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MILAN STORY: ALDO BOFFI.
E’ l’album dei ricordi a guidare il pensiero verso un Milan lontanissimo nel tempo, verso un Milan che non c’è più ma che ancora inorgoglisce i pochi supporters che lo ricordano. Sportivamente parlando è un periodo d’oro per l’intero movimento calcistico italiano quello che tra il 1934 e il 1938 arriva sul tetto del mondo vincendola Coppa Rimet, ma sotto tutti gli altri punti di vista è uno dei momenti più grigi dell’umanità con i totalitarismi eurasiatici che riuscivano con nefandezze esecrabili ad incutere timori all’intera popolazione mondiale, è il prodromo della seconda guerra mondiale. Ma per quel che attiene al nostro argomento ecco a voi il goleador che al tempo fece dimenticare i tanti problemi contemporanei e fece abbracciare e gioire decine di volte il popolo rossonero per le sue realizzazioni. Probabilmente in pochissimi lo conoscono, molti non ne hanno mai sentito parlare, ma tra i tanti campionissimi rossoneri ne abbiamo uno che a cavallo tra gli anni trenta e quaranta del secolo scorso ha brillato per una serie interminabile di reti che lo portarono a vincere la classifica cannonieri nel ‘39, nel ‘40 nel ‘42 ed il suo nome è Aldo Boffi.
Ma chi era questo illustre sconosciuto? Sergio Barbero nel libro “Lo specchio del diavolo” lo ricorda così “i tifosi lombardi deliravano per questo armadio che andava in gol come nulla fosse, bruciando le mani al malcapitato portiere di turno. Lui non arretrava, manco da pensare che andasse a recuperare palla sull’avversario a centrocampo; però quando si ritrovava quel cuoio tra i piedi nei sedici metri dall’area avversaria, diventava un fulmine di guerra. Boffi era un tipo da sventola bruciante e fu il primo centravanti rossonero che passò alla leggenda”. Il suo essere solista a tutti i costi, il non partecipare alla manovra collettiva ed una sua particolare timidezza finiranno però col compromettere il futuro di un giocatore che avrebbe potuto aspirare ai più grandi successi. Lo stesso Vittorio Pozzo, pur riconoscendone le indubbie qualità, lo convocherà in Nazionale solo due volte. Boffi comunque non rinuncerà mai ai suoi personalismi, ed al tempo stesso mai perderà il vizio di sparare imparabili bordate. Leggenda vuole che una volta, quando non era ancora al Milan, nel campionato di Serie C 1935-36 aCasale, contro i nero-stellati, dovette calciare una punizione, la scena fu sicuramente da romanzo con Boffi che tira ed il portiere Ceresa che si slancia per la parata, agguanta la sfera, fa la presa e…vola letteralmente in porta. Lui ed il pallone. Una cosa sbalorditiva!” (da “Il calcio illustrato”).
E’ il biglietto da visita di un cannoniere di razza che l’anno seguente sarebbe approdato in rossonero, vincendo la concorrenza di quattro attaccanti come Moretti, Gabardo, Capra e Zandali, con enorme soddisfazione per aver coronato il sogno di giocare nella squadra del cuore, esordirà in rossonero il 1°novembre 1936 contro il Torino. E’un Milan in tono minore quello in cui milita il nostro campione in oggetto, è il diavolo tra le due guerre è davvero poca cosa, accontentandosi spesso di veleggiare a metà classifica lontanissimo dagli squadroni dell’Inter, del Bologna, della Juve e del Torino, autentici dominatori del periodo, ma ciò nonostante riesce a segnare, coadiuvato in attacco da gente dai piedi buoni come Peppino Meazza (si proprio lui) e Gino Cappello, la bellezza di 136 reti in 194 gare ufficiali, fate un po’ voi, siglando pure un record, ancora imbattuto nel Milan, di 14 reti consecutive e piazzandosi nella graduatoria dei goleador rossoneri al quinto posto dietro nomi altisonanti come Nordahl, Sheva, Rivera ed Altafini e prima di van Basten (!). Ma il Milan dovrà aspettare ancora tanto prima di rivincere lo scudetto che mancava dal 1907 e che ritornerà a brillare sulla nostre casacche solo nel 1951 quando nascerà l’epopea dei favolosi anni ’50, quelli dei tre svedesi del Gre-No-Li, di Buffon di Annovazzi e di Cesarone Maldini.
Aldo Boffi in rossonero
Dalla stagione 1936/’37 alla stagione 1944/’45:
Presenze: 194
Gol: 136
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Post Originale:
Il bombardiere di Seregno