Le conferenze stampa del buon Max Allegri al Milan sono state tra le più noiose e monotone degli ultimi tempi. Piene di frasi fatte, con quel tono monocorde, pochi spunti a livello giornalistico e niente pepe. Ora Allegri, alla ricerca di una panchina (che a questo punto difficilmente troverà) si è messo a parlare, a raccontare, a confessare. La cessione di Pirlo, per esempio. “E’ stata la società, di comune accordo con giocatore, a farlo partire. Io lo facevo giocare dove lo sta impiegando Prandelli al Mondiale” disse prima della debacle con il Costarica l’ex rossonero. Ecco, già ci troviamo ad avere a che fare con ex giocatori che confessano peccati di spogliatoio a distanza di anni, ora facciamo un bel giochino: o si parla quando un fatto è attuale o commentarlo a distanza di anni non vale più, d’accordo mister? 
In un’altra epoca, Balotelli e De Sciglio non sarebbero mai finiti sul mercato. I due migliori talenti del Milan avrebbero dovuto fare almeno 4/5 anni di carriera in rossonero, alzare qualche trofeo e crescere a livello esponenziale prima di essere ceduti. Non accadrà. Il Milan, alla ricerca di fondi per fare il mercato, li ha messi in vendita. Come avevamo scritto tempo fa, in questo momento l’unico che potrebbe non essere ceduto è Stephan El Shharawy: il suo valore oggi è troppo basso e non converrebbe a nessuno perdere un talento del genere a quattro soldi. Gli altri sì: di fronte ad offerte importanti, la porta di Milanello è aperta, a cominciare da Ricardo Kakà che sta preparando i bagagli per un’esperienza americana.  Scelte di vita… 

Il Milan, sul mercato in entrata, si sta muovendo discretamente. I “parametri zero” Alex e Menez sono due tasselli importanti, ai quali però va aggiunto altro. La priorità è un regista capace di costruire gioco. Un Pirlo (aridaje) o magari un centrocampista duttile come Verratti. Ecco, una società con una bozza di progetto-giovani due anni fa, nell’operazione di cessione di Ibra e Thiago Silva, avrebbe dovuto mettere all’interno della trattativa l’ex pescarese destinato, nei prossimi anni, a diventare uno dei centrocampisti più importanti d’Europa. In questi due anni si è disputata la Champions, ma si è perso tempo nella costruzione di un vero progetto.  Mettiamola così: il prossimo anno, senza impegni europei, ci sarà tempo e modo di cominciare a lavorare per il futuro.  Ditemi la vostra su Twitter a @stepeduzzi 

Ci vediamo in tv stasera su Odeon dalle 22.30