Guardiola, un vecchio amico ed un ex capitano: ecco il piano di Berlusconi

Non c’è trucco e non c’è inganno: se il ritorno di Ibrahimovic in rossonero pare, ad oggi, solo una suggestione di mercato, assai più remota addirittura del ritorno di Kakà tanto decantato durante l’estate, sono molto, molto più concrete le possibilità di un futuro rossonero per Pep Guardiola. Le conferme?

Dalla Spagna, ovviamente, e precisamente da parte del Mundo Deportivo.

 L’idea, e non la semplice proiezione, sarebbe balenata, ed anche in maniera piuttosto nitida, allo stesso patron rossonero Silvio Berlusconi, probabilmente l’unico, quantomeno dal punto di vista dell’investimento economico, a poter decretare l’avvio ufficiale di una manovra così finanziariamente impegnativa e soprattutto importante. Anzi, necessaria, quantomeno per ridare all’intero ambiente Milan la scossa che serve oramai da mesi.

 La decisione, quantomeno di fare un tentativo in tal senso, sarebbe arrivata proprio il giorno dopo la tremenda disfatta del derby – il terzo K.O. consecutivo nella stracittadina – ed il conseguente stop del Milan a quota 7, in classifica, appaiato a Pescara e Bologna. Il feeling con Allegri non c’è mai stato, d’altra parte: neanche all’epoca dello scudetto 2011. Ed adesso, ad impegni politici congelati (l’ex premier ha da pochissime ore annunciato che non sarà impegnato in prima linea nelle prossime politiche), e sollecitato dalla figlia Barbara, sempre più prossima ad ereditare il suo ruolo, il Cavaliere avrebbe deciso di dare un taglio al clima di mediocrità che non ha mai contraddistinto lui, ma soprattutto il suo club. L’unico modo? Ripartire da zero, con una squadra giovane e di prospettiva, limitare gli investimenti a gennaio, e iniettare nuova linfa con investimenti non più mastodontici, ma comunque oculati ed importanti, a partire dal prossimo anno. In tal senso, Allegri – o Tassotti, se anche la partita con la Lazio dovesse finir male – fungerebbe da traghettatore: e non verso una meta confusa e annebbiata, ma ben definita e prestigiosa, di nome Pep Guardiola.

 Il Presidente è un ammiratore della prima ora del catalano: sin dai tempi del suo approdo italiano in quel di Brescia. Brescia, appunto: lì dove compose una coppia straordinariamente calibrata e talentuosa con un altra vecchia fiamma di Berlusconi, Roberto Baggio. Il tutto, quando il capitano rossonero, adesso ai margini del suo club storico, era Paolo Maldini. L’idea sta tutta lì: ricomporre ex novo l’organigramma tecnico-dirigenziale rossonero componendo una triade di nomi tanto altisonanti quanto rincuoranti per i tifosi. Baggio, idolo nazional-popolare; Maldini, il capitano delle mille e più battaglie; Guardiola, il miglior tecnico al Mondo, per qualità di gioco e trionfi.

 Il fulcro di tutto, ovviamente, sarebbe il Pep. Col quale i primissimi contatti sarebbero già stati avviati: ed insieme alle prime cifre, s’è appunto discusso anche dell’ipotetico staff tecnico-dirigenziale. “Tu, Maldini e Baggio ricostruirete il Milan”: questa sarebbe stata la prospettiva annunciata all’iberico da parte degli emissari meneghini, che sarebbero già sbarcati negli U.S.A, dove il tecnico trascorre il suo anno sabbatico.

La promessa d’uno staff di primissimo piano, sarebbe peraltro stata condita da un importante proposta di contratto: 6 milioni netti all’anno per 4 anni, per un totale lordo che arriva a quota 48.

Fin qui, solo considerazioni, prospettive e promesse: gli ostacoli, certo, non mancano. Gli interpreti, ad esempio. Baggio, oggi, ha un contratto che lo lega alla Nazionale (da cui potrebbe certo svincolarsi senza problemi), ma non ha mai affermato di voler tornare, in alcun modo e con alcun ruolo, ai club, ed allo stress che ne accompagna la gestione. Maldini, poi, non s’è certo lasciato bene con il suo club storico: ma va anche detto che un reintegro di questo tipo potrebbe servire a scongelare i rapporti tra il campione e la sua tifoseria, oltre che con la società.

 E Guardiola? Lui è sereno e felice della sua ‘pausa di riflessione’. Non c’è giorno, però, in cui non rimugini sul futuro che avanza, che poi è un tutt’uno col suo passato. E la sua è una sconfinata voglia di battere sé stesso, e dimostrare ai suoi detrattori (pochi, in verità) d’esser un vincente anche con una squadra diversa da quella dei marziani che ha guidato sinora.

Ecco perché la proposta, che ad oggi parrebbe semplicemente surreale, non sarebbe stata rifiutata dal 41enne di Santpedor: anzi. La primissima risposta del Pep sarebbe stata flebile ma cortese: “ci penserò, grazie”.

 Ma non certo col tono di chi mette nel cassetto la millesima proposta giuntagli in poche settimane, conscio di quanto sia futile e ridondante. Nella vita nessuna strada è da rifiutare a priori, questo pep lo sa.

Soprattutto se si chiama Milan. E soprattutto se nel viaggio che ti si propone di compiere, per quanto irto di (apparentemente) insormontabili difficoltà, i tuoi compagni sono un vecchio e caro amico come Roberto Baggio, ed un emblema del calcio, oltre che il Milan, come Paolo Maldini.

di Alfredo De Vuono

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