Amici e nemici del Milan

Giornalista sportivo a Mediaset dove cura “Sport Mediaset XXL”. Opinionista a “Novastadio”. I suoi libri: “Soianito”, “Calcinculo”, “La vita è una”, “Sembra facile”, “L’oro di Sheva”.

© foto di Pietro Mazzara

Il periodo storico di decadenza rossonera non interessa soltanto l’aspetto sportivo, ma coinvolge fatalmente aspetti lirici come l’amore dei tifosi, la rabbia dei capitani, l’ironia degli avversari. La fede calcistica si sta crepando in mille fazioni, avendo in sottofondo l’ormai totale assenza di comunicazione da parte della proprietà e le litanie statistiche di Adriano Galliani a difesa del presente e del passato, senza mai affrontare l’assai più delicato tema del futuro.

Le divisioni partono dal vertice, finendo con lo spaccare l’iceberg in due. Da una parte chi pensa che la rinascita sia possibile soltanto attraverso Berlusconi, padre o figlia o padre e figlia insieme, perché soltanto loro possono garantire un recupero dell’antica grandeur durata un quarto di secolo. Le ipotesi di stadio nuovo e l’appoggio a Seedorf sembrano andare nella direzione conservatrice, non lasciando spazio apparente all’eventualità di acquirenti esterni come invece auspica l’altra fazione apertamente anti-berlusconiana, secondo cui Michelangelo sta prendendo a martellate la sua opera d’arte. Fin tanto che la famiglia resterà in silenzio in questa tempesta, fin tanto che lascerà filtrare o trapelare voci incontrollate, battute piccate, l’assenza quasi totale di autocritica, non c’è una via di uscita: se abbiamo vinto è merito mio, se perdete adesso è colpa vostra.

Si scivola inevitabilmente ai Montecchi e Capuleti che sostengono da una parte Adriano Galliani, vecchio navigato dirigente che lui solo può condurre la nave fuori da queste acque furiose, dall’altra Barbara che porta forte sentore di aria nuova e purificatrice. La verità è che il Milan da tempo non è più in cima ai pensieri di nessuno, avendo Berlusconi l’attenzione alle spese, ai bilanci e ai problemi di varia natura che lo attanagliano, la figlia l’ambizione di poter disporre del potere necessario per poter agire e infine lo stesso amministratore delegato impegnato nei propri movimenti più o meno sommersi, che passando dal Preziosi di turno portano ai Birsa, ai Constant, agli Honda. In questo scenario anche in sede al Portello l’aria che si respira è il tacito conflitto tra Barbariani e Adrianini.

Così nascono e proliferano i Maldiniani, perlopiù dichiaratamente dissociati dalla Curva Sud, nonostante la stessa Curva decida di abbandonare il quieto vivere e si scagli verbalmente contro squadra e dirigenza.

Il terminale sommerso non può che essere l’allenatore, i pochi Allegriani che ironizzano sulle colpe di chi, i Seedorfiani che chiedono tempo, mentre in realtà degli errori del primo e dell’inesperienza dell’altro nessuno avverte la necessità nel panorama deturpato della squadra. L’aneddotica di Milanello racconta di un clima da “classe col supplente” con Allegri, da tedio esoterico suscitato invece dalle abitudini più meno singolari di Clarence (l’onnipresente psicologo, i colloqui individuali nell’intervallo delle partite, le logorroiche continue interruzioni degli allenamenti partitelle comprese). Il tutto sortisce il risultato di moltiplicare creste, tatoo, cuffie e risolini anziché alzare il livello di attenzione. Da qui i Balotelliani e gli antibalotelliani, un giovane talento da non buttare a mare oppure un indisponente fannullone che non cresce né tecnicamente, né tatticamente, né caratterialmente e trascina con sé i molti pelandroni in rosa.

Infine, ci sono gli zerbini da una parte e i criticoni dall’altra. Chi difende sempre e comunque, chi trova il pelo nell’uovo anche quando è bello sodo e fumante. Un abbaglio inaccettabile per pesare posizioni e pareri di gente che si limita ad analizzare dal proprio punto di vista, comunque condizionato o addirittura drogato dall’amore per il Milan. Se non altro questo guazzabuglio di cui nemmeno si intravvede la soluzione, concede molte possibilità di scelta negli schieramenti. Una soddisfazione effimera.

E’ diventato impellente conoscere pensieri, strategie, progetti, intenzioni della Proprietà, è l’unico modo per fare chiarezza, per fare una prima piazza pulita di queste odiose fazioni intestine. Per ricominciare al più presto a parlare di calcio, per ricominciare al più presto a parlare del Milan.

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