Essere realisti è una questione di cuore

Canale Milan

di Riccardo Zavagno

So che il Milan è il Club più titolato al mondo grazie soprattutto alla presidenza Berlusconi, ma so anche che prima di arrivare a questo traguardo sono stati affrontati parecchi anni bui. So che il Milan degli anni ‘90 con una campagna acquisti impreziosita da Boban, Savicevic, Eranio, Lentini e Papin (pallone d’oro in carica partente dalla panchina) rimarrà un nostro privilegio come Desailly acquistato a febbraio. So che i palloni d’oro venivano alzati a San Siro. So che i giocatori di oggi fanno tanto presto a battersi il cuore e baciare la maglia, quanto a migrare verso lidi bagnati da petroldollari. So cosa vuol dire perdere a Piacenza e Leeds e so cosa vuol dire vincere a Manchester, Barcellona e Yokohama. So che attaccare nell’album la figurina di un grande nome mi trasmette soddisfazione, ma so anche cosa voleva dire avere le doppie di Ottorino Piotti, Andrea Manzo e “Nanu” Galderisi e che gioia regalava un pareggio contro la Juventus, una gioia pari quasi ad aver vinto una finale.

So che Mediaset, Mediolanum e tutto il resto che apporta linfa al passatempo A.C. Milan sta subendo la crisi, creando tagli sui posti di lavoro e segni meno nei libri contabili. So che le bandiere sventolano quando tira forte il vento e questa dopo tanti anni è una barca con un solo albero maestro. So che ci sono calciatori come Nocerino che parlano poco ma quando aprono bocca non è per fare uscire aria, quella la tengono per gli allenamenti e le partite dove sanno che bisogna dare sempre il massimo. So che Acerbi è tifoso rossonero e questo mi fa sentire più vicino alla squadra. So che Nesta, Seedorf, Gattuso, Inzaghi e Pirlo sono impossibili da sostituire, ma posso dire – ringraziando – di averli visti giocare, vincere e perdere per 10 anni mentre indossavano a pelle la maglia rossonera. So che altri pensano o sperano di sapere cosa si prova, ma si illudono solamente.

So che ho gioito, pianto, urlato, difeso ed attaccato furiosamente la “mia” squadra ed i miei colori e sempre continuerò a farlo. So che ho speso soldi per maglie e sciarpe, a volte quando ne avanzavano un po’ di più salivo sul primo pullman per andare allo stadio, ed è sempre stata e sempre sarà un’emozione di bambino. So cosa vuol dire aspettare che arrivi la sera del mercoledì di Coppa o l’anticipo di campionato contro l’ultima in classifica e nel frattempo ripassare a mente i cori della curva e tentare di indovinare la formazione che l’allenatore potrebbe schierare. So cosa vuol dire sapere a memoria la carriera di un rossonero e non ricordarsi la data di nascita di un parente stretto. So che senza il “mio” Milan a tenermi compagnia, le mie domeniche sarebbero state più vuote. So che illudersi e continuare a sognare all’età di 30 anni è una cosa un po’ ridicola, ma quando si parla di Milan e di altre due o tre cose niente è meno ridicolo.

Sono sicuro che ogni tifoso del Milan potrebbe arricchire questa lista con personali istantanee emozionali, con le proprie realtà.
Eh si, perché come ha detto Galliani non bisogna essere pessimisti bensì realisti e la realtà dei fatti toglie dal poster 2012/2013 anche Thiago Silva ed Ibrahimović. Il realismo professato dal Milan purtroppo però non prevede una presa di posizione verso i propri tifosi, una sorta di impegno nel quale si dice chiaramente ed apertamente come si vorrà affrontare la stagione. E forse è questo quello che infastidisce di più. Al tifoso basta anche una riga scritta in un freddo comunicato stampa, dove vengono riassunti i progetti e le ambizioni qualunque esse siano. Zero proclami, zero promesse, zero frasi di circostanza, zero prese in giro. “Cari tifosi, per quest’anno non faremo acquisti e ci dovremmo purtroppo privare di alcuni dei nostri giocatori più rappresentativi“. Ci rimango male, mi incavolo ma alla fine va bene lo accetto. “Cari tifosi, dobbiamo lasciar partire alcuni dei nostri top player per esigenze di bilancio ma cercheremo di rimpiazzarli con altrettanti giovani su cui puntiamo per il futuro”. Cambiamo strategia, puntiamo sulla voglia dei giovani, ok mi sta bene. “Cari tifosi, stateci vicino come sempre avete fatto durante questi anni perché i prossimi saranno anni difficili ed abbiamo come sempre bisogno di voi“. Sempre al vostro fianco. Non dire niente, non sapere niente è la cosa più dura e difficile da accettare.

Perché per il tifoso il Milan è e sarà sempre parte della sua vita, della sua realtà. Oggi, come il 31 agosto alle 19.01 indipendentemente dagli esiti del calciomercato. Anche questo vuol dire essere realisti.

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