Quando è giunto al Milan ha dichiarato di voler seguire le orme dei suoi connazionali Seedorf e Gullit, ma per adesso la sua esperienza somiglia di più a quelle di Kluivert e Bogarde.
Galliani strappa Nigel De Jong al City nell’ultimo giorno di mercato per circa 4 milioni di euro e lo presenta ai tifosi come l’atteso top player (anche se un top player a 4 milioni non si è mai visto). Di più: l’ad rossonero lo definisce il miglior acquisto arrivato dall’estero nel campionato italiano.
All’inizio Allegri gli da fiducia facendolo giocare con una certa continuità, ma il centrocampista olandese non convince. Delle ultime tre gare ha giocato gli ultimi 15 minuti col Chievo, quando la partita era ormai vinta, tutta la partita col Malaga fornendo una prestazione insufficiente, e zero minuti contro la Fiorentina. Se il tecnico gli preferisce il 35enne Ambrosini, qualcosa non va.
Il fatto è che De Jong sembra valido in fase di copertura (se si esclude la gara col Malaga quando sta a guardare Isco passare la palla gol ad Eliseu) ma non all’altezza quando si tratta di impostare il gioco, tanto che alcuni tifosi cominciano a sostenere che la sua specialità sia il ‘passaggio all’indietro’.
Certo, è presto per trarre delle conclusioni ed è difficile giudicare un singolo giocatore quando la squadra non gira, ma da un top player e miglior acquisto straniero del campionato ci si aspetta necessariamente di più.
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