Thiago Silva è un giocatore del Milan, anzi no, è un giocatore del Barcellona, Spagna; finché il Real Madrid non tenterà la contromossa per portarlo alla corte di Mou; il tutto mentre il Psg conclude l’affare e il City non sta a guardare portandolo nella poco mite e nuvolosa Manchester. A patto che lo sceicco di turno, (quello che per dirla alla Gnocchi, ha una rabbia repressa con la magistratura di sinistra ma al contempo promette un milione di posti di lavoro) non lo trattenga a Milano, per poi venderlo in Arabia o Stati Uniti. Sperando che ad Abramovic non “parta la scheggia” e che le nuove prospettive dubaite non decidano di far capire chi comanda.

Al contrario di qualsiasi congettura, Thiago Silva è un giocatore di tutti. E di nessuno.

1) Silva andrà via dal Milan. Andrà via perché all’anagrafe saranno 28 primavere quando si giocherà circa la terza giornata del prossimo Campionato. Poco importa se alla sua stessa età un certo Franco Baresi “iniziava” il suo Eterno in maglia rossonera. Poco importa.

2) Andrà via dal Milan perché nonostante le “bazzecole” dei maggiori indicatori di mercato, il prezzo di un giocatore è sempre il giusto equilibrio tra quanto chiedi e quanto sono disposti a darti, e se questa cifra supera di gran lunga il tuo obiettivo, non c’è neppure il tempo di riflettere. Devi vendere.

3) Andrà via perché il deja-vù è continuo: la strategia del Milan (malefica, intelligente, ponderata, decisa, come sempre fin troppo perfetta per essere partorita da esseri umani) non fa una grinza.

Dici che punti sui giovani, parli di rinnovamento e di conti in regola, affermi che non cederai alcun big e non vi sarà alcun ridimensionamento. Parli di sacrifici già fatti e di ritmi insostenibili senza uno stadio e senza un’adeguata agevolazione fiscale (sic!).

Trovi la casuale super-offerta e prodigo ma affranto, divieni l’insostenibile benefattore, il solo contro il Dio denaro. Il vecchio Re, costretto a calarsi nella nuova era del calcio, quella delle grandi cifre. Dimenticando che è il tuo stile, o almeno provando a farlo dimenticare al tuo uditorio.

4) Thiago Silva andrà via dal Milan perché 40 milioni equivalgono al Milan in finale di Champion’s League e al Milan ogni tre anni si va in Finale e si vende un Campione.

5) Silva non vestirà più la casacca rossonera perché in principio furono C.Maldini, Trapattoni e Zagatti, poi Anquiletti, Schnellinger e Rosato, infine Costacurta, Galli, Baresi, Tassotti e Maldini.  L’ultimo, solo per ordine temporale: Nesta.

6) Andrà via perché Parigi non è Manchester e neppure la fredda Russia. Parigi è Barcellona ma l’unicità massima catalana è pari a quella di un Correia. Parigi è Milano ma l’occasione è ghiotta, l’ultima.

7) Thiago Silva andrà via dal Milan perché l’unica ragione che potrebbe tenerlo in una struttura societaria momentaneamente allo sbando è il progetto; quello mai così scarno, mai così vuoto dalle parti di via Turati, nella piena speranza di esser smentiti.

Il solo motivo per cui rimarrà –  Silva rimarrà perché…per dirla alla Mark Renton: “Buona salute, colesterolo basso, polizza vita, prima casa, moda casual, valigie, salotto di tre pezzi, fai da te, telequiz, schifezze nella pancia, figli, a spasso nel parco, orario d’ufficio, bravo a golf, l’auto lavata, tanti maglioni, Natale in famiglia, pensione privata, esenzione fiscale, tirando avanti lontano dai guai, in attesa del giorno in cui […] nessuno si ricorderà più di te.

 Silva rimarrà perchè ha e avrà ancora tutto ciò che la società impone come obiettivo ultimo. Un giorno però, rimpiangerà questi giorni e queste scelte perché non gli avranno garantito l’immortalità calcistica.  Tutto ciò è accaduto in ogni luogo e ad ogni protagonista lontano da Milano, lontano dal Milan.

Uno, non uno degli altri. L’essenza, l’unicità di quei colori. Ciò che solo il Milan può offrirgli. Silva resterà.

di Fabio Guzzo da Fantagazzetta.com