Alla Scala del Calcio, “Vibrazioni dell’Anima”!

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Oggi cari lettori di Milan Passion non è una Domenica come tutte le altre, scandita dai soliti riti cari all’italiano medio, pranzo in famiglia e poi tutti stravaccati sul divano a guardare l’ormai inutile ultima giornata di campionato che resta appesa solamente alla lotta per l’Europa che conta.Ovvia la speranza di veder i Piangina fuori dalla Champions, dunque oggi quanto mai tiferemo bianconero (quelli senza presunte stellette in più sulla maglia, s’intende!).

Oggi in quel di San Siro non ci sarà spazio soltanto per le solite foto di rito, gli inni delle squadre, il toto – formazione, i 90′ in se stessi, gli ennesimi 90′ di una stagione a tratti esaltante ma dal forte retrogusto amaro che manco fosse cicuta.

Oggi andrà in scena l’ultimo atto di una Grande Opera iniziata oramai quasi trent’anni fa, ideata e diretta in principio da Arrigo Sacchi e continuata da Fabio Capello e Carlo Ancelotti, tre “direttori d’orchestra” che in giro se ne vedon pochi così.

Quest’Opera maestosa, sfarzosa ed emozionante, un’Opera che ha deliziato le più fini ed esigenti platee dei “teatri” europei e non, un’Opera che merita di arrivare all’epilogo li, nella sua casa, nella “Scala del Calcio”.

Il cast è stato d’eccezione, parecchi giovinetti ma tantissimi senatori del “palcoscenico”, gente che ha preferito emigrare verso lidi “facoltosi” mischiata ad altra che di questo gran palco ormai è habituè, prime donne e semplici comparse, tutti però intenti nella riuscita del più grande e bello spettacolo del mondo.

Non è l’Aida, ne la Traviata, ne tanto meno la Carmen. E’ un’Opera non precisamente definita, sempre in continuo mutamento, mai quieta e mai simile tra “la Prima” e la successiva replica. E’ lo spettacolo chiamato A.C. Milan! Oggi quattro tra gli interpreti che più di tutti hanno emozionato la platea di San Siro porranno fine alla loro sfolgorante carriera. Per chi pensa che i tenori siano tre beh, si sbaglia di grosso. Sandro Nesta, Rino Gattuso e Clarence Seedorf abbandoneranno la compagnia rossonera dopo aver regalato alle platee mondiali emozioni da far accapponare la pelle.

Ma soprattutto cari lettori, oggi andrà in pensione colui che forse ci ha emozionato di più negli ultimi dieci bellissimi anni dell’Opera Rossonera. Colui che la dove il teatro nacque, all’ombra dell’Acropoli di Atene, sotto lo sguardo degli Dei dell’Olimpo, impresse nella storia a caratteri cubitali il suo nome regalando a noi “intenditori” di lirica made in San Siro emozioni incommensurabili. Le sue esultanze, le sue corse sfrenate, i suoi pianti liberatori dopo ogni acuto ehm… gol, il fragore della Curva durante i suoi riscaldamenti a bordo campo e tanto altro ancora erano come un torpore che ti risaliva su per il corpo sino al cuore.

Lui, il protagonista più acclamato dalla gente del “loggione” di San Siro (i palchi lasciamoli a chi allo stadio ci va solo per passerella), il rabdomante dell’area di rigore, Super Pippo Inzaghi, riceverà per l’ultima volta l’ovazione della sua gente, del suo popolo, pronto a regalarci le ultime “Vibrazioni dell’Anima”.

Oggi cala si il sipario sulla stagione e sulla carriera di questi quattro grandissimi campioni, ma una cosa è certa: il nuovo ciclo guidato da mister Allegri dovrà non far rimpiangere questi eroi. Il compito sarà molto duro ma, “noi siamo una squadra di Diavoli” e nulla ci è impossibile. VAI MILAN!

Augusto Vaccarella – www.milanpassion.it

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