Al termine della partita con il Manchester City, Massimiliano Allegri ha commentato la prestazione della squadra ai microfoni di Mediaset: “Abbiamo fatto male nella prima mezzora, c’era un po’ di timore, un pochino di paura, però sicuramente non abbiamo fatto un contrasto, li abbiamo lasciati giocare molto. C’erano tanti giocatori che per la prima volta giocavano in questo stadio, contro una delle squadre più forti d’Europa, con qualche nazionale rimasto a Milanello, era normale che potessimo avere delle difficoltà, anche se dispiace”.

“Poi abbiamo avuto una reazione, certo bisogna fare meglio sotto l’aspetto caratteriale. Occasioni ne abbiamo già avute due alla fine del primo tempo, all’inizio del secondo tempo altre tre occasioni, alla fine è stato un buon test. Ci sono giocatori che hanno fatto una buona partita, come De Jong, Muntari o Stephan che è tornato al gol. Non possiamo pensare con i titolari fuori di venire a giocare con il Manchester City e pensare di dominare la partita; i ragazzi non si sono demoralizzati e abbiamo finito nel modo migliore””.

“Troppo grande la differenza tra titolari e giocatori che partono dalla panchina? Oggi c’erano tanti ragazzi, Vergara è solo da qualche giorno che si allenava con noi, ancora non conosce il calcio italiano, anche El Shaarawy ha fatto soltanto qualche allenamento. Non bisogna allarmarsi, come non bisognava entusiasmarsi qualche giorno fa quando abbiamo vinto in Spagna“.

“Il nostro obiettivo è essere pronti tatticamente e fisicamente per la prima di Champions League. In America rientrano Balotelli, Zapata, Montolivo, arriverà Silvestre. Il gruppo si riunirà e avrà bisogno di lavorare insieme. I ragazzi hanno dimostrato di tenerci a far bella figura, allarmarsi non serve a niente. Abbiamo queste due partite una dietro l’altra, gli stessi giocatori non possono giocare tutti i novanta minuti, abbiamo dovuto fare cambi. C’erano tanti ragazzi, tra ’94, ’95 e ’92 ne abbiamo otto stabilmente in prima squadra, non ci devono essere paranoie quando passiamo trenta minuti come quelli di oggi”.