Bagno di umiltà per i rossoneri, che tornano all’ottima abitudine di far risorgere i morti. Dopo tre sconfitte consecutive il Genoa di Gasperini, in parziale emergenza, torna a vincere ed il Milan a stazionare a metà classifica senza arte né parte. Match segnato dall’inizio: dopo cinque minuti c’è la netta sensazione che qualche cosa sia andato storto nella preparazione della partita e che la squadra non costruirà nulla né tantomeno segnerà mai; non si va lontani dalla verità . Un episodio ha deciso nel risultato la gara ed un altro l’ha condizionata -l’espulsione- e c’è poco da dire: chi di episodi cerca di ferire, di episodi rischia di perire. La smettano tutti ora di blaterare di Scudetto e ‘voglia di essere outsider’. Cosa abbiamo visto nelle ultime tre partite? Principalmente casino, episodi, individualità . E’ ora di crescere, o venire sbranati esattamente come avvenuto lo scorso anno e quello prima: prima o poi tutte le squadre piccole o grandi se non sai fare tre passaggi di fila ti si fanno un boccone. Dopo sei gare le certezze sono zero, non solo per quel che accade nei novanta minuti ma anche dopo. Le poche cose buone viste giacciono in panchina, i pochi equilibri modificati con costante sistematicità . Mihajlovic in un mese si è tramutato in Allegri; fra un altro mese sarà Inzaghi? Accontentare tutti non è possibile caro Sinisa, fattene una ragione. Non possono giocare contemporaneamente Montolivo e De Jong, il protagonista della squadra deve essere un gioco da trovare prima che sia troppo tardi con fatica, sacrifici e a costo di molti errori; oppure si può puntare sull’individuo, ed anche lì il prezzo è caro, ma entrambe le cose non è possibile. Le due punte in questo modulo possono essere solo Bacca e Adriano. Sono solo alcuni degli equivoci che genera questo accrocchio di squadra, tremendamente simile all’ultimo Milan di Allegri, team con cui condivideva domenica 5/11esimi dei giocatori. Pensate un po’: tre rivoluzioni, centaia di milioni e poi…Zapata, De Sciglio, Montolivo, De Jong, Balotelli. Beh, allora forza: palla lunga, palla persa; palla a Zapata, ops; palla al Balo, palla…palla…palla…persa. Ricominciamo.
Gioco non pervenuto – Azione tipo: Diego Lopez rilancia alla viva il parroco su Balotelli, o in fascia. Il portiere spagnolo ha passato 38 palloni sbagliandone il 33%, 1 su 3. Nel caso in cui la palla non risulta regalata all’avversario parte la fiera del dribbling provato con esiti scarsi: 2/5 per Balo e Bonaventura, 2/2 per Bertolacci, 1/2 Kucka, 1/1 De Sciglio, 0/1 Montolivo e 0/2 per Calabria. Vedere tre passaggi di fila o un’azione a due tocchi ad un ritmo sostenuto ed aggressivo è impossibile. Persi 22 palloni -di cui 12 recuperati dal Genoa-. Passaggi: corti 355 a 316 per il Genoa, lunghi 67 a 58 per il Milan; il giocatore che ha effettuato più passaggi per il Milan è stato Calabria con 60, seguito da De Sciglio 40, del Genoa Perotti 62 e Laxalt 55: differenze significative sul ‘chi fa cosa’; percentuali al passaggio di squadra 80% a 73%, basse entrambe e peggior globale del Milan da inizio campionato -peggiori in assoluto Balotelli 62% e De Sciglio 63%-; contando la globalità dei tocchi, dunque passaggi, tiri, intercettazioni, contrasti: 534 a 464 per il Genoa. Tackle 22 riusciti a 14, duelli aerei 15 a 13, possesso totale 52 a 48 per il grifone. Un Milan quasi svuotato d’ogni contenuto tattico e privo di grinta. Mihajlovic ha qualcosa da dire? Il suo tattico? Sarà mica questa l’ideona di gioco che hanno in mente. Nella ripresa in 10 uomini non si è certo giocato meglio tuttavia si è creato qualcosa di più, praticamente si è tornati alla formazione con Honda in campo e forse alcuni meccanismi hanno girato…scherzi a parte: pessimo segno. Altro che il ‘se avessimo giocato come il secondo tempo anche il primo…‘ pronunciato dal serbo nella riuscita imitazione di Inzaghi. Ci sono state alcune occasioni estemporanee ma nessuno straccio di manovra organizzata; a qualcuno comunque sarebbe andata bene così.
