Vitamina Muntari per un Milan sofferente

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I rossoneri espugnano il Bentegodi grazie ad una prodezza di Muntari in avvio di partita, difesa con le unghie e con i denti da una squadra in emergenza che ha sofferto molto ma ha conquistato tre punti vitali per continuare a sperare.

© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

A volte, nell’arco di un campionato e di una stagione, non ci si può permettere di fare gli schizzinosi, perchè ci sono momenti in cui il risultato è l’unica cosa che conta e ottenerlo soffrendo molto e giocando “da provinciale” non deve far storcere il naso ma, anzi, deve essere motivo di soddisfazione. Dopo la battuta d’arresto contro la Fiorentina e il conseguente sorpasso da parte della Juventus, il Milan aveva assoluto bisogno di vincere a Verona, ma sfidava il Chievo con una formazione rimaneggiatissima, con alcuni giocatori ben lontani dalla migliore condizione e molto stanco nelle gambe e nella testa. La prestazione dei rossoneri, opaca e sofferta, dimostra che le preoccupazioni della vigilia erano motivate, ma i tre punti sono arrivati comunque e permettono di continuare a sperare, perchè il Milan è nuovamente primo per una notte, anche se tutti sappiamo benissimo che si tratta di un primato effimero, destinato a durare poche ore, a meno di clamorose sorprese. E’ bastato un lampo di Muntari, un gran tiro da fuori area che ha sorpreso Sorrentino all’alba della partita ed è stato un gol davvero provvidenziale, perchè quando le gambe non girano e il fiato è corto è più facile difendersi che fare la partita e aver sbloccato il risultato repentinamente è stato provvidenziale. In altri momenti il Milan avrebbe insistito e magari dilagato, come aveva fatto all’andata in una partita stradominata e chiusa dopo un solo tempo, ma da quella sera di novembre sembrano passati anni luce e non un solo girone di campionato, perchè i rossoneri non sono più brillanti e spettacolari, ma arrancano fiaccati dalla stanchezza e dagli acciacchi e, infatti, il prosieguo della partita è stato un’autentica sofferenza con tanto Chievo e poco Milan. La difesa ha retto, Abbiati ha salvato il risultato su un gran tiro di Pellisier, solo raramente i rossoneri sono riusciti a riprendere fiato con qualche contropiede, ma hanno creato pochissimo e hanno subito molto. Un quadro sconsolante, se non fosse per i tre punti che poi, in fondo, erano la cosa più importante e, infatti, i tifosi rossoneri giunti fino a Verona per sostenere la squadra in questo momento difficile e delicato, sono tornati a casa comunque contenti, nonostante la sofferenza.

Allegri prova a rimescolare le carte rispetto alle previsioni della vigilia e schiera una squadra un po’ diversa da quella ipotizzata: un veloce provino di Emanuelson prima del riscaldamento vero e proprio fa capire che i dubbi sono tanti per colpa dei molti giocatori acciaccati ma comunque “precettati” per non allungare ulteriormente la già chilometrica lista degli indisponibili, ma alla fine l’olandese va in panchina, così come Mexes (anche lui non al meglio) e al loro posto ci sono Gattuso e Yepes, freschi dopo lunghe assenze ma non ancora rodati; in difesa c’è anche l’esordio di De Sciglio da titolare in campionato per via dell’improvvisa ecatombe di terzini e rientra Nesta, nonostante una fastidiosa febbre, mentre Zambrotta va a sinistra; a centrocampo Muntari fa il centrale e Gattuso e Nocerino completano una mediana di autentici guerrieri; Seedorf è il trequartista alle spalle di Ibrahimovic e Robinho. Una formazione inedita ma dettata più dai medici che dalle reali intenzioni dell’allenatore che praticamente da inizio stagione deve fare di necessità virtù e schiera ciò che gli rimane a disposizione di una rosa numerosa e forte ma che non è mai stata al completo e lo dimostra il fatto che anche in quest’occasione mancano ben tredici giocatori fra infortunati e squalificati. Lo stadio Bentegodi è discretamente pieno e anche il settore ospiti offre un bel colpo d’occhio: sono tanti i tifosi rossoneri che ci credono ancora e sperano in un riscatto e in una svolta positiva dopo la terribile scorsa settimana in cui sono arrivate solo sconfitte e problemi, sotto forma di eliminazione dalla Champions e sorpasso subito in classifica del campionato. La curva incita i ragazzi, perchè sa benissimo che i tifosi servono più nel momento del bisogno che quando le cose vanno per il meglio; è nelle difficoltà che si vedono i veri tifosi e a giudicare dalla presenza e dal buon tifo al Bentegodi, il Milan ha ancora tanti veri tifosi che non lasciano mai sola la squadra e vogliono dare il loro importante e apprezzato (dai giocatori) contributo.

