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l calcio (e lo sport) china la testa davanti all’ennesima bufera che rischia di sconvolgerlo ancora una volta (e la preoccupazione tangibile è che i tempi, nonostante gli sforzi, possano non essere così brevi) e chiede aiuto allo Stato, ispirandosi a quanto già fatto dal Cio (che si sta organizzando da tempo) e dalla Fifa (che spenderà 20 milioni di dollari, come riferisce Agipronews, per pagare l’Interpol nei prossimi dieci anni e che ha ingaggiato l’ex capo dell’FBI, Louis Freeh, per far luce sulle accuse di corruzione). Nascerà così una task force, nella quale entreranno i ministeri delle Finanze, degli Interni e della Giustizia, coordinati dalla presidenza del Consiglio, per affiancare gli organi di controllo e di giustizia della Federcalcio.
«Siamo davanti ad azioni della malavita e delle organizzazioni criminali» ha detto il Gran Capo dello sport, Petrucci, e basta questo per far capire come da via Allegri si sentano, evidentemente, disarmati.
CENTRALE CONTROLLO – Il nuovo organismo avrà il compito, avvalendosi di ogni mezzo a disposizione, di indagare sul malaffa-re che sta dilagando nel nostro calcio. La possibilità di poter usufruire di intercettazioni, verifiche sui conti correnti, perquisizioni, di potersi avvalere sulle forze speciali degli organi di Polizia ( Sco, Ros e Gico) darà, di riflesso, più potere anche alla Procura della Federcalcio, al momento praticamente legata su se stessa, con diarie che arrivano addirittura (!) a 31 euro a missione e mezzi investigativi limitati. Un’operazione che si è resa necessaria visto che gli illeciti, nel calcio, stanno mutando come fanno quei virus che allarmano le organizzazioni sanitarie di tutto il mondo. La “centrale controllo” sarà pagata con un fondo costituito da una parte dei proventi (0,5 per cento?) delle scommesse, secondo una strada indicata dal presidente dell’Associazione delle Lotterie Mondiali.
CAMBIANO LE REGOLE – Dal canto suo, la Fe-dercalcio sta cercando di mettere in cam-po quello che può. La pro-posta, nata domenica nell’incontro fra Abete e Petrucci e avallata ieri dalla Giunta del Coni ( interamente dedicata al caso del nuovo scandalo scommesse), è quella di accorciare i tempi anche del processi per scommesse e di alzare l’asticella delle sanzioni, non solo per chi commette illeciti o punta, ma anche, se non soprattutto, per chi sa e tace. Il progetto, che sarà discusso – e avallato – giovedì nel Consiglio Federale (ma che non potrà trovare applicazione per questo nuovo scandalo), prevede anche per il reato di “scommesse” l’obbligo della denuncia, esplicitato solo per per l’articolo 7 (Illecito), questo per cercare di debellare l’omertà che impera. Anche le eventuali sanzioni previste per chi “sgarra”, saranno riviste e corrette verso l’alto. Al momento, chi infrange il divieto di puntare sulle partite di Fifa, Uefa e Figc rischia fino a 18 mesi di squalifica e le società possono essere deferite solo per responsabilità diretta ( coinvolto il legale rappresentate del club). Da domani, la pena potrebbe essere paragonata (o avvicinarsi) a quella prevista per l’illecito ( tre anni), mentre le società rischiano anche « la responsabilità oggettiva e non solo diretta» ha detto Abete. Ci sarà, poi da trovare una nuova figura, quella dell’illecito finalizzato non tanto all’acquisizione di un vantaggio in classifica (è l’attuale testo del CGS), quanto alla concretizzazione di un vantaggio economico, derivante dalla scommessa.
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Post Originale:
AC MILAN, CORRIERE DELLO SPORT: IL CALCIO CHIEDE AIUTO ALLO STATO