Clarence primus inter pares. “Voglio continuare a giocare bene “…per vincere

08 Mar 2014 18:00
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MILAN-JUVENTUS, IL MIGLIORE IN CAMPO

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08.03.2014 00:00 di Giulia Polloli  articolo letto 1045 volte

Comincio a credere che Seedorf non abbia ancora trovato un chiodo a cui appendere realmente le sue scarpette. Non scende in campo la domenica, non si allena più,ma dello spogliatoio è tornato primus inter pares. Così avrebbero detto i latini e, ne sono certa, questo è il suo segreto. Il motivo di queste mie parole è il modo con cui Seedorf parla dei suoi giocatori, il modo con cui difende Balotelli dai rimproveri per il tweet versione giocatore di ping pong, il modo con cui scende sul campo di Milanello e si muove con i suoi ragazzi.

Poi, ovviamente, quando deve essere allenatore, si mette un abito che gli calza a pennello. Sa che la sua sfida non si esaurirà quest’anno, sa che ora può permettersi di sperimentare, sa anche che però il popolo milanista è esigente. Seedorf progetta la prossima stagione sottolineando quanto  la classifica in questo momento, non sia tra le sue priorità. La ricerca di continuità di prestazione, seguita dai risultati è l’obiettivo da raggiungere. “Ora è solo un freno guardare la classifica, sappiamo dove siamo”. Esattamente come il discorso relativo al bel gioco mostrato contro Atletico e Juventus al quale sono seguite due sconfitte. Qualcuno chiede se non dia più soddisfazione la vittoria, magari ottenuta giocando male. Seedorf è lapidario: “No, io voglio continuare a giocare bene. Questo non vuol dire che preferisco giocare bene e perdere, ma che le vittorie arriveranno”. Che sia causa della troppa frenesia davanti alla porta avversaria? “Un mio vecchio allenatore diceva, che se metti la palla all’incrocio, lì non arriva nessuno a prenderla. Quindi solo creando occasioni importanti si arriverà anche a far gol”.

Contro l’Udinese il Milan ci arriva rimaneggiato. Un po’ a causa di qualche infortunio come per Poli e De Jong. Anche Ramì ha lavorato a parte nell’assolato pomeriggio a Milanello. Di certo c’è l’esigenza di fare turnover e immediatamente gli occhi vengono puntati sul reparto dei trequartisti. “Saponara si sta allenando bene, ha giocato bene contro la Sampdoria, deve continuare a crescere”.  L’attenzione si sposta poi su Honda, rientrato dal volo intercontinentale per gli impegni con la sua nazionale: “ Domani giocherà titolare, è abituato a recuperare da voli lunghi”. Il giocatore nipponico è sotto la lente d’ingrandimento perché fino ad ora non è riuscito a giustificare sul campo il clamore dovuto al suo arrivo a Milano. Seedorf però ha una spiegazione plausibile: i ritmi del calcio italiano non sono paragonabili né a quelli russi né a quelli della Nazionale di Zaccheroni.  Seedorf scommette su Honda, anche se qualche collega gli fa notare che le difficoltà possono derivare dall’essere spesso schierato fuori ruolo. Clarence sorride: “Non tutti giocano nel loro ruolo preferito, anche io ho giocato spesso fuori ruolo. Il problema di Honda è che non ha trovato continuità. L’ho seguito molto, sono affascinato dal suo gioco e comunque ha giocato bene quando è stato utilizzato. A lui piace giocare dietro le punte, il problema è che abbiamo un ex pallone d’oro che riveste lo stesso ruolo”.  La partita contro l’Udinese, dando quasi per scontato che Kakà verrà tenuto a riposo in vista della gara di ritorno contro l’Atletico, servirà ad Honda per lanciare segnali positivi. Qualche problema Seedorf ce l’ha, manco a dirlo, in difesa.  Contro Muriel e Di Natale, con indisponibili Bonera e Ramì, Mexes potrebbe tornare tra i titolari accanto a Zapata, nonostante lo scardinamento delle gerarchie messo in atto nelle recenti partite. Seedorf aveva dichiarato che non esiste un problema Mexes, ma l’impressione è quella che il francese sia utilizzato il minimo indispensabile. Forse che si voglia accelerarne l’addio?  L’allenamento dei portieri ha messo in mostra un Abbiati reattivo. Sotto la guida di Fiori, lui, Amelia e Coppola si sono alternati nelle varie serie di esercizi mirati a sviluppare la reattività tra i pali e, se questo dovesse essere motivo di scelta, Abbiati ha sovrastato i compagni. L’Udinese arriva da una serie negativa di risultati, tanto da essere chiusa in ritiro da giorni per volere del presidente Pozzo, questo dovrebbe restituire nella gara di domani una squadra ancora più motivata a lasciare il segno. L’Udinese è squadra giovane e ogni anno Guidolin si trova a lavorare con una rosa quasi completamente nuova. “Loro devono valorizzare i giocatori, è la loro mission. Sono sempre competitivi pur ripartendo sempre da zero. Noi dobbiamo imporre il nostro gioco, trovare continuità”.  Esatto. Il Milan deve continuare sulla strada tracciata nelle ultime partite, andando solo a cercare più spesso e con più concretezza la via del gol.

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