Il Milan per la seconda volta consecutiva nella fase finale di Champions pesca il Barcellona. La prima si giocherà a San Siro dove li il Milan dovrà fare la partita della vita per poi pensare più alla fase di contenimento nella partita di ritorno al Camp Nou. Il nostro obiettivo dovrà essere quello di togliere le idee all’avversario, con un gioco basato sulla fisicità, sulla tenuta atletica dei suoi interpreti, che si applica con il pressing alto e una fase difensiva che vede sempre la collaborazione di quasi tutto il collettivo, seguita sempre a fulminee ripartenze in contropiede , con un notevole sfruttamento delle fasce .
Atteggiamento tattico:
Bisognerà cercare di giocare corti tra le linee creando compattezza tra i reparti con una linea di centrocampo che dovrà muoversi per dare supporto alle due linee quella d’attacco e quella di difesa in modo da aumentare il pressing sul portatore di palla con marcature a uomo e continui raddoppi in fase di non possesso. Dovrà essere un pressing asfissiante in modo da non dargli il tempo necessario per costruire il loro possesso palla che tende ad addormentare la partita con l’obiettivo di far stancare l’avversario per poi colpirlo con dei passaggi filtranti o semplici inserimenti senza palla. Per tentare di riuscire nell’impresa di battere la squadra più forte del mondo si potrebbe provare con un 4-3-3 che richiede, mai come in questa partita, molto movimento senza palla e spirito di sacrificio tra i reparti, con un tridente formato da El Sharaawy, Pazzini e Bojan. Un tridente che garantirebbe più dinamicità in fase d’attacco in caso di contropiede e nello stesso tempo più copertura in mediana con i due attaccanti esterni che per l’occasione potranno trasformarsi in centrocampisti esterni col compito di attaccare in fase di possesso e ripiegare in mediana quando la palla è dell’avversario così da creare una specie di 4-5-1 con l’obbiettivo di dare più corposità a centrocampo. Un centrocampo con Muntari mezz’ala sinistra più propenso per la fase difensiva, Montolivo con doti da regista, play basso davanti alla difesa col compito di imbastire con delle verticalizzazioni le eventuali ripartenze e Boateng mezz’ala destra per garantire più fisicità. Anche questi “extraterrestri” del calcio hanno dei punti deboli. Il loro tallone d’achille, che è anche un po’ il nostro, sono le situazioni di palla inattiva dove anche loro non dispongono di grande organizzazione tattica per via di centrali difensivi non troppo alti, un Mario Yepes, buon colpitore di testa, non sarebbe male da schierare a supporto di Pazzini. L’altra situazione che la squadra blaugrana soffre maggiormente è il contropiede,oltre a tentare di imbastirlo in fase di possesso palla con delle verticalizzazioni gestite da Montolivo, la linea difensiva dovrà tentare di impostare lanci lunghi su situazioni di palla inattiva dove l’avversario gioco forza tenderà a sbilanciarsi avendo più giocatori verso la nostra metà campo. Dovremo cercare di sorprenderli facendo muovere in fase di non possesso due attaccanti dinamici come El Shaarawy e Bojan nei pressi della linea mediana del campo pronti a ripartire, con un lancio lungo proveniente dalla linea difensiva una mossa che, in una situazione di gioco diversa, aveva già aveva messo in pratica Di Matteo nel goal di Torres nella semi finale di ritorno al Camp Nou.
Fase difensiva:
Per affrontare al meglio il Barça, una squadra che se gli lasci uno spiraglio con due tocchi ti giustizia all’istante, è fondamentale avere una buona linea difensiva ben compatta e per fare ciò deve entrare in gioco la linea di centrocampo. Nella linea a 4 la difesa rossonera tende spesso ad essere larga, una buona soluzione sarebbe quella di arretrare la linea di centrocampo negli spazi della linea difensiva così da formare una specie di barriera a 7 pronta ad imbastire una manovra di contropiede, in caso di possesso palla, per il tridente che agirà nei pressi della mediana.
C’è un solo modo per mettere in seria difficoltà il Barca. Giocare con straordinaria intensità, pressare i portatori di palla e alzare il ritmo di gioco quanto più possibile. C’è poco altro da fare. Se si gioca al loro stesso ritmo, il loro straordinario palleggio diventa un’arma letale. Nel calcio o punti sul possesso palla (Nils Liedholm docet) o, se ti trovi davanti un avversario più dotato nel palleggio,non ti resta che aumentare l’intensità del gioco. Farlo per l’intera durata della partita è pressochè impossibile. E allora,come fece l’Inter di Mourinho nel 2010, devi concretizzare quando aggredisci e difenderti con estrema vigoria quando subisci l’inevitabile ritorno dell’avversario. Dobbiamo provarci siamo una squadra giovane e per questo si dovrà provare ad alzare i ritmi e cercare di concretizzare le pochissime occasioni che i catalani ci lasceranno, dovremo fare la partita della vita, in fondo siamo sempre il Milan.
