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Ora che la forma pare essere tornata un minimo decente e con l’infermeria in fase di svuotamento, possiamo tornare a sperare di rivedere su questi schermi un Milan degno della maglia rossonera: questa speranza è suffragata dal ritorno, in primis, di Kevin-Prince e del buon Alberto Aquilani, che tornerà a dare qualità in mezzo al campo, nulla togliendo però ad una delle cose migliori che poteva fare Clarenzio: stirarsi. Vogliamo chiamarla cabala, fato o caso, ma questa assenza forzata di Seedorf spero ci dia gli stessi risultati dell’allora infortunio di Pirlo, quando la mancanza della sua immensa classe in mezzo al campo ci regalò una serie di risultati positivi consecutivi che ci portarono, alla fine, alla conquista dello scudo.
Leccandoci ancora le insanabili ferite lasciate dalla dipartita del bresciano (lo so, sono pedante su questo argomento, ma non mi stancherò mai di festeggiare l’evento…), andiamo spediti verso la trasferta di Cesena, su un campo che l’anno scorso vide i nostri incassare due belle pere e tornare a Milano con la bellezza di zero punti contro una neopromossa. Il Cesena, però, non è più la squadra vogliosa di strafare dell’anno scorso, e si spera vivamente che un bel trio formato da El92, Maxi e Boateng possa chiudere la pratica rapidamente. Il redivivo Pato, tornato a disposizione di Allegri ed in attesa del prossimo stop muscolare, che arriverà supponiamo entro 4/5 settimane, necessita di incamerare minuti nelle gambe, quindi è probabile un suo impiego a fianco di Maxi Lopez.
Inutile sottolineare come sia obbligatorio conquistare 3 punti per mettere continuamente sotto pressione la tanto maltrattata e bistrattata Juventus, che, nonostante il complotto dell’FBI, del KGB e soprattutto di mia nonna in carrozza, riescono a strappare ogni tanto qualche punto alle avversarie. Fantastiche le ultime dichiarazioni del tecnico boema del Pescara Zdenek Zeman: «Si lamentano tutti, però secondo me in quella gara, l’unico rigore chiaro era quello in favore del Parma per il fallo su Giovinco»: chapeau. Vedere la Juventus lamentarsi degli arbitraggi, per inciso a sproposito, è come vedere le manifestazioni di protesta dei parcheggiatori abusivi a Napoli: una cosa piuttosto insopportabile.
Dopo l’abbuffata di goal da parte del Catania nell’ultimo turno di campionato, speriamo che Bergessio e compagni abbiano in serbo qualche sorpresa per i bianconeri, anche se il campo di Torino è stato spesso determinante. Ma se pensavate che le soddisfazioni fossero finite mercoledi, vi sbagliavate di grosso: forse non avevate tenuto conto del venerdi sera marrone-azzurro. Come volevasi dimostrare, l’Inter ha colto nuovamente l’occasione per dare lustro al proprio nome ed alla propria storia, confermando quando di buono fatto sin d’ora con la gestione Ranieri. La standing ovation è d’obbligo, al confronto la migliore puntata di Zelig è un’accozzaglia di battute senza costrutto: solo l’Inter può dare le soddisfazione dell’Inter. In quel campo non ci sono rivali: che invidia.
Caracciolo, Di Vaio, Acquafresca, acqua chiara, la seconda squadra di Milano sta continuando ad esprimere un gioco veramente inguardabile, dove il solo Snejder si aggira, vestito con una tunica marrone di lana grezza e la Bibbia in mano, cercando di predicare il verbo del gioco non buono, ma almeno decente, tra le corsie della casa di riposo Appiano Gentile. Il richiamo del FC Anzhi Makhachkala si fa sempre più forte, un eco al quale i giocatori nerazzurri determinanti non sanno proprio resistere.
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Alla via così…