Piantiamola subito – Su finiamola subito. Basta con questa buffonata del tandem De Jong-Montolivo. Davanti alla difesa hanno fatto pena entrambi per motivi diversi, ma da mezzala l’olandese è imbarazzante. Ci prova ma non può riuscire, è impreciso, impacciato e da lì non ha nemmeno i tempi di copertura. Questo De Jong mi fa incazzare: troppo a terra nei contrasti, evanescente, insicuro. 4 palle perse, 1 fallo commesso dove il giallo gli è stato graziato, e la cappella di Zapata che porta al rosso a Romagnoli passa anche da un suo errore; i passaggi effettuati li potete osservare da soli; mi aspetto una dignità ed una presenza da questo giocatore che da inzio anno sono clamorosamente mancate, in maniera inaccettabile. Non è un problema fisico: è stato il primo ad entrare in forma e mi pare che lo sia eccome, il problema è oltre alla posizione che non è la sua, la testa e c’è da capire perchè visto che era partito con ben altro piglio.
E’ un problema invece a 360° quello del cosiddetto capitano Montolivo, un regista penoso. De Jong non è una mezzala, Montolivo non è un regista: smettiamola con queste baggianate. Sia chiaro che nell’affermare ciò passo quasi alla difesa del giocatore di Caravaggio…perchè qualora fosse veramente un play allora staremmo parlando di una specie di ex giocatore bollito, decotto fisicamente e nel cervello, che interpreta le partite da vero parassita avulso da ogni compito di responsabilità . Distribuisce piattoni ma solo se si trova per caso a ricevere il pallone, ad inciamparci sopra: ci serviva proprio il regista per questo tipo di gioco. Meno male che è andato a Marassi col sorriso, che era di buon umore! Come ampiamente previsto questo ‘finto play’ serve solo a dare un punto facilmente pressabile all’avversario, inoltre rallenta qualsiasi tentativo di ripartenza. Dico io: l’azione parte quasi sempre con una castagna del portiere, oppure si va subito in fascia…a che serve il regista? Le uniche volte che può far partire qualche cosa gioca minimo a tre, quattro tocchi! E sta fermo lì poi, imbullonato davanti alla difesa, disperso nel momento del bisogno, mai pronto a ricevere né dare palloni con reattività . Non gioca mai di prima, non serve nel recupero della seconda palla né da una parte né dall’altra e domenica la trequarti centrale del Milan è stata terreno di pascolo per chiunque. La sua partita recita 0 tondo a tackle, intercettazioni, dribbling riusciti, tiri, occasioni create. In tutto ha fatto 40 passaggi -circa quanto il portiere- di cui 9 lunghi, 13 all’indietro. 75 minuti sono stati concessi a questo zombi: troppi. E’ ora di finirla, le squadre che giocano con un perno centrale immobile che o lancia lungo oppure fa passaggi elementari sono pochissime nel Mondo; le squadre che giocano con un mediano a fare la fascia ancor meno. Stop, questo ‘compromesso’ assurdo è inguardabile.