Il Chievo è pimpante e aggressivo, in quanto in buona forma fisica e libero nella testa grazie alla salvezza ormai raggiunta dopo gli ultimi risultati positivi; il Milan è impacciato e poco brillante, ma ha la fortuna e l’abilità di trovare il gol alla prima occasione e dopo pochi minuti, grazie a Muntari che avanza centralmente, vede lo spiraglio giusto e da una tentina di metri scaglia un violento rasoterra che non lascia scampo al sorpreso Sorrentino. Dopo soli otto minuti si può già esultare nel settore ospiti e tirare un sospiro di sollievo perchè sbloccare la partita per questo Milan incerottato era sicuramente l’impresa più difficile. Il Chievo non ci sta e reagisce, ma Paloschi segna in fuorigioco, le conclusioni di Bradley e Pellissier finiscono lontane dai pali, mentre ben più pericoloso è il tiro di Thereau che Abbiati deve deviare in angolo. Il Milan fatica moltissimo a costruire gioco e spesso non riesce addirittura ad uscire dalla propria metà campo e allora l’unica potenziale occasione arriva da un lancio lungo di De Sciglio sul quale Nocerino sbaglia il controllo solo davanti a Sorrentino. La fotografia più emblematica del Milan attuale è quella in cui Abbiati viene soccorso per un doloroso pestone e nel frattempo anche Gattuso si accascia al suolo davanti alle panchine per un problema fisico; è davvero un Milan che perde i pezzi, anche se entrambi recuperano e tornano regolarmente al loro posto. A sprazzi il Milan sembra ritrovare un po’ di sicurezza e coraggio e nel finale di tempo Robinho (che il tabellone del Bentegodi ha incredibilmente storpiato in Rubigno) fa un gran numero in dribbling e costringe alla deviazione in angolo Sorrentino; purtroppo il Milan spreca malamente qualunque contropiede teoricamente pericoloso e così soffre fino alla fine, quando Rigoni mette a lato da buona posizione e fa tirare un sospiro di sollievo al popolo rossonero, perchè prendere gol alla fine del tempo sarebbe stato deleterio per una squadra già abbastanza in difficoltà e completamente abbandonata dal campione al quale si era fiduciosamente aggrappata, quell’Ibrahimovic abulico e indisponente che è completamente fuori partita e non fa molto per rientrarci, mentre antichi guerrieri come Yepes e Gattuso danno il loro prezioso contributo in una partita in cui serve concretezza e bisogna badare al sodo.

Non cambia il copione nella ripresa: il Chievo spinge con intensità e fa tremare il Milan dopo soli cinque minuti con un gran tiro di Pellissier sul quale Abbiati compie una prodezza che vale quanto un gol segnato; anche i successivi due calci d’angolo creano birividi e i rossoneri spezzano l’assedio con alcune ripartenze mal gestite, in quanto l’azione sfuma sempre sul più bello per qualche errore banale. Il Milan soffre e si aggrappa a Nesta e Yepes in difesa e Muntari e Nocerino a metà campo; una squadra “operaia” perchè i piedi buoni (Ibra, Seedorf e in parte Robinho) latitano e lo dimostra il fatto che è Gattuso a tentare un’incursione in contropiede bloccata ruvidamente dai difensori rossoneri con l’unico risultato che Ringhio rimane a terra dolorante e deve uscire per un problema al polpaccio, sostituito da El Shaarawy, con Seedorf che arretra a centrocampo. Allegri, poi, toglie anche lo stanco e poco lucido Robinho e inserisce Emanuelson, che almeno ha il merito di dare un po’ di vivacità e dinamismo. Dopo una mezzoretta della ripresa, Ibra esce finalmente dal letargo e ci prova con un bel tiro a giro, dopo una bella iniziativa personale, ma il pallone finisce a lato e questa rimarrà l’unica azione degna di nota da parte dello svedese. Il Chievo continua a provarci con impegno, il Milan soffre e il brivido più grande arriva quando Nesta colpisce il pallone in piena area con una mano, respingendo un tiro di un avverasrio che fortunatamente rientrava da una posizione di fuorigioco, quindi viene punita quest’infrazione e non quella nettissima, ma a gioco sostanzialmente fermo, di Nesta. Allegri inserisce nel finale anche Strasser al posto di Seedorf, il Milan si difende strenuamente e riduce al minimo i rischi, anche se in pieno recupero, praticamente all’ultima azione della partita arriva l’ultimo brivido, ma fortunatamente anche in quest’occasione Acerbi, che mette la palla in rete, è in fuorigioco e questa è davvero l’ultima emozione di una partita molto sofferta per i rossoneri ma che consente di guadagnare tre punti e, infatti, i giocatori sono stanchi ma molto soddisfatti e si portano sotto il settore ospiti a salutare i tifosi che li hanno incitati per tutta la partita facendo capire chiaramente che non lasceranno mai soli questa squadra, che non sarà certo spettacolare e brillante in questo periodo ma che ci mette sempre il massimo impegno per superare ogni avversità e difficoltà e questo viene apprezzato dai tifosi, al di là del risultato.

Milan primo per una notte, grazie ad una vittoria di vitale importanza; non vincere avrebbe voluto dire abdicare e uscire definitivamente dalla lotta scudetto e un Milan che sapeva di non poter essere efficace, cinico e spettacolare come altre volte, ci ha messo grinta, determinazione e volontà, tipiche armi da squadra “provinciale”, che sono servite contro un Chievo che ha giocato bene e avrebbe meritato di più, ma ha trovato sulla sua strada un Milan che ha saputo soffrire e capitalizzare al meglio l’unica prodezza di un suo giocatore, quel Sulley Muntari che si sta rivelando sempre più prezioso, visto che oltre al gol ha dimostrato di saper giocare anche da centrale di centrocampo continuando a garantire un buon contributo e riscattando l’opaca prova di sabato. In attesa di rivedere al più presto il vero Ibra, che si è preso una serata di riposo pur essendo regolarmente in campo, il Milan si tiene stretti questi tre punti e lancia un messaggio alla rivale per lo scudetto, dimostrando di non essere morto e di voler lottare fino in fondo per mantenere cucito sulle proprie maglie lo scudetto. Non sarà facile, perchè la prestazione non buona dimostra che la squadra è stanca, con poche energie e piena di problemi, ma riuscire a vincere partite così è molto importante e chissà che non sia un segno del destino per continuare a credere che non tutto sia perduto, perchè questo Milan acciaccato e sofferente ha preso una bella compressa di vitamina Muntari e ora sta un po’ meglio!     

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