di Andrea Rubini
Se prima non si vende, non si compra. Con una rosa da smaltire e la borsa dei soldi chiusa la situazione in casa Milan è questa. Nonostante il gap da colmare in Europa e in Italia, e una presenza alla prossima edizione della Champions League da garantirsi, dalla proprietà sembra non arrivi nulla. Il bilancio ora è finalmente (quasi) a posto, e il Milan deve iniziare a camminare con le proprie gambe. Per farlo dunque è necessario vendere, e vendere bene, perchè alla buona pace di Galliani, questo Milan non è competitivo, e va rinforzato.
I giocatori in grado di garantire del denaro non sono poi molti: la rosa infatti prevalentemente è composta da gente incedibile, chi per età raggiunta, chi per un contratto troppo oneroso in rapporto alle reali prestazioni, chi semplicemente perchè non ha mercato. L’unico giocatore in grado di portare una cifra sostanziosa è El Shaarawy, lo sanno in società, e lo sa il giocatore, tanto che le uniche parole pronunciate dal suo procuratore sono state delle laconiche “Non posso dire nulla, è un momento delicato”. Frase che può essere rigirata in molti modi, ma che lascia pochi dubbi sul suo reale significato: El Shaarawy vorrebbe restate, ma la società lo ha messo sul mercato.
Per cortesia, ma più per affari, l’amministratore delegato Galliani ha pranzato a Montecarlo per cercare di intavolare con Rybolovlev una trattativa che coinvolgesse il Faraone e Boateng, altro esubero in casa Milan in grado di portare tra i 15 e 18 milioni nei forzieri di Via Turari. Una operazione complessa, forse bloccata quando Riccardo Pecini ha chiesto informazioni su Mattia De Sciglio. Il direttore sportivo del Monaco infatti conosce bene le doti del giovane terzino milanista, essendo stato capo degli osservatori delle giovanili per il Milan fino allo scorso anno. La visita c’è stata, le carte sono sul tavolo, se ne riparlerà.
Altri due giocatori tengono banco sul fronte calciomercato: Robinho e Nocerino. Il carioca ormai non vede l’ora di tornare al Santos e il Santos di riportarlo a casa, ma la trattativa è arenata per un discorso economico. I brasiliani non si schiodano dai 6 milioni offerti, il Milan dai 10 richiesti. C’è tempo fino al 15 luglio, chiusura del calciomercato paulista, o se ne riparlerà a gennaio, con il rischio comunque di perdere il Pelezinho a parametro zero, o peggio, dovergli prolungare il contratto.
Nocerino è ormai un ex giocatore del Milan. Il suo nome lo si sente ovunque, tranne che pronunciare da Allegri o dai vertici rossoneri. La moglie di Antonio vorrebbe spingerlo a Torino, sponda granata. Una ipotesi che perde terreno più scema l’interesse rossonero per Cerci, giocatore ora totalmente di proprietà di Cairo. La seconda ipotesi è un ritorno alla natia Napoli, in uno scambio – già tra l’altro ipotizzato lo scorso gennaio – con Dzemaili, visto che il centrocampo di Benitez sarà composto da Berhami e Sissoko, che quasi certamente lascerà il PSG per la corte di De Laurentiis. Terza opzione: Fiorentina. Ultima voce di mercato, uno scambio con l’Inter per Silvestre o Alvarez. Mi sento di escludere il difensore, reparto dove il Milan è numericamente coperto e dove, se dovesse avvenire un acquisto, arriverebbe nel caso un giocatore di assoluto valore. Il trequartista all’Inter ha vissuto una parentesi di certo non felice, ed in termini atletici, è di una lentezza disarmante. Ma a livello tecnico e tattico, soprattutto se il Milan cambia modulo ed è alla ricerca di un trequartista, potrebbe risultare una scommessa non poi così campata in aria.
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