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Alle 22,39 di ieri sera Francesco Guidolin ha portato l’Udinese in Cham-pions League. C’è riuscito dopo un campionato a trat-ti spettacolare, con una squadra che ieri sera ha giocato alla sua maniera solo una ventina di minuti, splendidi, ubriacanti ( alla fine, due pali, una traversa e un rigore sbagliato), col Milan immobile e frastor-nato (aveva già festeggiato abbastanza) e con Amelia che l’ha salvato da una sconfitta sicura, conse-gnando ad Allegri un re-cord: solo il Modena ( 46-47) e la Juve (2005-06) ave-vano incassato in tutto 24 gol.
AVVIO LENTO – Tranquilli verso la mèta, per un’ora anche troppo tranquilli. Guidolin si sbracciava e sbraitava dalla panchina, ma nessuno lo considerava. Differente l’aplomb di Al-legri che restava bello se-reno, con le mani in tasca, in piedi davanti alla sua panchina in attesa della fi-ne. Ecco, per quei 60 minu-ti non è stata propriamente una partita. E’ stata un’at-tesa. Lunga, sonnecchian-te, morbida attesa del 4 ° posto per l’Udinese, della fine di un campionato en-tusiasmante per il Milan. Meglio evitare di farsi ma-le, nel primo tempo i friula-ni la pensavano così visto che, tranne qualche fraseg-gio e un palo esterno di Di Natale su punizione da quasi 30 metri, non hanno fatto altro. Le uniche scos-se al Friuli sono arrivate dal tabellone luminoso quando ha annunciato l’1-1 e poi il 2- 2 del Lecce. In Puglia si divertivano, qui una noia mortale.
RITMO AMICHEVOLE – Il Mi-lan teneva distanti l’una dall’altra le linee dei tre re-parti, c’erano spazi che il vero Sanchez, il vero Di Natale e il vero Isla avreb-bero trasformato in territo-ri di dominio, come avreb-bero fatto nella ripresa, in quel fantastico quarto d’ora, degno della vera Udinese. Ma di vero, in quel primo tempo, c’era so-lo la voglia di arrivare in fondo e di tornare in Cham-pions, anche se non dalla porta principale.
La linea migliore del Mi-lan era schierata in tribu-na d’onore, da destra a sini-stra: Gattuso, Pirlo e Am-brosini, il trio delle Cham-pions ancelottiane, oltre ad Abbiati, Nesta, Antonini e Zambrotta. Il che significa-va che in campo c’era chi aveva giocato di meno e perfino chi non aveva mai giocato, come Didac Vilà, schierato a sinistra davan-ti a Isla. In ogni caso, alla fine del primo tempo il Mi-lan aveva tirato più del-l’Udinese che aspettava i campioni d’Italia una deci-na di metri davanti alla sua area, per poi tentare (inva-no) di ripartire.
AMELIA PROTAGONISTA -Nemmeno il 3-2 della Lazio ne ha mutato il corso. C’è riuscito invece il… 4-2 an-nunciato sul tabellone, po-co prima che Pato uscisse in barella per la lussazione alla spalla sinistra. A que-sto punto è successo qual-cosa di inatteso, di impre-visto e incalcolabile, consi-derato il poco, pochissimo, visto fino a quel momento: l’Udinese si è scatenata e Amelia è diventato prota-gonista assoluto, con una serie di parate pazzesche. La prima su Di Natale, la seconda su Sanchez, la ter-za ancora su Di Natale, ma questa è stata la grande prodezza della serata del sostituto di Abbiati. San-chez è scappato a destra, ha sprintato su Seedorf che lo ha steso in area: rigore netto. Di Natale ha preso male la mira e Amelia gli ha deviato il tiro sul palo. Subito dopo è stata la tra-versa interna (botta di In-ler) a salvarlo, ma ancora lui ha evitato la sconfitta al Milan con un’altra respinta su Sanchez. Sono stati 15 minuti straordinari, scap-pati fuori da una partita che era stata, fino a quel momento, tutto il contra-rio. Infine, la festa.
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Post Originale:
AC MILAN, CORRIERE DELLO SPORT: MILAN RECORD