Esiste il confine tra realtà e fantasia?

di Riccardo Zavagno

Berlusconi è come 007, c’è sempre e non è mai andato via. Parola di Adriano Galliani. Contraddire uno dei migliori dirigenti in circolazione è sempre difficile nonché azzardato, ma questa volta il paragone con l’agente segreto più famoso al mondo pare alquanto tirato per i capelli, senza offese per nessuno. L’unico punto in comune attualmente è che entrambi sono dei personaggi di fantasia, ovvero che le loro gesta si materializzano solo nei ricordi dei veri appassionati. E pensare che a capo del Milan c’era veramente una figura carismatica capace di infondere coraggio alla squadra nei momenti decisivi, di raddrizzare situazioni con ingegno e savoir faire, di incantare tutti con un colpo di classe, di genio proprio come i giocatori di cui andava fiero che avessero potuto vestire la maglia di quella che era la sua gioia, il suo amore di bambino, il Milan. Ora questo affetto, questo sentimento sembra essere venuto meno complici la politica, la sentenza sul lodo Mondadori eccetera eccetera. L’ultima apparizione fisica risale a fine luglio ai microfoni di Milan Channel, dove rassicurava i tifosi incoraggiandoli ad avere fiducia nella squadra e nella società che stava affrontando la scelta di mettere in ordine i bilanci ed allo stesso tempo di incominciare un progetto basato sul lancio di giovani. Giusto in quei giorni Di Natale aveva confermato qualcosa di più di un forte interessamento della società di Via Turati nei suoi confronti, e Totò di candeline ne ha già spente 35. I primi segnali di una compromettente confusione erano già palesi.

E così da luglio ad ottobre il passo è stato breve e soprattutto scontato. Le attenuanti di una squadra nuova, di nuovi innesti da rodare, di infortuni pressoché cronici si sono da subito trasformate in aggravanti e l’indice man mano che le sconfitte sono aumentate, si è spostato dalla panchina, al campo per orientarsi infine verso la tribuna dove però c’è sempre una sedia vuota. L’ultima spiaggia del ritiro ha l’intento di fare quadrato intorno alla squadra che viene suonata come un pugile alle corde, da neopromosse come da mediocri squadre europee. Se questa stagione fosse stata affrontata con il giusto impegno nei confronti della storia di una squadra il cui palmares, bisogna darne atto, negli ultimi 26 anni è stato arricchito di vittorie e trofei e di rispetto nei confronti dei tifosi tralasciando le frasi intrise di retorica che non hanno mai abitato a Milanello, forse ora quell’ultima spiaggia verrebbe vista come l’acqua che oramai bagna le ginocchia ed i brividi sulla schiena sono già iniziati.
Ma la storia insegna che con i se e i ma non si scrive nulla, quindi va bene cancelliamo le interpretazioni dei silenzi, delle scelte di mercato, degli abbonamenti rimborsati e rimaniamo ancorati alla realtà di una squadra allo sbando con gente che è molto lontana dall’essere accostata ad un giocatore di calcio professionista, con scoppole incredibili ricevute in casa e fuori, con un totale di tre vittorie all’attivo dall’inizio di stagione.

La realtà è, come già ampliamente annunciato da Galliani il primo giorno di raduno, l’unica parola a cui bisogna attenersi, ebbene non stupitevi se i vostri appelli di riempire San Siro per il derby e – addirittura con un mese e mezzo di anticipo! – per la sfida contro la Juventus rimangono disattesi. La realtà è che a questo appello, che suona più come un urlo disperato d’aiuto, non risponde più neanche il papà della sua creatura. Skyfall è la title track dell’ultimo 007, dove la sublime voce di Adele ricorda che “Questa è la fine, trattieni il respiro e conta fino a dieci … rimarremo fermi davanti al cielo che cade giù”. La realtà sconfina con la fantasia o viceversa?

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