, un po’ perché così era scritto. Sta di fatto che la qualificazione è stata ottenuta e alla fine questo è quello che più conta, come ha detto Allegri. A proposito di Allegri: io dopo aver perso una partita 3-0 con un primo tempo inguardabile, non mi sarei presentato davanti ai giornalisti così contento e soddisfatto. Sia perché delle colpe vanno imputate anche a lui (non perché sia Allegri, ma perché ogni allenatore a mio avviso deve dividere meriti e demeriti con la squadra), sia perché molti dei giocatori scesi in campo erano da prendere a schiaffi e con un ambiente così rilassato a fine gara forse la lezione non l’hanno pienamente recepita.
Nei postumi di Arsenal-Milan c’è però anche da annotare lo sfogo di Ibrahimovic; premetto una cosa, non è un accanimento ma solo una cronaca di quanto succede attorno alla squadra. Ad una TV svedese l’attaccante ha detto di essere arrabbiato per come la squadra aveva giocato e per la sua posizione in campo: con le tre punte era fuori ruolo. Queste le sue annotazioni principali e di maggiore rilievo. Sulla prima niente da dire, la squadra è stata inguardabile e lui era tra quelli (forse anche lui ammette di aver fato schifo, peccato che molti tifosi continuino a negare l’avidenza). Sulla seconda qualche dubbio sorge, perché è una chiara critica ad Allegri, a testimonianza che tra i rapporti si stanno irrigidendo. Se a qualcuno è sfuggito, vi faccio notare come nella partita di Palermo dopo il terzo goal lo svedese si sia rivolto alla panchina dicendo “Cambio?” in tono polemico. L’avvertimento era chiaramente nei confronti del mister, per toglierli dalla testa ogni pensiero di farlo rifiatare visto che ormai il suo l’aveva fatto. Queste cose a me non fanno piacere, che si chiami Ibra o chicchessia, perché le regole e lo stile in casa Milan hanno sempre avuto un certo peso e questi comportamenti da “ora ci sono io e decido io” mi stanno un po’ sulle palle. La speranza è che torni la quiete, in modo tale da convogliare ognuno le proprie forze verso gli obiettivi comuni del Milan.
Ultimi avvenimenti da registrare in questa settimana piena di emozioni sono il pareggio della Juve a bologna, a conferma del periodo abbastanza negativo dal punto di vista fisico dei bianconeri, e il lento riavvicinamento al campo dei due gladiatori rossoneri messi al tappeto negli ultimi mesi da malanni che poco hanno a che vedere con il calcio. Sto parlando naturalmente di Gattuso e Cassano: il primo ha ricevuto nuovamente l’idoneità per tornare a giocare e a questo punto bisogna valutare solo quale sia la condizione fisica. Per quel che riguarda Cassano, il talento di Bari vecchia ha finalmente ripreso a toccare la palla e a correre, cosa che fan ben sperare per un rientro nel Milan prima del termine della stagione e soprattutto per una convocazione ai prossimi europei.
Adesso però, pensiamo al presente e a quel Lecce che all’andata ci aveva fatto tremare e con cui siamo riusciti a vincere solo grazie a Boateng, che naturalmente domani non ci sarà. Quindi forza e coraggio, perché chi non corre non va da nessuna parte e gli sfidanti da un po’ di tempo a questa parte sanno solo camminare. Sfruttiamo il momento, e utilizziamo la sconfitta di Londra per aumentare la nostra voglia di vittoria sperando che sia un’altra di quelle partite negative che ti danno la spinta giusta per riuscire a migliorare.
Post Originale:
Una spinta per continuare a correre