De Jong è sicuro: “Il derby si vince a centrocampo”

Primo derby di Milano per De Jong, che si racconta al Corriere dello Sport: Io sono un vincente e voglio sempre vincere. E’ una questione di mentalità e non di parole, anche se a me capita di parlare spesso in campo. Ma sono concetti semplici, chiari, perché il linguaggio del calcio è universale. Per il resto io credo che le cose sia sufficiente dirle una o due volte. Poi basta.

Sui problemi del Milan: “Credo che fondamentalmente tutto ruoti attorno alla mancanza di esperienza. Questa è una squadra molto giovane. Inoltre, diversi giocatori l’anno scorso sedevano in panchina e ora sono diventati titolari. Non è mai facile cambiare le proprie prospettive in una squadra come il Milan. Abbiamo perso con Sampdoria e Atalanta, ma con tutto il rispetto, dal punto di vista della qualità, non siamo certo inferiori. Loro semmai avevano in più l’esperienza, nel senso dell’abitudine a giocare assieme. E’ fondamentale per migliorare. Non a caso, adesso stiamo facendo passi avanti partita dopo partita. Sono andati via giocatori importanti, come Ibrahimovic e Thiago Silva, ma anche altri che hanno fatto la storia di questo club. C’è molta meno qualità e ci sono diversi giovani, ma io vedo comunque un grande potenziale. L’importante è che tutti abbiano in testa l’obiettivo di riportare il Milan sui livelli a cui è abituato. E’ difficile perché non ci sono più i campioni di un tempo, ma se si ragiona come una squadra, sacrificandosi l’uno per l’altro, allora l’obiettivo non è impossibile. Il traguardo è uno dei primi tre posti e quindi la qualificazione alla Champions, ma non sarà semplice. Ci sono tante buone squadre che hanno lo stesso tipo di ambizione e in classifica abbiamo già accumulato del ritardo”.

Su Allegri: “E’ sempre così, dappertutto. All’Ajax ho avuto quattro allenatori, al City si parlava in continuazione di un nuovo tecnico. E i giornali hanno tutto l’interesse ad alimentare certe voci. Ma alla fine conta ciò che dice chi sta al piano di sopra. E se loro dicono che Allegri è il nostro allenatore, Allegri è il nostro allenatore e noi siamo con lui. Solo Berlusconi e Galliani possono stabilire se non è più adatto. La verità è che le cose si dimenticano troppo in fretta. Allegri è arrivato e subito ha vinto. Invece, bastano un paio di partite storte e si finisce in discussione”.

Sul suo ruolo ideale: Gioco meglio davanti alla difesa. E’ vero, mi trovo meglio. Ma solo perché ho sempre giocato così, nel City, ma anche all’Amburgo e pure nella nazionale olandese. Ma non ho problemi a stare da solo davanti alla difesa. Dipende da ciò che decide l’allenatore per quella gara in particolare. A mio avviso possiamo fare bene con tutti e due i sistemi. L’importante è sceglierne uno e insistere, perché così possiamo migliorare. 

Sul derby: “Si può vincere a centrocampo, come per tutte le grandi partite. Di solito chi prende il sopravvento in mezzo al campo alla fine riesce ad avere la meglio. Poi, può sempre capitare un episodio che fa saltare tutto. Anche perché tutti vorranno dare il 110% e ci saranno 80 mila persone allo stadio”.

Su El Shaarawy: “Sta attraversando un momento straordinario, si può dire che è caldo. Deve ancora compiere vent’anni, è giovane ed è questo il suo vantaggio. Perché non pensa, va e basta. E’ spregiudicato come lo sono tutti alla sua età. Possiede talento e qualità, ma è anche un grande lavoratore sia in allenamento sia in partita, visto che è sempre disposto a tornare indietro, a spostarsi a destra o a sinistra. Ha la mentalità giusta per diventare un campione. Spero che continui così, per lui e per il Milan.

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