Why always him? – Domanda da un paio di milioni di euro di commissione. Mi riferisco ovviamente a Balotelli, autore di una partita decente, corretta, di presenza anche se poca sostanza. E’ stato l’unico pericoloso del Milan, assieme a Bertolacci e Kuco con un paio di incursioni. Bene, sembra che sia in forma e non faccia stupidate: basta dunque a parlare di rinascita, chi si è giocato la faccia col Balo è soddisfatto? Spero di no, perchè l’impressione è che con l’attaccante bresciano in cattedra tutto dipenda dai suoi fantastici piazzati o da un suo guizzo, e stop. 5 tiri, 2 occasioni create, 2 cross, 5% del possesso palla globale -top squadra Calabria e Diego Lopez, di nuovo terzino e portiere, con 6%-; anche 0 contrasti riusciti, 0 intercettazioni, 4 falli fatti, 62% solamente di passaggi riusciti. Non è colpa sua, le sue caratteristiche sono svariare sui due fronti dell’area come gli pare, ricevere palla a venticinque metri sul piede e fare quello che gli pare. Infatti con Adriano non c’è intesa, gli fa un unico passaggio -anche buono, ma unico- tutta la partita; nemmeno con Bacca; mentre fra Bacca e Adriano si: facciamo due più due magari? E ci aggiungiamo anche che qui al Milan Mario è sempre stato monopolista assoluto, nessuno è mai riuscito a giocarci a fianco con profitto. Non basta che non fumi e non pubblichi selfie alle tre del mattino per definirlo top player, e nemmeno player normale. Il genio che lo ha raccattato dall’umido d’Europa e quello che lo sta ri-valorizzando ne siano consapevoli; a quest’ultimo il gravoso compito di integrare le sviluppatissime quanto numericamente limitate qualità di Balotelli a favore di un gioco di squadra, cosa che non è riuscita a nessuno mai e rappresenta il più grosso fardello del giocatore, più del carattere e delle vaccate extra calcistiche. La sfida è stata comunque presa e accettata da tutti col sorriso, a quanto pare; esito per ora buono per il ragazzo -passato da nessuno a qualcuno nel giro di due settimane-, per il resto alquanto tedioso.
Il resto della truppa – Bertolacci-Bonaventura: complessivamente molto male. Andrea nella ripresa sembra vivo, crea 1 occasione e tira 2 volte, ma la sua percentuale al passaggio è drammatica: 57%. Inutile dire che si tratta di un giocatore assolutamente normale che sta giocando non male ma malissimo. L’equivoco trequartista comunque rimane in toto nonostante il panchinamento di Honda. In difesa gli errori individuali sono costati il match: Romagnoli è il secondo centrale giovane ed inesperto espulso, stavolta per colpa di una cappella di Zapata e, appunto, per inesperienza; poche lamentele, Alessio aveva altri modi oltre ad una manata in faccia per fermare l’avversario. Impari e cresca. Buona applicazione dell’offside nella ripresa, i giocatori genoani sono stati messi fuorigioco 5 volte nel secondo tempo, 6 totali; il Milan una volta sola visto che i due attaccanti giocavano entrambi a 25-30 metri dalla porta. I terzini sono stati i maggiori passatori e possessori in percentuale del pallone, di nuovo, l’impegno non è mancato tuttavia complessivamente sono stati imprecisi -65% globale di passaggi-, improduttivi -9 cross, 2 riusciti-, inefficaci al contrasto -25% riusciti, il resto falli o fughe-. All’uscita di Dormolivo la fascia è passata a Giaciglio: ha cambiato letto. In avanti Luiz Adriano ha confermato di non essere un fenomeno ma un attaccante che ha bisogno di servizio, ma non è che si sia prodigato particolarmente. E’ parso inoltre molto nervoso. Anche lui come Mario gioca a distanze siderali dalla porta, in area non c’è stato mai nessuno né in costruzione né in contropiede e questo era evidente fin dai primi istanti di gioco.
Il pastrugno sta riuscendo bene, devo dire. Sesta giornata: non esiste alcun gioco, solo sprazzi di talento -non domenica-, un po’ di improvvisazione e tante belle chiacchere. Il resto sono solo vecchi vizi e costrizioni che tracciano la strada per l’ennesimo purgatorio, ad andar bene. Ringraziamo il Dottor Galliani! L’ha detto stavolta il sergente di ferro o si è scordato?
Larry
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