Un’altra scena Dantesca

Rossonerosémper

Lasciato indietro ormai il pover Giacinto
per Malebolge continuammo a scendere
ove l’oscurità ci avea sospinto

Mi cominciava ormai il terror a prendere
nel notar carponi un uomo insanguinato:
“O anima, chi tu sei?”, gli domandai.

“In vita mi chiamavan l’avvocato,
ma i qui son perché frodai
con la Juventus tanti campionati

che portati in bacheca con il dolo,
irrimediabilmente stati son falsati:
pacea a me pagar arbitri a nolo

guidato dal mio braccio destro Moggi,
ove con cotanta maestria e furbizia
falsavam i match di ieri e oggi.

E che dire di mastro Giraudo:
il campionato con grande dovizia
era più falso di un sanrem di Baudo.

Pago qui or il mio reato
fustigato infatti son per ogni fischio
che per bianconer favor viene inventato

dai fantasmi a cui correndo rischio
trofei nazionali ho io levato.
Per il gol non dato di Muntari

mentre san siro rimanea zitto
per uno dei nostri furti planetari
dal padre di Turone io fui trafitto

con un urlo di dolor, che ancor mi sciupa
per quel tricolor del novantuno
che un perfetto furto fu alla lupa.

Inoltre perdonarci mai nessuno
potrà fare sul dolore mio più caldo,
accaduto nell’Aprile novantotto

col iulianesco rigorone su Ronaldo
per il qual percosso son, come un fagotto
e a calci sempre più in giù spinto

ogni settiman dal derubato
nei panni del povero giacinto.
Non sol sarò a lungo in questo stato:

presto compagnia a farmi arriveranno
due membri della bianconera triade
che a tanti club col dolo ha fatto danno

più della Cina all’ultima olimpiade.
A salvarsi ancor fa in tempo mio nipote:
se abbandonar vorrà la vecchia strada

di chi ottenendo più di quel che pote
gli avversari alla fin fine mette a bada”
Sconvolto da codeste affermazioni

non seppi più cosa a me accadde,
non risposi più delle mie azioni
e caddi come Milos Krasic cadde.

Post Originale:
Un’altra scena Dantesca

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