Allegri o Seedorf, Donadoni o Montella: le ragioni di una scelta

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04.05.2013 00:00 di Luca Serafini Twitter: @lucaserafini4  articolo letto 1748 volte

© foto di Pietro Mazzara

Non è mai una grande strategia mettere in discussione l’allenatore nelle ultime giornate di campionato, durante lo sprint decisivo. Lo spogliatoio ha bisogno di tranquillità e di certezze (o illusioni), per questo in passato sono stati confermati pubblicamente tecnici che in realtà erano già stati da tempo privatamente esonerati. Dunque l’ennesimo tormentone che riguarda Massimiliano Allegri è fastidioso e inopportuno, sebbene apra il dibattito sul futuro della panchina rossonera. Ieri sulla nostra pagina Facebook  https://www.facebook.com/pages/Luca-Serafini/56672279875?ref=hl abbiamo lanciato un sondaggio: “Chi vorreste allenatore del Milan nella prossima stagione?” In un’ora già più di 5000 persone avevano partecipato e il risultato era sorprendentemente a favore dell’attuale tecnico: Allegri 59%, “Altri” 20, Montella 11, Seedorf 8, Donadoni 2. Le ragioni della scelta da parte di Berlusconi saranno molteplici, ma non dobbiamo dimenticare che in questi suoi 27 anni di presidenza tutti i tecnici sono stati assunti a pelle, di pancia più che dal ragionamento: 3 volte un emergente (Sacchi, Zaccheroni, Allegri), 2 volte dirigenti che non stavano in panchina (Capello, Leonardo), 3 bandiere (ancora Sacchi, Cesare Maldini, Ancelotti) per sostituire in corsa gli unici 3 esonerati (Zaccheroni, Tabarez, Terim, questi ultimi gli unici 2 stranieri). Non sono coincidenze: per Berlusconi conta di più il “fisic du role” della sostanza, a lui uno tra Costacurta, Donadoni e Gattuso andrebbe alla perfezione. A prescindere. Nel frattempo però si è accesa la scintilla Seedorf.
ALLEGRI.- Uno scudetto e una Supercoppa, ma anche uno scudetto perso in malo modo, il tacito consenso a uno smembramento totale e doloroso, ma anche il lancio di giovani importanti e la valorizzazione di alcuni giocatori impensabili. La sua gestione è contraddittoria, esattamente come il finale che lo attende, sospeso tra il miracolo di un 3° posto impensabile e un 4° fallimentare. Se torniamo a ottobre, però, tra gli errori della società e i suoi, nemmeno il 4° posto sarebbe stato nemmeno lontanamente ipotizzabile. Oggi c’è un plebiscito pubblico da parte dei giocatori per la sua conferma, un anno fa però (dopo Pirlo) Nesta, Gattuso, lo stesso Seedorf, Inzaghi erano apertamente schierati all’opposizione. Con Berlusconi il feeling  non è mai nato e la nostra netta sensazione è che tra un mese, se non sarà il presidente a stringergli la mano, sarà lui a chiudersi la porta alle spalle. Senza doverla sbattere.
SEEDORF.- E’ già stato ad Arcore per parlare del suo futuro in panchina, ma aveva un contratto col Botafogo da rispettare e soprattutto era un momento in cui prendere il Milan avrebbe potuto rappresentare più una bruciatura che una consacrazione. Leale, intelligente, aperto di vedute, determinato, gode della nostra stima più profonda. Ha il difetto di una presunzione granitica, ma non abbiamo mai conosciuto in tanti anni di mestiere un allenatore umile. Mai. Per noi è la soluzione ideale e la sensazione è che lo sia anche per Berlusconi, un po’ meno per Galliani.
DONADONI.- Per quello che ci riguarda, l’unica reale, concreta, credibile alternativa a Seedorf (e Allegri) per l’anno prossimo. Serio, misurato, largo di vedute, educato, corretto, conosce bene l’ambiente e ha lavorato bene ovunque, persino in Nazionale dove un Europeo lo ha perso solo ai rigori e la panchina azzurra solo causa la sega elettrica di Lippi. A Genova (dopo la sorprendente esperienza a Livorno) e Napoli non si è preso con i presidenti, ma ora a Parma si è definitivamente consacrato. Ama il gioco e i giovani, miscelati agli esperti.
MONTELLA.- Soluzione graditissima a Galliani, persona lungimirante capace di costruire le squadre con pochi mezzi e di dare loro un’anima e un gioco. A Catania e Firenze i piazzamenti equivalgono a scudetti, a Milano se si trovasse a +10 in autunno e a -1 a maggio qualche problema in più lo avrebbe, visto che il suo collega Allegri ne ha tanti nonostante fosse a -10 in autunno e +1 a maggio…
ALTRI.- Gattuso e Inzaghi hanno bisogno di fortificare le loro esperienze, Spalletti piace a Galliani, meno a Berlusconi. Altre idee ci paiono fuori posto e fuori luogo. Costacurta ha ormai intrapreso un’altra professione, il resto sono chiacchiere. Alle quali sarebbe bene, almeno fino alla fine del campionato, mettere un bavaglio.

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