Mentre scrivo è martedì pomeriggio, ore 19.20. Non riesco a non pensare al fatto che una settimana fa a quest’ora fosse arrivata la notizia del pronosticabile rifiuto di Ancelotti alla panchina del Milan, che una settimana fa a quest’ora ancora non sapessimo chi sarebbe stato l’allenatore per la prossima stagione e che temessimo quindi che potesse venire confermato il corista degli hip hip hurrà presidenziali, che una settimana fa a quest’ora avessimo il culo stretto per la paura di vedere una Juventus trionfante a Berlino contro il Barcellona in quella competizione a noi tanto cara. Oggi, martedì 9 giugno, molte delle prospettive che avevamo sette giorni fa sono cambiate, tante delle paure sono svanite. Nonostante non sia stato ancora annunciato ufficialmente Sinisa Mihajlovic abbiamo un allenatore, nonostante ancora non sia stato formalizzato l’accordo ultimo, Mister Bee è entrato in società portando capitali e aria fresca e, non da ultimo, sabato sera a Berlino ha trionfato il bene, esattamente come nove anni fa. à chiaro che una tifoseria come la nostra, depressa e svilita dalle ultime umilianti stagioni, ha bisogno di poco per riaccendere il proprio entusiasmo, per ricominciare a sognare in grande come si faceva ormai quasi dieci anni fa. Capisco questa reazione, totalmente, e mi pare più che naturale. Personalmente sto cercando però da giorni di mantenere i piedi per terra e un sano realismo, di non perdere la bussola ed evitare di fare sogni troppo grandi nel timore che possano in un sol colpo trasformarsi in stupidissime utopie rese vive dalla mia ingenuità . Preferisco aspettare e vedere, come San Tommaso: giudicare i fatti invece delle parole, che in questi ultimi anni hanno purtroppo preso il sopravvento.
I fatti al momento sono questi. Venerdì pomeriggio Fininvest ha diramato un comunicato nel quale ha fatto sapere che per un periodo massimo di otto settimane Bee avrà l’esclusiva per trattare l’acquisto del 48% del Milan. Al momento, dunque, è ancora Berlusconi il proprietario della maggioranza del club: è quindi inesatto dare per fatto l’affare, per quanto la chiusura definitiva sia una formalità . Dal momento quindi che sarà con i soldi di Bee che il Milan potrà fare mercato, a logica dovremo aspettare l’ufficializzazione della cessione delle azioni al broker thailandese per poter godere di qualche nuovo innesto, a meno che i soldi necessari non vengano anticipati da Fininvest, come sostenuto due giorni fa su il Giornale. Ad ogni modo in questi giorni si possono ammirare su giornali e televisioni opinionisti e giornalisti vari (anche di una certa importanza) dibattere sulla valutazione data da Bee del Milan: 480 milioni per il 48%, cioè 1 miliardo per la totalità . Cuordileone che mai nessun dubbio hanno osato sollevare su intercettazioni Telecom nell’ambito di Calciopoli o sull’acquisto a prezzi stracciati dell’area della Continassa da parte della Juve si improvvisano novelli Woodward e Bernstein. à palese che la valutazione sia tutt’altro che in linea con i risultati sportivi attuali del Milan così come sia difficilmente giustificabile anche dal punto di vista della situazione finanziaria (fatturato crollato a poco oltre 200 milioni) e del valore del brand (fuori dalla top 10 europea per Brand Finance), ma mi pare ardito tentare di effettuare valutazioni di particolare complessità avendo a propria disposizione solo pochi dati (la percentuale ceduta e il presunto prezzo concordato), soprattutto nel momento in cui si sta concretizzando una compravendita di tali dimensioni e con in gioco, a quanto pare, anche una quotazione sulla borsa di Hong Kong. Insomma, ok che l’azionista principale della Gazzetta è riconducibile a quell’Andrea Agnelli che nella giornata di lunedì ha pensato bene di non farci mancare la sua indispensabile opinione sulla cessione del Milan, ma certi articoli aggiungono poco o nulla al dibattito, e di certo non informano né fanno chiarezza. Sono gossip, poco di più. Come quando al parrucchiere la moglie dell’avvocato si stupisce della nuova pelliccia della moglie del postino.
Gossip lo fanno anche i sedicenti esperti di mercato che ogni giorno accostano con totale disinvoltura un centinaio di giocatori al Milan. Tutto normale – direte voi – capita ogni estate e per ogni squadra: vero, se non fosse che lo spettro dei calciatori “cercati” dal Milan vada da Biondini a Godin, da Missiroli a Gundogan. Ogni giorno poi Galliani è in almeno tre luoghi diversi d’Europa: Francia, Germania o Italia oggi, domani probabilmente Spagna, Danimarca o Andorra, giovedì Lussemburgo, Guernsey o Far Oer. Il fatto che non lo si sappia con certezza è comunque un bene: vuol dire in primis che per ogni pranzo saltato Giannino è più vicino al fallimento e in secundis che il codazzo di leccapiedi e giullari non lo segue, lasciato in qualche polverosa redazione a fare la muffa come merita. A questo riguardo ieri sera il direttore di Milan Channel si è lasciato scappare un mini-scoop: “Da adesso in poi si lavorerà meno davanti ai riflettori e più a sotto traccia”. Così, come se nulla fosse. Peccato che per sei anni il modus operandi delle “trattative mediatiche” sia stato appoggiato dalla stampa rossonera, Milan Channel in primis, e che chi lo ha più volte criticato (come autori e utenti di questo blog) sia stato definito tifoso togato o da tastiera. Curioso notare come cambino i punti di vista. A proposito di punti di vista, un mese e mezzo fa, sempre il direttore di Milan Channel, criticava i tifosi che definivano Mister Bee un “liberatore”, ma se oggi per il mercato possiamo sperare di avere prospettive diverse rispetto ai soliti parametri zero con diversi gradi di bollitura a chi lo dobbiamo? A Berlusconi? A Galliani? A Barbara? Non mi risulta.
Ecco, il direttore di Milan Channel è l’esempio perfetto per quel che mi appresto a dire: finché ogni singolo cancro della società o della comunicazione del Milan non verrà estirpato, la battaglia di questo blog non si concluderà . Se dovesse concretizzarsi (e speriamo nel minor tempo possibile) la cessione del 48% della società , questo sarebbe solo l’inizio di una rinascita che non potrà che passare dalla cacciata definitiva della famiglia Berlusconi, del delegato e di tutta la stampa inginocchiata che per anni ha cercato di nascondere sotto il tappeto le magagne, fingendo che tutto andasse nel migliore dei modi e secondo i programmi, prendendo in giro i tifosi e sputando sulla dignità e la grandezza propria del Milan. Se Bee sarà all’altezza di questi colori lo vedremo in futuro, di certo loro non lo sono più.
Fabio
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