Chi perde sta zitto una benamata cippa


Segna due goal: Pallone d’Oro

Ieri pomeriggio su consiglio di Gian mi collego a Radio Radio; argomento: disfatta casalinga della Roma con l’Atalanta. Tra studio, collegamenti telefonici e diretta delle interviste post partita, Rudi Garcia viene messo letteralmente in croce da – cito chi mi ricordo – Melli, Renga, Pistocchi e anche il “nostro” Danielino Massaro. Domande a brucia pelo, processi, disamine tattiche… Una mezz’ora, quella ascoltata dal sottoscritto, di puro giornalismo, dove si é fatta in primis cronaca, quindi una lucida disamina delle problematiche capitoline, a partire dalla proprietá, passando per la dirigenza, per finire su allenatore e rosa. Non sono nemmeno mancati interventi da parte di ascoltatori. Qualcuno ha perfino tirato in mezzo qualche giornalista che all’epoca pubblicava perfino gli scontrini del bar di Rossella Sensi e oggi sulla gestione economica di Pallotta tace. Che Rudi Garcia abbia risposto con un “lei signora ha sbagliato domanda?”, o “chi vince parla e chi perde sta zitto”? Assolutamente. Si é preso le sue bordate e ha risposto senza alibi con umiltá. Il mestiere del giornalista si fa cosí. Il mestiere degli addetti ai lavori si fa cosí. Prendano appunti dalle parti di Milanello, sia gli uni, che gli altri.

“Chi vince parla e chi perde sta zitto” – che al Milan Giannino significa Chi vince si autocelebra e chi perde si nasconde – é diventato il verbo, il modus operandi. Ma stiamo scherzando? Semmai andrebbe fatto il contrario. Chi vince sta zitto e chi perde spiega. Ci spieghino come mai il secondo fatturato e il terzo monte ingaggi d’Italia (per anni entrambi primi) vengono da un ottavo e da un decimo posto, non riescono ad imporre nemmeno il gioco a San Siro contro una Atalanta, hanno nel piazzamento e non nella vittoria l’obiettivo stagionale dichiarato, sono al quarto anno zero consecutivo, non riescono piú a prendere un giocatore se non coadiuvati da Preziosi, sono ancora invischiati con personaggi come Raiola e Bronzetti, continuano a riportarsi a casa giocatori venduti o scartati (l’ultimo sará Boateng), non hanno una programmazione a medio-lungo termine – e quella a breve termine é navigare a vista… Ci spieghino queste cose. Niente. Quando si perde, invece, se uno si é degnato di andare allo stadio va a fare i complimenti all’avversario paragonandoli al Milan di Sacchi, l’altro invece scompare completamente. Se eventualmente messi alle strette ci viene ricordato che Berlusconi ha vinto piú di Bernabeu (?!), che il calcio é fatto di cicli, che lui ci ha messo ottantordicimilabilioni di paperdollari, che il Milan é un’affare di famiglia, che il tifoso é ingrato, non evoluto e non fa mercato… Ci é poi stato anche detto dalla Comunicazione Rossonera di non usare piú numeri o statistiche. O meglio, usare solo quelle che vogliono loro: quindi esaltare Cartesio quando recupera palloni (con un podio composto da Castro e Manganelli tra l’altro…), ma non azzardarsi a tirare fuori dati come i tiri effettuati. L’invito a tornare nelle proprie ceste peró ci é criptico… la macchina Enigma sta lavorando 24 ore su 24 da due giorni senza averci ancora fornito una concreta interpretazione. La piú verosimile é questa… Colgo l’occasione per ricordare a questa gente che il tifoso per chi lavora in questo settore é come il cliente: non avrá sempre ragione, ma di sicuro é sacro. Come se io mi permettessi di insultare i clienti al primo piatto che azzecco dopo decine di arrosti bruciati e pastasciutte scotte…

Forma5Nel post partita con la Sampdoria il nostro amministratore delegato, guru, imperatore del mercato, condor e pallone d’oro dei dirigenti Adriano Galliani non perde l’occasione, o il vizio, di autocelebrarsi: “Niang? Mi devo fare i complimenti da solo. Preziosi lo voleva ma io ho resistito…”. Per caritá, ottima prova del francese, al primo e secondo goal in Serie A con la maglia del Milan. Dopo 3 anni, su rigore (che va trasformato, intendiamoci, ma pur sempre su rigore) e a porta praticamente vuota su passaggio del portiere, e con una Sampdoria contro cui oggi l’impresa sarebbe perdere. Al Milan Giannino hanno sempre questa errata tendenza di decontestualizzare le partite. Come dopo Parma lo scorso anno si parlava di scudetto e si pretendevano le scuse (campionato terminato decimi e Parma retrocesso per questioni non solo societarie… ci chiesero scusa loro?), o come dopo la partita con la Lazio. Ecco l’andamento di Lazio e Sampdoria nelle ultime 5 partite. Lazio ultima col Verona con 1 punto su 15, Sampdoria penultima con 2 punti su 15. Segnalo anche un ottimo articolo di Pippo Russo a riguardo. Il Milan non gioca un bel calcio, ha in rosa una miriade di giocatori scarsi e sopravvalutati, ma se entra in campo con la giusta mentalitá e la giusta cattiveria, é una squadra che puó arrivare tra il quarto e il sesto posto. Basta aneddoti, basta proclami, basta autocelebrarsi (dov’é finita Intuizione Birsa? Eppure il Condor se ne bulló parecchio…). Piedi per terra, umiltá e lavorare. E se si vince bene. Ma se si perde faccia davanti alle telecamere a chiedere scusa e spiegarci del perché e del percome: chi perde sta zitto una benamata cippa!!!

Andrea

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