MILAN DAY
Torino ha lasciato il segno.
Inutile che qualcuno lo neghi. Inutile trovare giustificazioni.
Fa bene, tuttavia, a farlo la società: serve serenità in questo momento, serve qualcuno che tenga la barra dritta quando le cose non girano.
Ha lasciato il segno, si. Ma l’ambiente non è “in fermento”, la società non è “allo sbando” e la tifoseria non è “in rivolta”.
Si, perché purtroppo in questa sosta per le nazionali, in Italia nel teatrino chiamato giornalismo sportivo è andato in scena lo “sparala più grossa sul Milan…”. Ogni giorno una. Dichiarazioni di Ibrahimovic strumentalizzate, addirittura messo in dubbio che Ibrahimovic stesso volesse tornare dalla Svezia, Cassano che si vuole ritirare, Allegri che rischia l’esonero, una cervellotica cessione di Nocerino, Galliani furibondo, addirittura in settimana certi giornali titolavano sull’ennesimo rientro ritardato di Pato, quando alle quattro settimane (in verità lasciate molto “larghe”) specificate dal Milan al momento dell’infortunio ne manca ancora una. Per non parlare del riprovevole attacco della Repubblica ad Abbiati. Ma purtroppo tutto questo trova nel pessimismo cosmico e nel poco senso della realtà del gran parte dell’ormai imborghesito pubblico rossonero un terreno fertilissimo. E cosi’ la sosta, in cui era utile ritrovare la giusta serenità, si è trasformata nell’ultima spiaggia.
Questo è diventata la sesta gara del Campionato. Questa è considerata Milan-Palermo. Assurdo considerarla così, ma tant’è. Senza dubbio la gara è delicata.
Il Milan arriva da soli 5 punti in 5 gare. Già due cocenti sconfitte ed un’unica, risicata, vittoria interna, un attacco che stenta a decollare, una difesa che sembra imbarcare acqua.
Il Palermo, classifica alla mano, è secondo. 10 meritati punti, squadra rivitalizzata dall’ottimo Devis Mangia e quadratura del cerchio che sembra arrivare.
Partita difficile, dunque. Ma… (continua)
Post Originale:
vi presentiamo Milan-Palermo