E’ questo che meritiamo?

AC Milan v Jucentus FC - Berlusconi Trophy

di Riccardo Zavagno

Per commentare la partita di ieri sera basterebbe fare un copia e incolla dell’esordio col Verona oppure della trasferta di Palermo dello scorso anno o addirittura della sfida in casa contro la Fiorentina di tre campionati fa. Dopo aver cambiato i nomi di alcuni giocatori il corpo del discorso sarebbe rimasto inalterato. L’immobilismo di Allegri in panchina durante le partite si riflette sulla squadra che ancora latita di un gioco, di uno spirito di squadra, di una preparazione fisica e mentale alle partite. Soprattutto negli scontri con le squadre di vertice dove sono stati ottenuti poco più di 20 punti sui quasi 80 a disposizione. Per non parlare poi delle sfide in campo europeo come ad esempio Arsenal e Barcellona.

Queste considerazioni non sono frutto solo di queste ultime deludenti prestazioni. Sono concetti sui quali da queste righe si è sempre cercato di fare leva per evidenziare come bastasse la mancanza di un Ibrahimović prima e di El Shaarawy e Balotelli poi per evidenziare la poca sostanza alle loro spalle. È vero che attualmente la lista degli infortunati è lunga e che non si possono regalare ad ogni partita metà squadra di titolari e che alcuni episodi hanno caratterizzato l’andamento di certe partite. Ma questo è il calcio, lo è stato dall’inizio e lo sarà fino a quando esisterà questo sport.
Piuttosto si dovrebbe recriminare la mancanza di cross dal fondo, di pressing, di un gioco collettivo quando lo spettacolo è ridotto ad un fraseggio orizzontale fine a se stesso nella nostra metà campo. Per non parlare dell’aspetto della gestione dei giocatori come Pirlo, Ronaldinho, Pato, la “cricca” dei senatori, Flamini, Nocerino, Niang, El Shaarawy ed il “grande incompreso” Emanuelson costretto a ripiegare in tutti i ruoli. A cospetto di tutto questo le sostituzioni all’88′ sembrano addirittura sensate.

Se dopo un mese di campionato siamo per l’ennesima volta nella colonna di destra dei motivi ci saranno e delle colpe che qualcuno dovrà, o dovrebbe(?), assumersi. Sarebbe un gesto ipocrita e gratuito puntare il dito solamente nei confronti dell’allenatore. A monte c’è, o ci dovrebbe(?), essere una dirigenza, un Presidente e degli osservatori ovvero tutte pedine che erano i pilastri di questo club. Perché ognuno ha le sue responsabilità sia chi richiede i giocatori, chi li compra, chi deve insegnargli a stare in campo e magari a fare uno stop ed una finta e chi dovrebbe far accomodare alla porta chi non è più utile per questa squadra.
Infine ci siamo anche noi, i tifosi. Nessuno escluso, perché si vince e si perde tutti insieme. Le scelte della curva di dare fiducia alla squadra ed allenatore anche nei momenti più bassi della scorsa stagione o di comunicare tramite striscioni il benestare per l’acquisto o meno di un giocatore o di un allenatore è stato un punto di svolta nel tifo rossonero che ha diviso l’opinione degli stessi tifosi, nel significato più esteso del termine. Era ieri che piovevano fischi gratuiti su Seedorf anche se si allacciava una scarpa o cori indegni per l’ultima di Maldini mentre ora assistere all’indolenza e l’insufficienza dei Boateng, Robinho e soci non provoca nessun gesto di insofferenza o coro di protesta.

Come è stato dichiarato ieri sera nel dopo partita dall’unica voce rappresentante della squadra: ”…meritiamo di avere 8 punti dopo 7 partite”. Una frase inconcepibile solo da immaginare di poter essere detta e tantomeno da poter essere detta senza che questa non creasse delle domande prima e delle rivoluzioni poi.
Forse i tempi sono cambiati. Il fair play finanziario, la crisi, gli stipendi, i diritti tv, i procuratori e tutto il resto possono aver ridotto così questo club?
Nell’attesa di una risposta o di un segnale forte, è stato omesso in queste righe volontariamente e continuerà ad esserlo il nome della squadra.
Va bene tutto ma un po’ di educazione e rispetto non guastano mai.

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