L’EDITORIALE – Ora c’è la sosta, la seconda dopo quella settembrina. Allora erano passate appena 2 giornate di campionato. Adesso siamo alla 7.a ed è tempo per un primo bilancio della stagione dei rossoneri.
Chiariamolo subito: la sconfitta di ieri nel derby è assolutamente immeritata. L’Inter è passata in vantaggio dopo appena 2 minuti su erroraccio della difesa, Abbiati incluso. Poco dopo lo stesso Abbiati ha consegnato a Milito il pallone del raddoppio, ma l’argentino ha fallito. E allora il Milan ha preso coraggio. Ha cominciato a bombardare la porta di Handanovic con tiri da fuori e dentro l’area. Purtroppo, però, la mira è quella che è. Quando la palla finisce dalle parti di Boateng l’errore è praticamente certo.
Montolivo, invece, ha dato finalmente l’anima. Lento e impacciato nei precedenti incontri, contro l’Inter è stato autentico trascinatore. Avrebbe anche segnato un gol fantastico, ingiustamente annullato da Valeri. Già, Valeri. Il vero protagonista del derby è stato l’arbitro che – se si esclude la giusta espulsione di Nagatomo – ha sbagliato praticamente tutto. La rete di Montolivo, come detto, era regolare, perché Emanuelson non commette fallo su Handanovic, semmai è il contrario. Nel finale del match Samuel abbatte in area Robinho: ci sarebbe espulsione e rigore. E invece niente. Insomma, il Milan è stato fortemente penalizzato da un arbitraggio scandaloso. Senza Valeri, almeno il pareggio sarebbe arrivato.
Ciò premesso, bisogna anche parlare degli errori di Allegri. Il quale ha puntato ancora una volta su Boateng, impreciso e deludente. Difficile capire perché Bojan ancora titolare e Robinho ancora in panchina. Il brasiliano ha dato vivacità all’attacco nel finale. E che dire della sostituzione di El Shaarawy? Non stava giocando male, eppure Allegri ha deciso di sostituirlo, tra i fischi di San Siro.
Una delle poche note liete ieri è l’ottima prestazione di Emanuelson, che ha fatto bene sia da ala destra, sia da terzino sinistro. L’olandese ha grande corsa e resistenza. Il suo vero problema è la mancanza di continuità. Riuscirà finalmente a trovarla? Sarebbe auspicabile.
Come sarebbe auspicabile il ritorno in campo di Pato. Il quale ha già “esordito” con la Primavera segnando una doppietta. Nel Milan, ormai, o segna El Shaarawy, o non segna nessuno. Perché Pazzini, dopo la tripletta di Bologna, è sparito. Perché di Niang non c’è traccia. Perché per fare segnare Bojan, Robinho e Boateng bisognerebbe triplicare la misura delle porte. Pato, dunque, con sua media realizzativa, sarebbe fondamentale. Ma i dubbi sulle sue condizioni fisiche sono molti e legittimi. Parliamo di uno che negli ultimi 2 anni è finito ko una dozzina di volte…
Qual è, ora, l’obiettivo del Milan? Il sogno scudetto è svanito addirittura un mese fa. Con buona pace di Galliani, convinto che la squadra avesse tutti i mezzi per lottare per le zone alte. Champions League? Anche quest’obiettivo è praticamente impossibile. Napoli e Juventus sono di un altro pianeta. Inter, Lazio e Roma non sono superiori al Milan, ma hanno già un vantaggio importante. Ecco perché, a essere realisti, l’unico traguardo possibile può essere l’Europa League. E sarebbe già tanto. Perché con 7 punti in 7 partite, un gioco orrendo e tanti uomini mediocri o fuori forma, non si può certo sognare. Basta guardare la classifica: il Milan ha appena 2 punti di vantaggio sulla zona salvezza. Certo, la squadra non è fatta da fenomeni, ma se siamo caduti così in basso, molte colpe sono anche di Allegri.