Il tormentone del giorno in casa Milan è la trattativa per riportare Kakà in rossonero, e in esclusiva a Canale Milan ha detto la sua Tiziano Crudeli, appassionato giornalista e tifoso milanista, particolarmente legato al brasiliano.
Nonostante questo legame, Crudeli non ci ha però nascosto la sua perplessità sull’operazione: “il presupposto è quello della ragione contro il sentimento. Sul piano sentimentale, sono profondamente legato, come credo tutti i tifosi rossoneri, a Riccardino, per quello che è: oltre che un fuoriclasse e un professionista è anche una persona straordinaria”.
“Ma ragionando la domanda da porsi è quanto può essere utile oggi alla causa, un questo calcio sempre più muscolare, con la sua condizione fisica che è nota: ne ha sempre una anche lui”, prosegue Crudeli.
“Inoltre, l’arrivo di Kakà sarebbe una contraddizione al progetto giovani lanciato da via Turati: è vero che a fianco dei giovani vanno affiancati giocatori esperti in grado di farli render al meglio, però sinceramente non credo che un Kakà a mezzo servizio possa rappresentare la soluzione ideale”.
Su quale possa essere per lui la formula di prestito giusta tra quelle ipotizzate in queste ore, Crudeli ha le idee chiare. Con un grosso ma: “la soluzione migliore è indubbiamente quella dei diciotto mesi, anche perché è difficile, quasi impossibile, che in 19 partite il Milan recuperi il divario, tornato ad essere di 11 punti, dal terzo posto. La qualificazione alla prossima Champions è un’impresa quasi impossibile. Tra l’altro, ammesso che Kakà serva a risolvere i problemi del reparto offensivo, che comunque bene o male il suo l’ha sempre fatto, resterebbe il vero problema dal Milan, che è il reparto arretrato. Manca una fase difensiva all’altezza della situazione, abbiamo subito 27 gol, soffriamo sistematicamente ogni ripartenza degli avversari ed ogni calcio piazzato, Allegri ha cambiato più di venti volte la coppia di centrali difensivi. Il maggiore problema del Milan non è l’attacco”.
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